Un'avventura umana e sportiva, con una storia che parte dalla realtà e dal percorso di Paolo Pizzo, campione mondiale di scherma. Dalla sua vicenda, personale e atletica, ecco il biopic La stoccata vincente, diretto da Nicola Campiotti (in onda domenica 24 settembre su Rai 1, oltre che in streaming su Rai Play). Sport, umanità e ma anche un romanzo di formazione, che parte da lontano, avvicinando il genere cine-sportivo al vasto pubblico di Rai. Una storia d'identità, di radici siciliane (e c'è una Sicilia narrata in modo sfumato), di perseveranza e di passione, restando attaccata ai valori fondamentali. Protagonista un bravo Alessio Vassallo, con lui Flavio Insinna, nei panni di papà Piero.
Liberamente ispirato a La stoccata vincente, scritto da Marco Videtta e dal giornalista sportivo Maurizio Nicita, il film ripercorre l'epopea di Paolo Pizzo, due volte campione del mondo nella spada, passando dalla lotta contro un tumore al cervello, scoperto e debellato quando era bambino, fino ai successi sportivi. A tal proposito, Nicola Campiotti spiega a Movieplayer: "Una storia vera richiede maggiore responsabilità. Con Paolo ci siamo sentiti spesso su Zoom, anche perché la scherma per me era uno sport sconosciuto. Eppure, è uno sport di attesa, di stile, di eleganza. Siamo entrati in questo racconto lungo tre decenni per raccontare il sogno di un bambino, sfidando gli ostacoli della vita. E devo dire che questo è un film che immagino anche per i ragazzi. Abbiamo fatto del nostro meglio".
La stoccata vincente e la storia vera di Paolo Pizzo
Tre Ori ai campionati italiani, due mondiali, tre argenti agli europei e un argento alle Olimpiadi di Rio de Janeiro: La stoccata vincente, tra flashback, cadute e rinascita, ripercorre la storia vera di Paolo Pizzo. Oltre papà Piero, Troviamo sua madre Patrizia (Egle Doria), sua sorella Marina (Chiara Cavaliere), e affrontiamo la sfida della malattia. Dai primi sintomi alle cure, arrivando poi all'arruolamento nell'Aeronautica Militare e l'ingresso nella Nazionale di Scherma, con cui ha trionfato nella sua Catania il 12 ottobre 2011, in occasione dei Campionati mondiali. "La mia famiglia mi ha insegnato che vuol dire lottare sul campo" racconta l'atleta a proposito de La stoccata vincente. "È complesso raccontare un film su di te. In fondo il libro originale mi ha inizialmente fatto scoprire parte di me che tenevo nascosta. Chi ha vissuto malattie simili alla mia sa di cosa parlo. Il film poi è stata una sorta di liberazione. Tra l'altro, i miei amici hanno rimarcato la somiglianza tra me e Alessio Vassallo". Nel cast troviamo anche Maciej Robakiewicz nel ruolo del maestro Oleg Pouzanov; Mario Ermito che interpreta il rivale Guglielmo Visentin, e la brava Elena Funari, che veste i panni di Lavinia Bonessio, pentatleta di cui si innamorerà.
I protagonisti: Alessio Vassallo e Flavio Insinna
Come detto, nel ruolo di Paolo Pizzo c'è un appassionato Alessio Vassallo, siciliano come lo schermidore: "Una storia che resterà sulla mia pelle" ci dice l'attore. "Interpretare un ragazzo, e non un campione del mondo. Stare sul set, affrontando questa storia, è stato incredibile. Sul set avevamo Paolo Pizzo, a mezzo metro. Una fortuna e una responsabilità. È una storia di sport, e allora mi sono allenato per mesi, andando a letto con le ossa rotte. Per qualche settimana mi sono sentito un campione olimpico... ma il tema del film è la caduta. Nella vita si cade, e si guarda il mondo da una prospettiva diversa. Ad un certo punto arriva una mano tesa che ti può tirare su. Dobbiamo riappropriarci delle nostre cadute. Qualunque esse siano. L'inciampo fa parte della vita. Grazie a La stoccata vincente ho centrato le mie idee. Un lavoro emotivo e fisico importante".
Assoluto protagonista dell'incontro stampa, Flavio Insinna, che riflette sull'importanza narrativa de La stoccata vincente: "Inseguiamo sempre qualcosa in più, ma non come traguardo, come studio. Dopo aver preso parte a Muso Duro, questo è un altro regalo. E ringrazio la produttrice Gloria Giorgianni per questa nuova occasione. Non mi sento mai pronto per questo mestiere, poi non essendo padre... una cosa però la dico: dobbiamo cambiare idea sul concetto di guerriero in relazione alla malattia. È una retorica da superare: non siamo solo i risultati che otteniamo".
In chiusura, Flavio Insinna dribbla elegantemente la domanda riguardante l'avvicendamento di Pino Insegno alla conduzione de L'Eredità: "Io di mestiere faccio questo, grazie agli insegnamenti di Gigi Proietti. La prima cosa che ho fatto è un prodotto Rai, nel 1996. Proietti ci ha fatto fare la tv nel 1991. Una cavalcata. L'Eredità? L'ho presentata per cinque anni. Non ringrazierà mai abbastanza il pubblico. Il primo anno ero tramortito. Una storia d'amore che finisce, e auguro buona vita a quella persona. Augurando buona vita alla Rai, a Don Matteo, a L'Eredità. Amerò per sempre questa storia. La7 mi aveva contattato, la ringrazio, ma non posso fare lo stesso programma alla stessa ora. Giocherei contro me stesso".