La signora Harris va a Parigi, la recensione: sognare può cambiare la vita

La recensione de La signora Harris va a Parigi: il film diretto da Anthony Fabian con protagonista Lesley Manville è una piacevole commedia senza grandi pretese. Al cinema dal 17 novembre.

La signora Harris va a Parigi, la recensione: sognare può cambiare la vita

In seguito alla presentazione dello scorso mese alla Festa del Cinema di Roma e dopo essere già uscito negli Stati Uniti, in Regno Unito e in alcuni paesi europei come Francia e Germania con una buona accoglienza di pubblico e critica (24 milioni di euro incassati finora in tutto il mondo su una decina circa di budget), arriva in sala anche in Italia La signora Harris va a Parigi, nuovo adattamento dell'omonimo romanzo del 1958 dello scrittore statunitense Paul Gallico con un cast di tutto rispetto.

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La signora Harris va a Parigi: Lesley Manville durante una scena del film

Nei panni della protagonista - già interpretata nel 1992 da Angela Lansbury nel film per la tv In volo per un sogno - c'è l'esperta attrice britannica Lesley Manville, molto apprezzata negli ultimi anni a livello internazionale nel capolavoro di Paul Thomas Anderson Il filo nascosto e nella quinta stagione di The Crown, affiancata tra gli altri da Isabelle Huppert, Lambert Wilson e Jason Isaacs.

Un sogno da realizzare

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La signora Harris va a Parigi: Lesley Manville in un'immagine

Londra, 1957. Ada Harris (Lesley Manville) è una signora delle pulizie sulla sessantina dal grande cuore, per natura incline ad aiutare il prossimo in maniera completamente disinteressata. Trascorre le proprie monotone giornate a pulire con cura le case dei facoltosi clienti, offrendo loro diversi servizi che spesso le vengono retribuiti in ritardo, nella speranza che il marito di cui non ha più notizie dai tempi della seconda guerra mondiale possa ancora fare ritorno a casa. Un giorno però riceve un piccolo pacco con cui le viene comunicata dall'esercito l'accertata morte del sergente Harris sul campo di battaglia, in Polonia nel marzo del 1944.

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La signora Harris va a Parigi: Lesley Manville in un momento del film

Appresa con grande dolore la notizia, dopo essere stata ammaliata da un meraviglioso, costosissimo abito di Christian Dior trovato in casa di una irrispettosa donna dell'alta borghesia per cui lavora, la signora Harris decide di lasciarsi andare all'inseguimento di un sogno: volare a Parigi per acquistare un vestito Dior tutto per sé, che la faccia finalmente sentire unica e speciale.

La signora Harris alla conquista di Parigi

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La signora Harris va a Parigi: una scena del film

Grazie all'inattesa pensione come vedova di guerra maturata a partire dal 1944, ai risparmi di una vita e all'aiuto dell'amico Archie (Jason Isaacs), la nostra protagonista riuscirà nell'intento di raggiungere la capitale francese. Qui, tra un evento rocambolesco e l'altro, troverà il modo di farsi amare e apprezzare da tutti i dipendenti della boutique Dior, dalla bellissima modella Natasha (Alba Baptista) al responsabile della contabilità André (Lucas Bravo), fino alla direttrice Claudine (Isabelle Huppert) e a Christian Dior in persona (Philippe Bertin). Aprendosi poi alla possibilità di un nuovo amore in seguito all'incontro con un marchese parigino (Lambert Wilson) e finendo persino per essere determinante nella realizzazione di un cambiamento epocale all'interno della famosa casa d'alta moda.

La Signora Harris va a Parigi, Anthony Fabian: "Un film per tornare a sognare"

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La signora Harris va a Parigi: un'inquadratura

Una gradevole commedia senza troppe pretese

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La signora Harris va a Parigi: Isabelle Huppert in una scena del film

Dal tono fiabesco e pieno di buoni sentimenti da dispensare, La signora Harris va a Parigi intrattiene piacevolmente lo spettatore per le sue due ore di durata, accompagnandolo anche con un certo gusto nella Londra e nella Parigi di fine anni Cinquanta. Se l'interpretazione di Lesley Manville nei panni della trascinante sognatrice signora Harris è senz'altro buona, anche il resto del cast è sempre all'altezza della situazione.

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La signora Harris va a Parigi: Alba Baptista in una foto

Pur essendo piuttosto prevedibile nello svolgimento della storia e per quanto in alcuni passaggi risulti un po' troppo scontata e superficiale, quella diretta da Anthony Fabian è in ogni caso una commedia gradevole, realizzata con indubbia professionalità in tutti i suoi aspetti, che non dispiacerà a chi è alla ricerca di un film senza particolari pretese con cui svagarsi e allontanarsi dalla quotidianità.

Conclusioni

Nel corso della recensione de La signora Harris va a Parigi, abbiamo sottolineato come il film di Anthony Fabian sia una commedia gradevole, realizzata con indubbia professionalità in ogni suo aspetto e ben interpretata dal nutrito cast (in particolare da Lesley Manville). Anche se un po' troppo superficiale e prevedibile, la pellicola sarà apprezzata da chi è alla ricerca di un film senza grandi pretese con cui intrattenersi piacevolmente.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • La capacità di intrattenere lo spettatore in maniera efficace.
  • Le buone interpretazioni di Lesley Manville nei panni della protagonista e del resto del cast.
  • Il film accompagna con un certo gusto lo spettatore nella Londra e nella Parigi di fine anni Cinquanta.

Cosa non va

  • Lo sviluppo narrativo è piuttosto prevedibile.
  • Alcuni passaggi un po' troppo scontati e superficiali.
  • Non è il film ideale per chi è alla ricerca di un particolare approfondimento psicologico dei personaggi.