La probabilità statistica dell'amore a prima vista, la recensione del film Netflix

La recensione de La probabilità statistica dell'amore a prima vista: arriva su Netflix una riuscita trasposizione del romanzo di Jennifer E. Smith che ammicca a Serendipity e Prima dell'alba, con due protagonisti che fanno scintille dal primo minuto.

La probabilità statistica dell'amore a prima vista, la recensione del film Netflix

Chi è assiduo lettore di Movieplayer.it ed è per giunta appassionato di commedie romantiche, che siano della serie young adult o no, ricorderà che le delusioni in questo campo, negli ultimi tempi, sono state tante, soprattutto per quanto riguarda le trasposizioni sul piccolo schermo di famosi romanzi bestseller. Iniziamo dunque la recensione di La probabilità statistica dell'amore a prima vista di Vanessa Caswill, su Netflix dal 15 settembre e tratto per l'appunto da un romanzo di Jennifer E. Smith con un sonoro "Oh, finalmente, ci voleva tanto?". Probabilmente sì, a giudicare dall'attesa e dai numerosi tentativi falliti, ci è voluto un po' per ritrovare i giusti equilibri, il cast adatto, una sceneggiatura sensata, una regista che sapesse dove mettere le mani e infine anche uno sguardo, reverenziale ma non imitativo a chi quel genere lo ha reso grande. Un po' di ringraziamenti forse vanno destinati al team di produttori, a partire da Matt Kaplan, lo stesso dei fortunati film della serie Tutte le volte che ho detto Ti amo.

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La probabilità statistica dell'amore a prima vista: una scena del film

Hadley (Haley Lu Richardson) e Oliver (Ben Hardy) si incontrano per caso in aeroporto, mentre aspettano entrambi di imbarcarsi per Londra su di un volo che la ragazza non avrebbe dovuto prendere. Lo ha scelto perché ha perso il precedente per soli 4 minuti di ritardo. Hadley deve presenziare al matrimonio di suo padre con un'altra donna che non è sua madre, causa per la quale non lo vede da un anno nonostante il legame fortissimo. Oliver invece ha un'altra destinazione, diversamente dolorosa da raggiungere. Il fato ci mette già lo zampino e i due proseguono il loro lungo appuntamento insolito e casuale in aereo (seduti vicini per un altro caso) fino a separarsi alla dogana. Hadley è americana, Oliver inglese, il controllo passaporti li destina a due code diverse. Quando tutto gioca a sfavore di un loro nuovo incontro, il calcolo statistico in primis, il destino ci rimette il suo, aspettando che i due vogliano veramente superare gli impedimenti del caso e ritrovarsi.

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La probabilità statistica dell'amore a prima vista: una foto

Ad una prima occhiata e da trailer, La probabilità statistica dell'amore a prima vista è solo l'ennesima commedia romantica che strizza l'occhio a Serendipity, abbassando solo un po' l'età media dei suoi interpreti. È, fortunatamente, molto di più, dà vita a personaggi che alla fine del percorso senti di conoscere più approfonditamente, costruisce uno scambio tra i due, che diventa anche occasione per riflettere sul rapporto con i genitori, la gestione delle relazioni sentimentali, le fissazioni, le ossessioni e infine, sull'elaborazione del lutto. A completare il quadro, una colonna sonora come ormai ci aspettiamo dalle produzioni Netflix con, in pole position, una versione acustica di I Wanna Dance With Somebody (Who Loves Me) di Whitney Houston, mai ascoltata prima. Non tutti gradiranno la presenza ricorrente in voce e fattezze di una narratrice, come in una favola, interpretata da Jameela Jamil. Nell'ottica, però, di vedere il film un po' come un test proprio sulla probabilità di un amore a prima vista, tutto ha più senso, anche qualcuno che ogni tanto ti guarda, ti racconta e sorride.

Serendipity

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Locandina di La probabilità statistica dell'amore a prima vista

Con il poster del film che suggerisce a un capostipite delle rom-com che è Un compleanno da ricordare (meno la torta di compleanno), non si può nascondere che Serendipity, film del 2001 diretto da Peter Chelsom con John Cusack e Kate Beckinsale, sia invece un grandissimo spunto per la base del film. 22 anni fa, gli Jonathan e Sara di Cusack e Beckinsale testavano il loro amore a prima vista con il concetto di serendipità e per volere di Sara, lasciavano tutto nelle mani del destino, la possibilità di incontrarsi nuovamente e coronare un sogno d'amore. Forse è perché Serendipity ha da sempre messo a dura prova la capacità dello spettatore alla sospensione dell'incredulità (visto che la reazione più naturale al comportamento di Sara, sarebbe di mandarla a quel paese), ma La probabilità statistica dell'amore a prima vista riesce ancor meglio a tenerci sospesi, credenti, coinvolti. Le coincidenze che portano ad opportunità da cogliere è un concetto che vogliamo fortemente abbracciare, accompagnati dal trasporto con cui si avvicinano Hadley e Oliver.

