Scanio Libertetti (Daniele Savoca) è un riparatore di professione: mancato ingegnere, grazie alla sua dimestichezza con oggetti meccanici ed elettronici ripara da casa vecchie macchine del caffè, radio e qualsiasi cosa gli proponga il suo datore di lavoro, che lo sfrutta senza preoccuparsi di trattarlo come un vero e proprio schiavo. Timido, stralunato e costantemente in ritardo, Scanio vive in un mondo suo, nella bolla spazio-temporale che si è creato e viaggia a velocità differente rispetto a quella delle persone che lo circondano.
Preso in giro da amici e parenti, pochi, la figura che più gli è vicina è infatti lo zio panettiere che gli lascia sempre qualcosa da mangiare a fine giornata, Scanio è costretto a rivalutare la sua intera esistenza quando, a causa dell'amore per una donna inglese, Helena (Hannah Croft), gli viene revocata la patente e racconta ai suoi compagni di corso alla scuola guida il percorso che lo ha portato a quella situazione.
Opera prima di Paolo Mitton, presentata in anteprima mondiale al Raindance Film Festival e poi allo Shangai Film Festival e, due anni fa, in proiezione speciale, al Torino Film Festival, The Repairman è un esordio cinematografico atipico per il panorama italiano, che racconta in maniera originale le vicissitudini di un personaggio particolare e curioso, soprattutto per quanto riguarda i tempi e i tagli dati alle sue sventure quotidiane.
Paolo Mitton, il regista dai mille volti
Mitton, oggi regista a tempo pieno residente a Londra, ha un passato singolare, in cui il cinema non è sempre stato presente: piemontese cresciuto tra Torino e la Liguria, Mitton si è laureato in ingegneria e ha lavorato per alcune società di comunicazione tra il Belgio e Parigi, grazie cui ha scoperto il suo amore per il cinema per trasferirsi poi in Spagna, dove ha studiato cinematografia e realizzato i suoi primi cortometraggi. Forte della sua formazione tecnica, Mitton si è stabilito a Londra, dove ha curato gli effetti speciali di diverse grandi produzioni, come Harry Potter e il prigioniero di Azkaban, La fabbrica di cioccolato e Troy, specializzandosi in post produzione e lavorando anche come montatore freelance. The Repairman è il suo primo lungometraggio, sogno inseguito per anni, per cui è voluto tornare nei luoghi della sua infanzia, girando anche grazie al supporto delle persone conosciute da una vita, come il panettiere di fiducia, che gli ha fornito il suo locale per le riprese.
Grazie alla sua formazione atipica, Mitton ha dato un'impronta molto personale e originale al suo film, aiutato anche dalla fotografia di David Rom, raccontando la storia di Scanio con dei tempi particolari, dilatando alcune scene e contrapponendo a queste dei tagli improvvisi, conferendo un ritmo insolito, soprattutto per una commedia italiana. Autore anche del montaggio, che ha firmato con uno pseudonimo, Mitton fa del suo passato scientifico una ricchezza da cui attingere e che gli permette di entrare in maggiore sintonia con il suo protagonista.
Scanio, il riparatore
Primo mobile, anche se forse sarebbe meglio dire immobile, e cuore pulsante del film è Scanio Libertetti, il riparatore del titolo, interpretato con una cura quasi maniacale da Daniele Savoca, anche lui piemontese, allievo del Teatro Stabile di Torino, che trasforma il personaggio in una maschera quasi grottesca, lavorando sulla sua postura e creando appositamente per lui una camminata caratteristica, che gli conferisce un aspetto a metà tra una papera e un orso, arrivando persino a ingrassare dieci chili per dare maggiore pesantezza e lentezza al personaggio, dimostrando una professionalità tipica degli attori anglosassoni, non curandosi di cambiare totalmente aspetto e imbruttirsi.
Lo Scanio interpretato da Savoca è una figura multiforme, uomo e bambino allo stesso tempo, scienziato e ingenuo, totalmente rinchiuso nel suo mondo e allo stesso tempo desideroso di farsi amare, pur non riuscendo a integrarsi con lo stile di vita delle persone che lo circondano. Figura tragicomica, Scanio ricorda le maschere create dal primo Woody Allen.
Un esordio da tenere d'occhio
Divertente e allo stesso tempo amaro, The Repairman, che arriva nelle sale italiane a due anni di distanza dalla sua presentazione al Torino Film Festival, è un esordio interessante e fa di Paolo Mitton un regista da tenere d'occhio. Pur non essendo privo di difetti (la parte centrale funziona meglio di quella iniziale e finale), The Repairman è sicuramente una pellicola che offre spunti originali, sia per la sua realizzazione, sia per i temi che affronta, come la riscoperta del vecchio rispetto al nuovo, dell'interesse per l'aspetto scientifico delle cose e la fascinazione per un modo di vivere meno frenetico e incasellato.
Distribuito da Cineama, in collaborazione con Slow Cinema e con il sostegno di Legambiente e Slow Food Italia, The Repairman è distribuito sul territorio nazionale dal 26 febbraio, accompagnato dal lancio di diverse iniziative, come l'app del Misurometro, lo strumento per rilevare le onde elettromagnetiche che usa Scanio nel film, e il sito Viva la reparacion, un portale dedicato al tema della riparazione, sviluppato in associazione con Restart Project, gruppo di volontari che organizza i "restart parties", in cui viene insegnato alle persone come riparare gli oggetti elettronici e combattere l'obsolescenza programmata degli stessi.
Movieplayer.it
3.0/5