Se l'aria inizia a diventare più tiepida, il piumone vi sembra troppo pesante e le vetrine dei negozi si affollano di uova di Pasqua, può significare una sola cosa: la prima stagione annuale degli anime sta per terminare.
In attesa della nuova flotta d'invasione che assalirà i nostri schermi, è il momento giusto per tirare un po' le somme dei titoli che ci hanno fatto compagnia nelle lunghe serate invernali.
Oltre alle conferme delle serie più attese e di successo, come la seconda strepitosa stagione di Solo Leveling e di Shangri-La Frontier, ci sono però altri titoli che meritano la vostra attenzione, sia per meriti che per demeriti.
Sorprese che ci hanno colpito favorevolmente per realizzazione tecnica, inventiva o magari anche solo una sigla particolarmente azzeccata, o cocenti delusioni da dimenticare il più velocemente possibile.
Zenshu

Iniziamo con quella che, a nostro avviso, è la serie più controversa e sorprendente della stagione.
Presentata dal celebrato studio Mappa in gran mistero, si è rivelata un isekai postmoderno e metatestuale, a metà tra il gioco citazionistico e il pastiche letterario.
Natsuko Hirose è una giovane regista d'animazione, talentuosa e sulla cresta dell'onda, che ha deciso di dedicare tutta la sua vita agli anime dopo essere stata folgorata dalla visione di Storia di una caduta, un film fantasy cupo e nichilista che si rivelò un flop al botteghino.
In piena crisi creativa perché incapace di dare corpo a una storia d'amore, il tema del suo nuovo film, Natsuko ha un... incidente gastronomico e si risveglia proprio nel mondo di Storia di una caduta, al fianco dei personaggi che ha tanto amato da giovane e che sa essere destinati a una fine orribile. Ma Natsuko scopre anche di avere il potere magico di dare vita ai suoi disegni, e inizia così ad alterare, sempre di più, la storia originale del film, con conseguenze che da salvifiche diventano via via più disastrose.

Dopo aver spiazzato chi si aspettava una storia sui retroscena, spesso drammatici, del mondo dell'animazione, così come chi sospettava di trovarsi di fronte a un "semplice" isekai, Zenshu. è andato diritto per la sua strada, tra ottime animazioni, citazioni diegetiche all'intera storia degli anime e una costruzione, lenta ma inesorabile, dei personaggi e del setting, fino a far precipitare gli eventi nelle ultime puntate, in cui si deciderà se un destino già segnato può essere sovvertito dalla forza dei sentimenti.
Trovate Zenshu su Crunchyroll, accompagnato da un buon doppiaggio italiano.
Aquarion Myth of Emotions

Dopo una sorpresa positiva veniamo ora a una delle peggiori delusioni (se non LA peggior delusione) della stagione.
Aquarion è stata una serie cult del periodo dell'anime night di MTV, e una delle ultime serie del genere robotico capace di conciliare una buona realizzazione tecnica con una storia divertente, romantica e avvincente, anche grazie al genio creativo di Shoji Kawamori, recentemente anche ospite di Lucca Comics and Games.
Nell'isola di Enoshima la vita scorre placida e tranquilla, con gli studenti che vivono le loro giornate in tranquillità. Questo fino a che una di loro, Sayo, non muore in strane circostanze, lasciando affranti i suoi amici Sakko e Momohime. Ma la tragica scomparsa di Sayo sembra celare molti misteri, e, soprattutto, l'isola inizia ad essere attaccata da mostri giganteschi a cui proprio alcuni degli studenti sono chiamati a opporsi, pilotando un colossale robot chiamato Aquarion.

Anche se la premessa della serie è comunque intrigante, e i misteri si susseguono accavallandosi l'uno sull'altro, purtroppo Aquarion MOE rimane una serie mediocre, dalla scrittura confusa e poco avvincente.
Le scene d'azione sono ridotte al lumicino e con poco mordente, e anche la scelta di utilizzare due distinti stili per i personaggi, alternando un design (fin troppo) moderno e kawaii per la vita "normale" e una grafica in 3D, alquanto kitsch, per le loro precedenti incarnazioni, si è rivelata straniante, ma nel senso negativo del termine.
Disponibile su Crunchyroll con i soli sottotitoli italiani. Se proprio volete.
Magic Maker: how to make magic in another world

La struttura di base degli isekai è, bene o male, sempre la stessa. Una persona si reincarna in un nuovo mondo, e qui acquisisce poteri straordinari che lo rendono potentissimo e amato da donne e bambini. Soprattutto donne.
Lo schema può variare, certo, con il protagonista che si ritrova nel corpo di essere strani come uno slime, un maiale, una spada o un distributore automatico, ma la sostanza resta, purtroppo, abbastanza invariata.
Quindi è il caso di dare onore al merito a chi, quanto meno, prova ad approcciarsi al genere più di successo in Giappone con un approccio almeno un po' più originale.
Questo è quello che succede in Magic Maker: how to make magic in another world.
Il protagonista è un ragazzo del mondo reale che, per anni, ha sognato di poter vivere in un mondo fantasy in cui scatenare potenti incantesimi. Quando quindi si reincarna nel figlio di un nobiluomo proprio in un mondo fantastico, non può che esserne entusiasta. Almeno fino a che non scopre che anche in questo nuovo mondo, che è comunque flagellato da mostri e ricco di stranezze, non esiste la magia.
Niente palle di fuoco, niente fulmini magici, nessun incantesimo né maghi.
Ma il giovane Sion decide di non scoraggiarsi: se in questo mondo la magia non esiste, ci penserà lui a inventarla!

