Le nuove serie tv americane della stagione 2006/2007

La nuova stagione americana si presenta, mai come in precedenza, ricchissima di proposte di alto interesse, produzioni curate in fase di scrittura e sceneggiatura con storie innovative ed intriganti.

C'era una volta il feulletton, romanzo a puntate dell'ottocento, che agganciava il lettore con storie di alto coinvolgimento emotivo, e se lo trascinava poi di puntata in puntata attraverso sviluppi imprevedibili e sorprendenti, per mesi e mesi.

Poi è arrivata la TV, e sono nate le serie televisive.
Telefilm, era la definizione della tv italiana per quelle storie girate come fossero piccoli film, ma con molti meno soldi a disposizione.
In genere i telefilm avevano una ambientazione e dei personaggi costanti, e, di puntata in puntata, si assisteva alla riproposizione di un medesimo schema narrativo che aveva il suo inizio, il suo svolgimento e la sua conclusione ad ogni episodio.
Poi sono arrivate le interminabili soap-opera, ed il telefilm ad un certo punto ne ha sposato l'impostazione, cominciando a raccontare non singole storie, sempre uguali, degli stessi personaggi, ma una lunga storia che si sviluppa, cresce e si evolve di puntata in puntata,con personaggi che escono e personaggi che entrano ad arricchirne il tessuto narrativo.
Nascono dunque Dallas, I segreti di Twin Peaks e un esercito di altre serie americane che sembrano raccontare un film lungo decine e decine di ore.
E due anni fa nasce un nuovo fermento nel campo delle serie televisive.
Complici dapprima casuali e involontari, la vetrina globale di internet, la banda larga ed i programmi peer-to-peer, si diffonde a livello internazionale l'attenzione per un telefilm, una serie tv, un serial, che ha poi creato un impatto fortissimo su questi media ma anche su un certo modo di produrre questo tipo di spettacoli: Lost.
Lost, racconta la storia di un gruppo di sopravvissuti ad un incidente aereo su una misteriosa isola. La loro storia, ed i vari misteri, via via svelati o infittiti, hanno appassionato (e appassionano) milioni di spettatori che hanno seguito tramite internet i nuovi episodi, invece di aspettare che le televisioni locali ne proponessero la visione.
Internet sembra diventata la vetrina in cui le nuove serie vengono proposte all'attenzione di un pubblico critico ed attento, e spesso è proprio il popolo di internet a decretare vita e morte di una serie. Talvolta a spingerne anche la resurrezione.
Non è quindi una sorpresa che prima dell'inizio di questa stagione 2006/2007 le maggiori case di produzione hanno lasciato filtrare proprio in internet molti episodi pilota di nuove serie che si preparano a programmare durante la stagione autunnale ed invernale. Un modo di testare ed eventualmente correggere il prodotto che si vuol proporre cercando ovviamente il consenso più ampio.

La nuova stagione americana si presenta, mai come in precedenza, ricchissima di proposte di alto interesse, produzioni curate in fase di scrittura e sceneggiatura con storie innovative ed intriganti, nuovi modi di raccontare e sorprendere, produzione costose per fotografia, effetti speciali e location.
Noi abbiamo seguito alcuni degli episodi pilota di queste nuove serie, e di essi vogliamo rendervi conto.
Non tutte sopravvivranno per raccontarci le loro storie fino in fondo, colpa di meccanismi commerciali discutibili che portano ad interrompere quelle serie che non raccolgono il consenso previsto. Ma di questo parleremo un'altra volta

Studio 60 on the Sunset Strip
Protagonista di questa serie è, insieme a molti altri, Mattew Perry che è facile ricordare nel ruolo di Chandler nella fortunatissima e divertentissima serie Friends. Se a questo si associa il fatto che al centro della storia c'è la realizzazione di uno spettacolo televisivo comico/satirico stile Saturday Night Live, può venire naturale pensare che si tratti di una serie comica.
Niente di più sbagliato.
All'avvio dell'episodio pilota il produttore di questa fittizia trasmissione, Studio 60 appunto, ritrovandosi a subire una sorta di censura, sbotta in diretta con un discorso accusatorio nei confronti della compagnia che produce lo show e la televisione in generale.
Risultato: licenziato in tronco. Ma per tentare di far sopravvivere lo show di notevole successo fino a quel momento, la compagnia decide di chiamare alla guida uno scrittore, Perry, ed un produttore suo amico inseparabile.
Attraverso di loro avremo modo di scoprire come si realizza uno show di quelle dimensioni, quali sono i problemi, le tensioni, le crisi e le soddisfazioni di un lavoro difficile sempre in lotta con il tempo.
Non mancano ovviamente le storie personali dei vari personaggi, i legami, gli affetti. Tutto raccontato con grande partecipazione e cura.
Il cast, quello vero e quello finto è di prim'ordine, ma è proprio Mattew Perry che, sorprendentemente, si eleva su tutti, rivelandosi un credibilissimo attore drammatico di notevole livello. Sì, qua e là fa sorridere certo, ma non è certo per quei sorrisi che merita di essere seguito.

