Valeria Bruni Tedeschi esce dai canoni della donna pazzerella ed emotivamente disturbata nelle mani della regista francese Carine Tardieu. Come spieghiamo nella nostra recensione de L'attachement - La tenerezza, la pellicola interpretata dall'attrice italiana è un variegato affresco umanista che aderisce a una struttura libera e leggera per raccontare le conseguenze dell'amore, di qualsiasi natura, e della perdita.

Basta solo che Sandra accetti di badare per qualche ora al piccolo Elliott (l'espressivo César Botti) mentre la madre, la sua vicina di casa Cecile, viene accompagnata dal marito Alex in ospedale dopo che le si sono rotte le acque, perché la sua esistenza venga sconvolta. Femminista e single incallita, Sandra non ha figli né è particolarmente interessata ad averli. Ma l'incontro con Elliott susciterà in lei sentimenti che non credeva di possedere mentre si affeziona sempre di più al bambino e al padre Alex (Pio Marmaï), rimasto precocemente vedovo.
L'attachement - La tenerezza: immagini che scaldano il cuore

Scandito dai cartelli che indicano l'età di Lucille, la neonata nata dal parto in cui Cecile ha perso la vita, L'Attachement - La tenerezza racconta l'incontro tra un gruppo di personaggi molto diversi tra loro accomunati dal bisogno d'amore. Per raccontare incontri, scontri, delusioni, fallimenti e speranze di un gruppo di francesi irrequieti e tormentati, Carine Tardieu costruisce una drammaturgia volatile, in continua trasformazione. Il film si apre aderendo al punto di vista di Sandra. In un certo senso è lei la protagonista della storia che però successivamente sposta il suo focus su Alex, sulle sue difficoltà di padre single alle prese con due bambini piccoli e sulla sua solitudine.

A questa coppia impossibile, unita dalla vicinanza dei loro appartamenti e dall'amore per Elliott e Lucille, si aggiungono presto un manipolo di altri personaggi che creano scompiglio, ognuno con le sue peculiarità. Dalla suocera di Alex intervenuta per aiutarlo coi bambini, che piange in silenzio la figlia, al padre naturale di Elliott, l'affascinante scavezzacollo che ha il volto di Raphaël Quenard, amore di gioventù di Cecile, passando per l'ingombrante famiglia di Sandra, che appare di rado, ma non passa inosservata, fino alla bella pediatra Emilia (Vimala Pons), L'attachement si configura come una girandola di anime, di incontri, confronti e relazioni di un gruppo di uomini e donne alla ricerca di un pizzico di felicità tutta per loro.
La bravura di Valeria Bruni Tedeschi

Quella che si dipana dal nucleo de L'attachement è un'energia centrifuga. L'irrequietezza dei personaggi che si muovono alla ricerca di un posto nel mondo dà al film un andamento ondivago e a tratti disordinato. A confronti densi di significato si alternano pause riflessive in cui non sembra accadere poi molto. Carine Tardieu riflette sulla forza del sentimento, ma anche sui capricci del fato, che condiziona le esistenze a suo piacimento come si lamenta il povero Alex, che si sente "perseguitato" dalla cattiva sorte.
Mentre i personaggi si confrontano, si amano e si lasciano al ritmo della placida esistenza borghese della provincia francese, di L'attachment ci rimane in mente soprattutto l'ultima scena in cui la libraia femminista, fieramente indipendente, forte, ma al tempo stesso fragile di Valeria Bruni Tedeschi gioca teneramente sul prato con Elliott e Lucille. Perché la maternità può non essere una scelta né una vocazione, ma una possibilità; perché possono essere i figli a insegnare cosa significa vivere a genitori e non in un film imperfetto, ma vibrante e vitale, che cresce dentro lo spettatore dopo la visione proprio come un bambino alla scoperta del mondo.
Conclusioni
Un film imperfetto, ma vibrante e vitale, che cresce dentro lo spettatore dopo la visione proprio come un bambino alla scoperta del mondo, come svela la nostra recensione de L'attachement - La tenerezza, pellicola sentimentale interpretata da un'ottima Valeria Bruni Tedeschi.
Perché ci piace
- La sentita performance di Valeria Bruni Tedeschi, che veste i panni di un personaggio molto distante dai suoi canoni.
- La naturalezza dei dialoghi, supportate dalla bravura degli interpreti, grandi e piccoli.
- Il calore che emana dal racconto di vita dei personaggi.
Cosa non va
- La narraturgia libera e il proliferare dei personaggi creano un ritmo discontinuo, a tratti squilibrato.