Hong Kong, lunedì 3 giugno 2013. In una camera al decimo piano del Mira Hotel, la regista Laura Poitras e il giornalista Glenn Greenwald si sono appena incontrati con un giovane informatore della National Security Agency degli Stati Uniti, Edward Snowden, prendendo tutte le precauzioni possibili per tenersi al riparo da sguardi indiscreti e rischi di intercettazioni. All'improvviso, mentre la macchina da presa sta riprendendo il dialogo fra Snowden e Greenwald, nell'hotel risuona l'allarme antincendio. Pochi istanti di silenzio, e l'allarme torna a suonare.
Il malcelato nervosismo dei presenti, il tentativo di esorcizzarlo con un accenno di risata soffocato in gola, mentre l'allarme continua a scattare a intervalli regolari e i tre, incerti sul da farsi, si interrogano se sia il caso di abbandonare la sicurezza di quella stanza d'albergo: una sequenza che, nella sua sostanziale banalità, risulta emblematica della tensione che innerva il film di Laura Poitras, nonché di un'atmosfera di sospetto e di paranoia che richiama alla mente i thriller cospirativi della New Hollywood degli anni Settanta.
Cittadino Snowden
Eppure, a differenza di film quali La conversazione o I tre giorni del Condor, la materia narrativa di Citizenfour non è il frutto della fantasia di uno scrittore, ma una vicenda che, nel giugno 2013, è esplosa con effetti dirompenti sui media di tutto il mondo, generando uno dei maggiori scandali dell'ultimo decennio, tale da far tremare perfino la Casa Bianca. Citizenfour è lo pseudonimo usato da Edward Snowden per contattare, tramite mail crittografate, il giornalista del Guardian Glenn Greenwald e la documentarista Laura Poitras, allo scopo di trasmettere loro le prove di una sorveglianza di massa sui cittadini statunitensi (ma anche di altri paesi) attuata dall'NSA attraverso il controllo di cellulari, posta elettronica, carte di credito e dati personali raccolti da Google, Yahoo, Apple, Facebook, AOL e YouTube. A denunciare questa clamorosa violazione della privacy di singoli individui, mediante un elaboratissimo programma segreto denominato PRISM, è stato un ragazzo di neppure trent'anni, Edward Snowden, consulente per la CIA e analista informatico dell'NSA fin dal 2009, sul quale dal giugno 2013 pendono accuse di furto di proprietà governativa e violazione dell'Espionage Act.
Le riprese degli incontri fra Snowden, Greenwald e la Poitras, negli otto giorni compresi fra il 3 giugno il 10 giugno 2013, insieme ad altri materiali e interviste e a frammenti della cronaca riguardo le conseguenze delle rivelazioni di Snowden, costituiscono l'oggetto della narrazione di Citizenfour, accolto da uno strepitoso responso in patria e ricompensato con il premio Oscar come miglior documentario. Un film, Citizenfour, che porta a compimento un'ideale trilogia realizzata da Laura Poitras (nata a a Boston ma di stanza a Berlino) sull'America post-11 settembre: un inquietante trittico volto a indagare i lati oscuri della più grande democrazia del mondo, iniziato nel 2006 con My Country, My Country, incentrato sulla presenza di truppe militari statunitensi in Iraq, e proseguito nel 2010 con The Oath, complessa riflessione sulla "guerra al terrorismo". Un percorso rispetto al quale Citizenfour si pone come un simbolico completamento, puntando l'obiettivo della Poitras non più sull'Iraq o sulla lotta ad Al-Qaeda, ma sul prezzo pagato - a loro insaputa - dagli americani in termini di libertà personale, dal momento che l'NSA non si è limitata a penetrare la vita privata di uomini e donne sospettati di collusione con i terroristi, ma ha permesso al Big Brother di allungare il proprio raggio d'azione ben oltre, arrivando addirittura al Cancelliere tedesco Angela Merkel.
La Storia in divenire
Il "caso Snowden" è ricostruito pertanto dalla Poitras come uno strumento di comprensione e di presa di coscienza su una contemporaneità quanto mai misteriosa e tentacolare, dominata da una tecnologia in incessante evoluzione i cui utilizzi, però, possono rispondere a fini assai meno limpidi di quelli dichiarati in via ufficiale. In tal senso, Citizenfour è anche una denuncia, rigorosa (siamo ben lontani dall'enfasi militante di un Michael Moore) ma implacabile, contro le ambiguità ideologiche del Potere, in un braccio di ferro - quello fra il giovane Edward Snowden e il Governo della nazione più potente del mondo - che ripropone l'archetipo del duello fra Davide e Golia in una declinazione modernissima (come un thriller spionistico, appunto). Ma al di là del suo messaggio più apertamente politico, il film della Poitras riserva un'altra, ineludibile ragione di fascino: quella di un documento in grado di mostrarci la Storia in presa diretta, colta nel proprio "divenire".
Gli appuntamenti clandestini fra Snowden, Greenwald e la Poitras, la suspense palpabile di chi è consapevole di assumere un ruolo cruciale per le sorti della civiltà occidentale (e forse non solo quella), gli scrupoli di Snowden nel nascondersi sotto un asciugamano nell'atto di digitare una password... con Citizenfour, a tratti sembra quasi di assistere a un remake di Tutti gli uomini del presidente aggiornato all'era di internet, con la differenza che sullo schermo compaiono i veri protagonisti della vicenda nel compiersi della vicenda stessa. Perché in fondo Snowden, considerato da molti un eroe, bollato dallo Stato come un fuorilegge, è innanzitutto un ragazzo biondo del North Carolina, in occhiali e maglietta bianca, che si fa chiamare semplicemente Ed, si rivolge ai suoi interlocutori in maniera timida ed educata, si passa il gel sui capelli prima di uscire dalla stanza d'albergo e trattiene con pudore le lacrime mentre chatta con la fidanzata, senza sapere se avrà mai l'occasione di rivederla. E uno dei principali motivi di interesse di Citizenfour risiede nella sua capacità di parlarci di noi stessi, del nostro presente, della Storia che va costruendosi di giorno in giorno, con lucida, infallibile efficacia; per esempio, offrendoci il "volto umano" di un capro espiatorio che ha scelto di sacrificare se stesso nella sfida fra libertà individuali e sicurezza nazionale.
Movieplayer.it
4.0/5