L'adolescenza può essere un vero inferno. Poco importa quanto gli adulti si impegnino a sostenere il contrario, solo un liceale sa quanta forza è necessaria per varcare quotidianamente i cancelli di scuola e presentarsi al cospetto dei propri compagni di classe, pronti a giudicare qualsiasi dettaglio dell'apparire o dell'essere. Se siete un po' grassocci o avete i brufoli la questione è seria, ma se siete omosessuali o ragazze più spigliate della media la situazione può addirittura degenerare assumere i contorni di una tragedia degna di Eschilo. L'Italia è un paese omofobo e sessista, il Family Day serve solo a ricordarcelo. Dopo aver raccontato gioie e dolori di una famiglia nella Napoli degli anni Settanta ne La kryptonite nella borsa, Ivan Cotroneo ritorna dietro la macchina da presa per passare al vaglio gli adolescenti della generazione 2.0, le loro ansie e i loro tormenti.
Un bacio, tratto dal suo omonimo libro del 2010, è la storia di tre adolescenti, Lorenzo (Rimau Grillo Ritzberger), Antonio (Leonardo Pazzagli ) e Blu (Valentina Romani) e che trovano nella loro amicizia l'unico rifugio dall'emarginazione e dalla cattiveria dei loro coetanei. Il primo è stato adottato da una famiglia amorevole dopo un'infanzia complicata ma viene subito etichettato dai suoi compagni a causa della sua omosessualità e del carattere eccentrico e disinibito. In suo soccorso accorre subito Blu, emarginata a causa di alcune dicerie che circolano sul suo conto che non si è neanche impegnata a smentire. Il più reticente dei tre è Antonio, chiuso in un doloroso silenzio in seguito alla morte del fratello maggiore e per questo considerato quasi menomato dal resto del gruppo.
Il diritto alla felicità
I tre protagonisti di Un bacio sono divisi tra realtà familiari difficili (ma non sempre, o per lo meno non determinanti) e insegnanti che spesso sposano la stessa logica repressiva dei loro alunni. Lorenzo è il più forte dei tre, soffre intimamente delle umiliazioni patite dai suoi compagni ma non rinuncia ad esporre la propria diversità come un vanto. Blu si aggrega a lui, cercando di prendere in prestito un po' del suo coraggio e riappropriandosi pian piano del suo diritto alla felicità. Per Antonio le cose andranno diversamente. L'ostilità del mondo esterno accrescerà la sua rabbia esasperata che sfocerà in un gesto finale imprevedibile e disarmante. Cotroneo non cerca commozione o pietismo ma empatia. Il suo film è inclusivo, pertanto i suoi bulli non hanno un volto ma vengono identificati in un branco insulso al quale non si rivolge la minima attenzione. Oltre alla scelta di allontanarsi da facili stereotipici e catalogazioni, il suo film è apprezzabile per l'onestà di intenti, poiché rinuncia alla spettacolarizzazione del dolore in favore di uno strumento potente e altrettanto efficace chiamato leggerezza.
È nata una star
Tra i tre giovani interpreti (simpatici ma molto acerbi) emerge maggiormente Rimau Grillo Ritzberger che affronta il suo Lorenzo con coraggio e sfrontatezza. I suoi stacchetti musicali, coreografati dal grande Luca Tommassini, la sua passione per Lady Gaga e per l'abbigliamento vintage rimangono impressi tanto quanto la sua irrefrenabile voglia di vivere. Anche Cotroneo sembra estremamente legato a questo estroso teenager al punto che per sottolineare i suoi stati d'animo non si fa mancare niente, nemmeno degli elementi grafici (come le farfalle!). Pur peccando talvolta di credibilità, a causa di una recitazione ancora grezza, Rimau è dotato di un naturale carisma che conferisce al suo personaggio la possibilità di impressionare lo spettatore e perfino di irritarlo. Per farla breve, gli omofobi e i bulli non gradiranno: missione compiuta.
The power of music
A veicolare il messaggio di Cotroneo contro la violenza verbale, il cyberbullismo e qualsiasi altra forma di discriminazione contribuisce anche la musica. La colonna sonora del film, particolarmente energica e accattivante, alterna famosissimi brani contemporanei come Born This Way della già citata Gaga, Loud Like Love dei Placebo e Hurts di Mika (boom di visualizzazioni su YouTube e ormai inno della lotta contro il bullismo) a classici degli anni Ottanta cantati da Billy Idol, Blondie e i New Order. Artisti originali che si confanno allo spirito bizzarro con cui Cotroneo si cimenta in una lodevole operazione sociale.
Il fine giustifica i mezzi
Non sarà il film dell'anno, André Téchiné, Sofia Coppola, Céline Sciamma saranno di un altro pianeta, ma Un bacio di Ivan Cotroneo ha più di una ragione per esistere e opta per un linguaggio che la rende accessibile a tutti. Tra un omaggio a High School Musical e ai tre indimenticabili protagonisti di The dreamers - I sognatori di Bernardo Bertolucci, il regista partenopeo restituisce centralità ai più giovani e alle loro sofferenze sempre troppo sottovalutate dagli adulti.
Ad eccezione della durezza del finale, Un bacio rappresenta più una carezza che uno schiaffo perfino all'indirizzo dello spettatore più astioso. Il cinema di Cotroneo è comunicativo perché oppone alle atrocità della vita la forza della dolcezza e del candore. Questo bacio è un inno all'amore, un invito ad accogliere e proteggere le diversità, un'ancora di salvataggio contro il rischio dell'infelicità che, terminata l'adolescenza, può condizionare un'intera esistenza.
Movieplayer.it
3.0/5