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Il meet cute

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La probabilità statistica dell'amore a prima vista: una sequenza del film

Nel 1995 Richard Linklater dirigeva Ethan Hawke e Julie Delpy nel più memorabile, indie, realistico e romantico meet cute della storia del cinema in Prima dell'alba. Il film del regista texano accarezzava l'idea che intraprendere un percorso insolito, dettato dalle coincidenze, possa anche portare ad un grande amore, un'avventura indimenticabile oppure semplicemente a 24 ore significative. È come se in La probabilità statistica dell'amore a prima vista, Oliver e Hadley, fin dal loro "incontro carino", ammicchino inconsapevoli a Celine e Jesse ed al loro universo cinematografico, come a dire "sappiamo che niente accade per caso e vogliamo giocarci il tutto e per tutto, in quel piccolo minuscolo spazio in cui possiamo effettivamente decidere del nostro destino". La probabilità statistica dell'amore a prima vista è una serie di imprevisti e di decisioni prese nel giro di pochi minuti ma che spostano l'equilibrio delle cose: è l'aereo che parte due ore dopo ma che fa arrivare in tempo per il matrimonio, è un cellulare costantemente scarico che fa incontrare oppure separa, è trovare qualcuno che ha un'idea diversa di amore e impegno ma che è disposto ad accogliere la tua visione. Oliver e Hadley si trovano sulla paura, quella per le sorprese, entrambi traumatizzati l'uno dalla malattia improvvisa della madre, l'altra dalla notizia del divorzio e del secondo matrimonio del padre, cessazione di idillio familiare.

La chimica

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La probabilità statistica dell'amore a prima vista: una scena

C'è chi ha già scritto che i dialoghi di La probabilità statistica dell'amore a prima vista sono, per dirla con un eufemismo, dimenticabili. Premesso che al massimo si potrebbe dire che sono spesso prevedibili, come mai nonostante tutta questa prevedibilità tutti questi "omaggi" al già visto ed i cliché, in questo caso, ce la beviamo? Come mai ci lasciamo trasportare dalle storie di questi due ragazzi tanto da commuoverci addirittura in più di un'occasione? Per cominciare c'è qualcosa che non è stata data per scontata, né trascurata, gli attori.
Fatta eccezione per il già commentato fastidioso voice-over più apparizioni varie di Jameela Jamil, non sono solo Haley Lu Richardson e Ben Hardy a funzionare ma anche il resto del cast ed i momenti che li coinvolgono nelle vite dei protagonisti. Sally Phillips e Dexter Fletcher interpretano i genitori di Oliver, ex attori di teatro inglese, in soli 10 minuti in cui sono in scena riescono a trasmettere l'amore di una famiglia e il loro legame e carisma come genitori. Nei suoi momenti con il figlio Oliver, Tessa (Philips) è garanzia di lacrime assicurate. Non si può non pensare a chi si è perso o si ha paura di perdere. L'altra ragione per cui sorvoliamo su tante piccole pecche di originalità? La chimica tra i due protagonisti, tanto bramata e dolorosamente assente in altri film quanto presente in maniera esponenziale qui. Haley Lu Richardson e Ben Hardy non hanno neanche bisogno di parole, funzionano, alzano la temperatura emotiva e passionale del film e in una storia che vuole testare la probabilità e la possibilità dell'amore a prima vista, la loro intesa fa tutta la differenza del mondo.

Conclusioni

A fine recensione de La probabilità statistica dell'amore a prima vista, dichiariamo che il film, come tante rom-com Netflix non facevano da tempo, convince grazie alla chimica tra i protagonisti, un cast centrato e un ammiccare a film di serie A come Prima dell’Alba e il meno riuscito Serendipity. L'idea della narratrice e una sceneggiatura non originalissima fa storcere un po' il naso, ma non abbastanza da rovinare l’atmosfera che innegabilmente c’è.

Movieplayer.it
4.0/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Haley Lu Richardson e Ben Hardy insieme sono perfetti.
  • Il resto del cast non solo supporta i protagonisti ma regala situazioni inaspettate.
  • Ammicca senza imitare, a capisaldi del genere come Prima dell’alba.

Cosa non va

  • La presenza di un voice over e una narratrice che interpreta anche molti personaggi distrae soltanto e sminuisce.
  • I dialoghi si perdono spesso nel già detto e fatto.