Netflix, nel suo essere sempre più una piattaforma generalista, punta anche sul catalogo anime non solo con prodotti ripescati ma soprattutto con originali ed acquisiti, a volte sottoforma di remake di cult del passato per provare ad avvicinarli alle nuove generazioni. Un'idea in teoria funzionale ma non sempre riuscita al momento della realizzazione e del risultato finale.

Se ad esempio avevamo promosso il nuovo Ranma 1/2 in versione seriale, rimaniamo perplessi di fronte al film dedicato a Lady Oscar, già uscito al cinema in Giappone e che ora è disponibile anche da noi in streaming. Di fatto il secondo adattamento dopo la serie cult di fine anni '70.
Le rose di Versailles - Lady Oscar: una sorta di bignami animato

Diretto da Ai Noshimura, scritto da Tomoko Konparu e con il character design di Mariko Oka, il film Netflix è tratto dal celebre manga di Riyoko Ikeda pubblicato tra il 1972 e il 1973. La storia è sempre quella: a metà del XVIII secolo, Austria e Francia pensano di orchestrare un matrimonio che possa unire le due monarchie e rinsaldare il rapporto con la Prussia. Da una parte Maria Antonietta d'Asburgo-Lorena e dall'altra Luigi XVI, destinati a convolare a nozze.
Arrivata a palazzo, la delfina conosce però Oscar Françoise de Jarjayes, una ragazza di nobile famiglia educata dal padre come un uomo in modo che diventasse il generale della guardia reale francese come i discendenti precedenti, riuscendoci. La ragazza che tutti scambiano per ragazzo, ha un amico d'infanzia per cui ha un debole ma che fa parte della servitù, col quale si allena ogni giorno e che ha voluto tra i soldati: André.

A complicare le cose ci si mette anche Hans Axel von Fersen, conte svedese che rimane folgorato dall'innocenza e dalla bellezza della futura regina. Sostanzialmente l'intera storia del manga e dell'anime originali viene condensata nelle due ore che compongono la pellicola, rendendo il racconto frettoloso e vittima di un ritmo che sembra guardare appunto più alla facile distrazione del pubblico nato col binge watching, che al contenuto che sta tentando di far arrivare agli spettatori.
Dalla serie cult al film moderno

Ciò che stranisce immediatamente di Le rose di Versailles - Lady Oscar è sicuramente il tratto moderno con cui sono ritratti situazioni e personaggi. Non siamo assolutamente legati ad ogni costo a ciò che è stato ma è indubbio che il serial animato divenne un caposaldo non solo per gli argomenti profondamente avanti con gli anni soprattutto per le questioni di gender ma anche per l'animazione utilizzata immediatamente riconoscibile e che esprimeva tutta la delicatezza, sensualità e allo stesso durezza dei tempi raccontati, che avrebbero portato alla presa della Bastiglia e alla Rivoluzione Francese. In questo caso si è cercato di ammorbidire i disegni e le silhouette dei personaggi ottenendo un risultato che lascia perplessi. Ci hanno invece colpito in positivo alcune scelte di regia azzeccate.

Non l'unico aspetto su cui si è insistito in questo nuovo adattamento: le musiche, a cura di Hiroyuki Sawano e Kohta Yamamoto, sono continue ed onnipresenti. Spesso per raccontare alcuni passaggi attraverso dei momenti musicali, che poi sfociano a livello di montaggio nei dialoghi e nello sviluppo della storia, quasi parlandosi l'uno sull'altra. Ma anche qui si tratta di una scelta che risulta più invasiva che accomodante. Un prodotto di cui non riusciamo a giustificare molte delle scelte strutturali compiute. Peccato.
Conclusioni
Le rose di Versailles - Lady Oscar è un adattamento moderno di un cult storico che, per arrivare alle nuove generazioni ad ogni costo, sacrifica il ritmo del racconto, l'attualizzazione dei disegni e l'onnipresenza del comparto musicale. La storia è la stessa, ciò che manca è la magia e l'anticipare i tempi visto che avrebbe potuto parlare proprio alla Gen Z e Alpha di gender.
Perché ci piace
- L'idea di attualizzare i disegni per parlare alle nuove generazioni di gender...
Cosa non va
- ...il cui nuovo tratto però lascia perplessi.
- Condensare una storia complessa e stratificata in sole due ore cala la tensione narrativa.
- Le nuove musiche sono troppo presenti e poco funzionali.