Ooops! ho perso l’arca: allegria e colore per un pubblico di bambini

Semplice ma divertente nello sviluppo, il film di Toby Genkel e Sean McCormack racconta con vivacità e ironia il dramma delle specie animali che hanno perso l'arca per salvarsi dall'inondazione.

Ci sono treni che passano una sola volta nella vita... ma anche imbarcazioni e l'arca di Noè è sicuramente una di queste. D'altra parte quanti diluvi universali possono capitare nella storia di un pianeta come il nostro? Nel caso vi capitasse di perdere il passaggio della vita, però, sarebbe un bel problema e chissà quante specie animali non hanno avuto la possibilità di essere messe a rischio estinzione da noi esseri umani perché semplicemente non sono riuscite a salire a bordo del vascello che ha mantenuto in vita la fauna del nostro mondo (e la prima che ci viene il mente è il Minollo del celebre sketch sulla fine del mondo di Troisi e la sua Smorfia).

Ooops! Ho perso l'arca: Leah e Finny in una scena del film animato
Ooops! Ho perso l'arca: Leah e Finny in una scena del film animato

Ci riflette e scherza su il regista Toby Genkel e Sean McCormack per conto di Ulysses Filmproduktion GmbH, Fabrique d'Images, Grid Animation e Moetion Films, studi con alle spalle diverse produzioni animate, tra film e serie, e che dimostrano la vitalità di un settore affascinante quanto difficile, che richiede sforzi ingenti e congiunti per ottenere la qualità e il supporto necessari a raggiungere visibilità internazionale in un mondo dominato da pochi grandi colossi.

Vita da nasocchione

Ooops! Ho perso l'arca: Hazel, Dave e il Leone in una scena del film animato
Ooops! Ho perso l'arca: Hazel, Dave e il Leone in una scena del film animato

Essere un nasocchione non è affatto facile, sempre in giro, costretto a cambiare continuamente casa. E' il cruccio principale del piccolo Finny, costretto a traslocare ogniqualvolta riesce a trovare nuove amicizie dal padre Dave. L'ennesimo trasloco è però per motivi che ci appaiono più che validi, perché è in arrivo una grande inondazione e l'unica speranza è imbarcarsi su una grossa nave costruita da un umano di nome Noè. Ma non è così semplice: i nasocchioni non sono sulla lista del leone che gestisce l'arca. Tutto si può dire dei nasocchioni, li si può anche prendere in giro per la nuvoletta di gas azzurro che rilasciano quando si spaventano o per la loro goffaggine, ma di certo non si può sostenere che sono tipi che si arrendono facilmente e così trovano un modo per salire a bordo e navigare verso la salvezza, aiutati da Hazel e la figlia Leah, due Musoni. Ma gli imprevisti non finiscono e per una distrazione i due giovani, Finny e Leah, restano sulla terra ferma e per ritrovarli i loro genitori devono mettere da parte le divergenze e unire le forze.

Animali da compagnia

Ooops! ho perso l’arca: Leah, Finny e l'adorabile Obesino
Ooops! ho perso l’arca: Leah, Finny e l'adorabile Obesino

Uno dei punti di forza di Oops! Ho perso l'arca è il design di tutti i personaggi, dai protagonisti nasocchioni ai loro compagni di avventura Hazel e Leah, fino a tutti quelli che appaiono su schermo. Su tutti l'adorabile Obesino! Dai nomi di queste improbabili razze di animali, è evidente che il film di Genkel e McCormack voglia rivolgersi prima di tutto a un pubblico di bambini e l'attitudine con cui tutto il cast di personaggi è realizzato è in linea con questo scopo: le linee morbide, gli occhioni, la generale sofficità che li contraddistingue è perfetta per attirare, coinvolgere e far sorridere i giovanissimi spettatori. Ma è ugualmente evidente la passione impiegata nel crearli e realizzarli, quella cura nel design, nell'animazione e nell'orchestrare le situazioni che li vedono coinvolti. Quella di dedicarsi ai bambini è infatti una scelta che si rispecchia anche nella costruzione della trama, lineare e semplice da seguire, ma non per questo banale, impreziosita da qualche strizzata d'occhio anche per lo spettatore più smaliziato (geniale in tal senso la citazione di Tetris, che nessun bambino di oggi potrebbe cogliere).

La lotta per la sopravvivenza

Ooops! Ho perso l'arca: una scena del film d'animazione
Ooops! Ho perso l'arca: una scena del film d'animazione

Nel mondo dell'animazione di oggi, studi come quelli che hanno realizzato con dignità e passione un lavoro come Oops! Ho perso l'arca rischiano di essere un po' come i Nasocchioni e i Musoni che ne sono protagonisti: devono lottare per sopravvivere. Devono farlo perché l'animazione richiede notevoli sforzi (di lavoro e quindi economici) e ci sono predatori molto potenti nelle prime posizioni della catena alimentare. Un film come quello di Genkel e McCormack stupisce per capacità di creare qualcosa di semplice ma efficace, per l'inventiva nel tratteggiare personaggi simpatici e originali, e ancor di più per il livello tecnico al di sopra delle aspettative: Disney, Pixar ed anche Dreamworks Animation ci hanno abituato a un impianto visivo notevole, ad una ricchezza e profondità nella costruzione delle scene che non ha eguali, eppure la piccola avventura di Dave, Finny, l'Obesino e i loro amici/nemici riesce a sopperire a questo importante divario con intelligenza e dedizione, non sfigurando al cospetto dei più blasonati rivali. Non ci sarà Jim Parsons a dar voce a un protagonista (ma quello, ahinoi, non c'è nemmeno nella versione italiana di Home - A casa), ma a Oops! Ho perso l'arca non manca niente per poter divertire il suo pubblico di bambini.

Movieplayer.it

3.0/5