Un connubio curioso, quello tra i fantasmi e le armi da fuoco; un po' come è curioso vedere un'attrice come Helen Mirren, premio Oscar e Dama dell'Ordine dell'Impero Britannico, a ricoprire il ruolo di protagonista in un thriller soprannaturale ad alto tasso di jump scare. Un'attrice della sua caratura e della sua personalità può fare quello che vuole, e qui, con la collaborazione del bravo collega Jason Clarke, Dame Mirren regala una marcia in più a questo La vedova Winchester, altrimenti un po' carente di inventiva nei meccanismi dello spavento nonostante le suggestioni della leggenaria Winchester House, "la casa più infestata del mondo".
Come sempre incantevole e in splendida forma, come sempre in cerca di nuove sfide da affrontare, Mirren è approdata a Roma per presentare il film. Ad accompagnarla l'executive di Eagle Picture Roberto Proia, che annuncia che il film sarà distribuito dal 22 febbraio in 250 copie e sottolineando il suo sforzo a fare uscire il film anche in versione originale, cosa che accade molto di rado con il genere horror.
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Una ghost story tra tradizione narrativa e spunto biografico
Helen Mirren: Io devo un po' contestare quello che dice Roberto sul fatto che il film sia un horror. Io non amo l'horror e credo che La vedova Winchester sia una storia di fantasmi, che è qualcosa di decisamente diverso, appartiene a una tradizione millenaria e integrale all'esperienza umana.
Come mai ha deciso di fare questo film? Si è sentita attratta dal personaggio realmente esistito di Sarah Winchester?
Ci sono stati un paio di fattori che mi hanno convinto, innanzitutto l'opportunità di lavorare con due registi giovani come Michael e Peter Spierig. Mi piace lavorare con giovani, c'è una grande carica di energia. E poi sì, anche il fatto che questa donna sia esistita davvero e che oggi sia circondata dalla leggenda, infatti si può leggere molto su di lei. La storia mi è piaciuta in sé ma apprezzo anche il fatto che abbia le sue radici nella realtà. Sarah Winchester fu una persona molto solitaria, dopo la morte del marito si ritirò a vita privata e, grazie all'eredità del marito e alle rendite del marchio Winchester, inizio ad ampliare questa fattoria di otto stanze fino a che non diventò un edificio di sette piani con più di cento stanze. Sin da allora c'era questa diceria che stesse facendo questi ampliamenti - con persona al lavoro giorno e notte, sette giorni su sette - per placare le anime dei morti uccisi dalle armi Winchester.
Com'è il suo rapporto con il soprannaturale?
Non credo nei fantasmi, o meglio ci crederò quando ne vedrò uno. Credo però nelle incredibili possibilità della mente e dell'immaginazione umana; voglio credere, ma siamo solo all'inizio dello studio delle capacità del nostro cervello e della nostra immaginazione. Diciamo che sono un'agnostica in attesa di informazioni.
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Il mistero di Sarah
Ha visitato la vera Winchester House?
Sì, ci sono stata, ed è una costruzione incredibile, bastano due minuti al suo interno per sentirsi completamente persi al suo interno. Ma fa anche tenerezza, perché Sarah Winchester era una donna estremamente minuta e fece costruire tutto proporzionato alle sue dimensioni. Sembra di attraversare una casa delle bambole senza fine.
Come ha lavorato alla sua versione di Sarah Winchester?
Ho letto molto, anche se in realtà di lei si sa poco, non si fece più vedere in giro, un po' come la regina Vittoria, si isolò completamente dal mondo dopo la morte del marito; ma aveva questa creatività, questa energia incredibile che profuse in questo ampliamento infinito della magione. Si tratta di un personaggio psicologicamente molto affascinante da esplorare. C'è una cosa molto rappresentativa del suo mistero, subito dopo l'ingresso della casa: due pannelli ricoperti di citazioni dalla opere di Shakespeare, ma opere minori, non le più celebri. Riccardo II, Troilo e Cressida. Li guardi e capisci che c'è un significato da qualche parte, ma non puoi arrivarci ed è frustrante.
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Proiettili e fantasmi
Il film è una storia di fantasmi, ma può anche essere letto come un atto di accusa sull'abuso delle armi. Lei cosa pensa della diffusione delle armi da fuoco negli Stati Uniti?
Ogni paese ha la sua cultura, in America c'è una cultura delle armi che non c'è altrove, ad esempio nella mia nativa Inghilterra o qui in Italia. Una cosa spiegabile solo guardando al profitto. Ma molti altri paesi però - Inghilterra, Russia, Italia - le armi le producono e le vendono a paesi politicamente instabili; qualche settimana fa si parlava di bombe usate per uccidere bambini in Yemen, e prodotte in Italia. In un certo senso, siamo tutti responsabili dell'abuso delle armi come civiltà. La vedova Winchester è una ghost story di puro intrattenimento, ma può senz'altro indurci a riflettere pensando al ruolo che ebbero i fucili Winchester nell'esito della guerra civile americana, l'incredibile numero di morti causati da queste armi, le cui anime nel film tornato a tormentare la famiglia Winchester.
Attenti al vulcano
C'è un punto del film in cui Jason Clarke dice che "pazzo" è una parola pericolosa. La cosa le fa venire in mente qualche personaggio pubblico, in Inghilterra o anche altrove?
Sapete, in realtà a me i pazzi piacciono. Provo sempre simpatia per le persona che se ne vanno in giro con abiti sgargianti, con abbinamenti assurdi. Non sono loro quelli che mi fanno paura. A spaventarmi sono i calcolatori, i venali, i manipolatori. I pazzi mi piacciono!
E a proposito di manipolatori, cosa pensa del cambiamento che sta avvenendo nell'industry e altrove con movimenti come #metoo e Time's Up?
La vera domanda è come mai ci sia voluto così tanto tempo. Il cambiamento della condizione femminile, nei rapporti tra uomini e donne è in fermento da tempo, almeno tutta la mia vita, e probabilmente da prima: non possiamo sapere la verità perché duecento anni fa le donne non avevano voce. Un profondo cambiamento è un processo lento, a volta dura generazioni. Ha ribollito per decenni sotto la crosta della cultura, ma adesso il vulcano è eruttato, non si fermerà, e possiamo solo consigliare a chi sta per essere raggiunto dal fiume di lava di provare a scansarsi in fretta.