Smith
Il recente, inaspettato successo di Inside Man, il film di Spike Lee che racconta di una sorprendente rapina compiuta in una banca , è probabilmente uno dei motivi che hanno consentito a questa serie di vedere la luce.
Lo Smith del titolo è l'appellativo generico con il quale la polizia etichetta lo sconosciuto artefice di una articolata, precisa, accurata rapina ai danni di un museo. Un furto su commissione di opere d'arte compiuto da un esperto con una doppia vita: Bobby Stevens interpretato da Ray Lotta, di giorno è un anonimo rappresentate di una industria produttrice di tazze pubblicitarie, padre amorevole di due figli, sposato ad una splendida donna che seppure sospettosa sembra adorarlo, di notte è l'ideatore ed esecutore freddo e accorto di geniali rapine. La sua banda è formata dai soliti archetipi del genere (il violento, il tecnico, il meccanico, il buono e la... femmina). Ognuno porta la proprio specifica competenza e specializzazione, oltre che i propri problemi sentimentali e caratteriali che fanno da controstoria alla semplice preparazione ed esecuzione dei vari colpi.
La realizzazione tecnica non ha proprio niente da invidiare a qualsiasi altra produzione cinematografica del genere. Un montaggio fantasioso e adrenalinico, con abbondanza di flashback, ha il compito di ammaliarci e di farci appassionare. Arduo il compito degli sceneggiatori che devono trovare, per mantenere alto il tasso di interesse di puntata in puntata, una prospettiva sempre diversa che faccia da cornice agli avvincenti colpi messi a segno dalla banda.

Heroes
Heroes, scritto da Tim Kring (creatore di Crossing Jordan) racconta la storia di un gruppo di normali persone che scoprono di possedere delle abilità straordinarie.
Un professore di genetica di una università Indiana, spiega che l'umanità potrebbe trovarsi sul punto di svolta per un balzo evolutivo estremamente significativo. Tali teorie sembrano essere il fondamento delle ricerche compiute dal padre in tutto il mondo, in cerca del Paziente Zero dal quale dovrebbe irradiarsi questa nuova generazione di esseri umani. Ma il padre sembra scomparire, vittima di oscuri interventi.
Intanto, in america, un ragazzo ha la sensazione di essere destinato a vincere la forza di gravità e di poter riuscire, prima o poi, a volare.
La cheer leader di una scuola superiore intende documentare la sua capacità di essere indistruttibile. Qualunque incidente possa capitargli, sia esso una caduta da 20 metri, delle fiamme o addirittura un tritarifiuti che le maciulla una mano dopo poco lei ritorna indenne, senza traccia di lesioni.
Una donna in fuga con il proprio figlio, scopre di avere qualcuno che la protegge fino alla violenza estrema, e questo qualcuno sembra avere vita propria nel riflesso di uno specchio.
Un pittore si accorge che quando è preda della droga dipinge, senza rendersene conto, quadri che illustrano avvenimenti che devono ancora accadere.
In Giappone un giovane impiegato riesce a controllare il tempo e a teletrasportarsi.
Ognuno di loro sembra avere un ruolo determinante nella salvezza di un mondo indirizzato verso la distruzione.

Come emerge chiaramente, ci sono tantissime reminescenze di altre storie del genere, gli X-Men, sopra a tutte, ma anche la più recente e affine serie tv The 4400, tuttora in corso con una terza stagione appena completata.