Intendiamoci: siamo molto lontani dal "capolavoro". Magic Maker, sia dal punto di vista tecnico che di sceneggiatura, non spicca in alcun modo. Ma l'approccio "scientifico" del giovane protagonista alla magia, e un apparato esplicativo fatto da simpatici siparietti in cui Sion illustra agli spettatori i lenti ma costanti progressi della sua ricerca sono comunque una piacevole ventata d'aria nuova in un genere che ormai mostra tutti i suoi limiti. Oltre a offrire una tonnellata di spunti interessanti a tutti gli appassionati di Dungeons & Dragons...
In stremaing su Crunchyroll, purtroppo solo sottotitolato.
Okitsura

Su questa gradevole commedia romantica tra i banchi di scuola occorre fare una doverosa premessa.
Per quanto i personaggi siano gradevoli, disegni e animazioni di buon livello e la sceneggiatura sia ricca di trovate brillanti, non è un titolo per tutti.
Occorre avere un'idea del Giappone non limitata solo a Tokyo o, dall'altro lato dello spettro, alla vita in piccole e deliziose cittadine di provincia. Il Giappone è un paese estremamente ricco e variegato, e in particolare tutta la zona meridionale delle isole Ryukyu è una zona incantevole, con spiagge, mare e tante attrattive per chi ci si trasferisce, molto diversa dalla frenetica e "ingessata" capitale.
Come scopre Teruaki Nakamura, studente appena trasferitosi a Okinawa, che inizia la sua nuova vita in un ambiente completamente diverso da quello della sua città di provenienza, e in più vicino alla spumeggiante Kyan, la compagna di classe per cui ha preso una micidiale e dolcissima cotta. Peccato che Kyan parli solo lo strettissimo dialetto di Okinawa, completamente incomprensibile per il giovane...
Teruaki dovrà così chiedere il supporto di un'altra sua compagna di classe, Hagi, per cercare di capire quello che dice Kyan.
Ma anche Hagi, senza che il ragazzo se ne renda conto, sembra avere dei sentimenti per lui.

Okitsura è una frizzante commedia degli equivoci, basata sull'incapacità di comunicare a causa di esilaranti barriere linguistiche, che sono il punto di forza, ma anche il limite principale, su cui si sviluppa tutta la narrazione. I personaggi principali e le situazioni in cui questi si muovono, in pieno stile anime, sono tutti esagerati e paradossali. Tuttavia la serie mantiene un buon ritmo, e obiettivamente la caratterizzazione delle due protagoniste è assolutamente perfetta.
Se non vi spaventa seguire dialoghi, anche abbastanza "intensi" con i sottotitoli, visto che (per forza di cose) la serie è disponibile su Crunchyroll solo così, e se amate il genere, Okitsura è decisamente un'ottima scelta.
Momentary Lily

In un mondo devastato dalla comparsa di strane creature tecnorganiche, la Caccia Selvaggia, si muove uno sparuto gruppo di sopravvissute. Sono solo delle ragazzine, ma capaci di sopravvivere evocando delle armi speciali chiamate Andvari. Un giorno il gruppo si imbatte in un'altra ragazza, anche lei riuscita a scampare alla Caccia Selvaggia, ma che ha perso la memoria degli eventi passati. Renge, questo è il suo nome, si unisce così a loro tra battaglie furiose e brevi intermezzi fatti di chiacchiere e cucina...
Il genere "ragazze carine che fanno cose carine in modo carino" è abbastanza tipico dell'intrattenimento nipponico, che venga o meno ambientato nel mondo normale (vi consigliamo di recuperare Bocchi the Rock, ad esempio), o in scenari più o meno devastati, come succede in Girls' Last Tour.
Momentary Lily si colloca in questo filone, dedicando spazio alle conversazioni folli, surreali e tenere tra le ragazze, o all'uso della cucina come mezzo di coesione e solidarietà. I colori sono saturi e brillanti, il design delle protagoniste piacevole ed efficace, anche se un po' troppo volutamente stereotipato.

Il tutto viene poi catapultato, violentemente, in momenti molto drammatici e scontri adrenalinici e psichedelici, diretti col piglio dei migliori action, col risultato, un po' straniante, di costruire una serie quasi schizofrenica, complessa e disturbante ma sicuramente intrigante.
Momentary Lily è in streaming su Prime Video, anche in questo caso purtroppo solo sottotitolato.