Elemento comune e fascino primario, sono le capacità sovraumane di queste persone normali che vivono la loro straordinarietà, spesso con incertezza e paura.
La serie è realizzata molto bene, a parte alcuni effetti speciali che hanno una apparenza un tantino misera nella realizzazione. La sottotrama alla situazione, simile a molte altre serie del genere, ci suggerisce che dietro a tutto questo ci sia qualcuno che vuol controllare il fenomeno, o magari impedirlo... ancora non lo sappiamo.
In conclusione una serie che non deluderà gli appassionati di fantastico e fantascienza, anche se non ci sono astronavi e viaggi stellari.

Jericho
Jake torna dopo cinque anni al Jericho il suo paesino natio sperduto nel Kansas. Ritrova vecchi amici, vecchi amori, genitori e fratello, e ad ognuno racconta una diversa storia su quei cinque anni di lontananza. Ha dei problemi Jake, conflitti familiari palesi, e problemi oscuri alle spalle che hanno urgenza di essere risolti. In procinto di ripartire una esplosione atomica sconvolge i piani di tutti i cittadini di Jericho.
Isolati senza più comunicazioni o tecnologia sofisticata o approvvigionamenti, consapevoli solo quella a cui hanno assistito non è la sola esplosione atomica che ha colpito gli USA, senza altra informazione a riguardo, gli abitanti di Jericho hanno il compito di superare paure ed egoismi ed organizzarsi in questa nuova situazione ad affrontare disagi e pericoli.
Avvincente nel modo di tracciare con poche scene la situazione e le relazioni tra i personaggi, Jericho ha il pregio di una ottima regia capace di far tenere il fiato sospeso più di una volta, con una tensione drammatica a tratti palpabile.
Sola nota dolente di questa altrimenti perfetta serie, il sotteso orgoglio americano che dovrebbe da solo far vincere "qualunque nemico" concetto espresso da uno dei personaggi e che sembrerebbe fare da fulcro all'intera vicenda. Tranne scoprire che, probabilmente l'orgoglio americano troverà più di un motivo per sentirsi umiliato e colpevole di nefandezze e stupidità.

Vanished
La moglie di un senatore viene rapita proprio durante una serata di gala dedicata a lei e alla sua opera di beneficenza. I motivi non si conoscono, ma la donna sembra avere qualche segreto. E forse anche il marito.
La storia non è per niente originale, e in questa stagione echeggia la serie Kidnapped, simile per tematica e situazione. Però è ben girata, ricca di azione e non annoia mai. Le indagini per scoprire gli altarini dei vari personaggi coinvolti sono ricche di colpi di scena, anche se spesso forse un po' gratuiti e forzati.
Alla fine resta comunque una storia di azione che non delude, ma che rischia di essere soffocata da una serie di prodotti simili, forse un po' superiori in scrittura e struttura.

Kidnapped
Al centro di questo tesissimo thriller seriale, il rapimento del figlio di un ricco uomo d'affari.
Ad investigare oltre all'FBI anche un poliziotto privato esperto in recupero di persone rapite, con pochi scrupoli ma diversi scheletri e segreti nell'armadio, come quasi tutti i personaggi che ruotano intorno a questo rapimento, a partire proprio dal padre.
Il ritmo di questa serie è altissimo. La storia potrebbe sembrare non originalissima, ciononostante avvince alla maniera di Prison Break con continui colpi di scena e impreviste svolte nella trama, con personaggi che non svelano subito quale sia il loro ruolo o le loro motivazioni stimolando una fortissima curiosità verso l'evoluzione degli avvenimenti.
Anche qui un cast eccezionale contribuisce in modo significativo alla riuscita complessiva, insieme ad una regia molto cinematografica.

The nine
I nove del titolo sono nove persone che il caso lega a doppio filo nel corso di una rapina compiuta da due balordi in una banca.
L'episodio pilota racconta con una scrittura assolutamente magistrale i nostri personaggi: pochi minuti, poche scene eppure riusciamo a cogliere di ciascuno di essi i caratteri che li definiscono e che ce li fanno subito sentire vicini quel tanto che basta per essere interessati a sapere che cosa gli succede.
Con un montaggio frenetico ed intelligente ed una azione di grandissimo impatto emozionale, ci rendiamo conto che i nove che abbiamo conosciuto all'inizio dell'episodio, sono stati tutti trasformati drasticamente da quello che è successo durante le 52 ore in cui sono stati sequestrati dai due rapinatori. Ma nulla ci viene svelato. Compito di tutta la serie sarà proprio quello di raccontarci quelle 52 ore, un pezzetto alla volta, ricorrendo, stile Lost, a frequenti flashback rivelatori di colpi di scena sorprendenti e inattesi che renderanno comprensibili i cambiamenti dei vari personaggi.
Assolutamente appassionante, The Nine gode di una sceneggiatura davvero geniale, realizzata con larghezza di mezzi ed una abilissima regia. Il materiale che ha a disposizione sembra essere, a differenza di altre serie interessanti ma col fiato apparentemente corto, più che sufficiente a gratificarci per lungo tempo, sempre che il livello qualitativo mantenga il medesimo alto standard di questo primo episodio.

Six Degrees
Il progetto di questa serie appare, sulla carta un tantino coraggioso e ambizioso. I sei livelli del titolo si riferisco ad una teoria sociologica che afferma che qualunque persona è legata a qualunque altra al massimo da sei livelli di separazione, cioè da altre sei persone che fanno da catena tra una e l'altra.
Raccontare quindi la storia di un gruppo di singole persone che all'inizio sono estranei l'uno all'altro nell'affollata New York dei nostri giorni
che però si legano di vicenda in vicenda in modo casuale fino a legarsi strettamente uno all'altro è l'obbiettivo della serie. Ambizioso abbiamo detto, perché il rischio può essere quello di raccontare storie ordinarie che non ci interessano davvero. Ed in parte è così. Le storie dei protagonisti del pilota non sembrano intrigare più di tanto: una vedova in cerca di nuova vita, una manager in carriera tradita dall'uomo che ama, una ragazza in fuga da non si sa chi, un nero in cerca di redenzione e rispettabilità, un fotografo fallito in cerca di nuova dignità, un avvocato d'ufficio affamato di giustizia.
Eppure i piccoli avvenimenti che ci consentono di passare da un personaggio all'altro finiscono con l'intrigare non poco e catturano attenzione e partecipazione.
Magari è ancora presto per dirlo, ma la fiducia nei produttori della serie, gli stessi di Lost, può far ben sperare in un prodotto che acquisti nel tempo uno spessore sempre maggiore..

Dexter
Dexter è decisamente una serie in controtendenza per almeno due motivi.
Primo perché non ha una storia corale con tanti personaggi e tante storie diverse da seguire di episodio in episodio.
Secondo perché il protagonista è sì il classico poliziotto (o meglio, un tecnico della polizia specializzato in analisi che riguardano il sangue) che indaga sugli omicidi compiuti da diversi serial killer, ma sorprendentemente è lui stesso un serial killer.
La sua ambiguità, la sua corruzione morale, la sua efferata crudeltà, il suo particolare senso della giustizia sono il tema conduttore di una serie che promette di scuotere le coscienze di bacchettoni e benpensanti.
La voce fuoricampo del protagonista ci illustra e ci fa partecipi di tutti i suoi stati d'animo, sia quando analizza cruente scene di delitti sui quali investiga, sia quando sia appresta a torturare, uccidere e smembrare le sue stesse vittime. Ma a differenza di loro egli si sente una sorta di giustiziere.
Infatti attraverso rapidi flashback ci vengono mostrati i momenti durante i quali nella sua adolescenza, consapevole degli impulsi omicidi inarrestabili che sentiva nascere dentro di lui, il padre lo inspira ad indirizzare la sua furia omicida non verso vittime innocenti, ma verso altri assassini che la società non riesce ad eliminare attraverso i normali canali.
L'azione non è frenetica come in molte delle altre serie, ma nella sua lentezza avvolge lo spettatore in una cappa pesante di morbosa oppressione, disturbante ma pure affascinante. Si prova repulsione per i gesti gore di Dexter, ma in un certo senso ci sentiamo partecipi con lui, con vergogna, forse, ma anche con una punta di piacere.
In questo solleticare la parte oscura di ciascuno sta la qualità principale di questa ipnotica serie che riesce a scavare, ed esporre pulsioni riposte in fondo al nostro essere.
Ma non è solo questo.
Dexter è a sua volta sfidato da un misterioso serial killer che egli deve scoprire e neutralizzare. E questa sfida di menti malate e geniali è davvero avvincente, come in ogni thriller che si rispetti.