Dal 20 febbraio Fausto Brizzi torna in sala pochi mesi dopo Se mi vuoi bene. Lo fa con la scalmanata commedia La mia banda suona il pop, che racconta la rocambolesca reunion di un gruppo immaginario famoso negli anni '80. L'ispirazione viene dall'idea di mettere in scena la ricostituzione dei Ricchi e poveri che diventano dei criminali; non è un caso che i protagonisti della vicenda impaiettati e imparruccati come I Cugini di campagna, si ritrovino nella seconda parte del film protagonisti di una rapina ai danni del magnate russo all'origine della loro reunion. Anche questa volta produce Luca Barbareschi con la Casanova, nell'ambito dell'accordo triennale che lo lega al produttore dall'uscita di Modalità aereo. Ecco cosa ci hanno raccontato in questa intervista il regista e gli interpreti Christian De Sica, Massimo Ghini, Angela Finocchiaro, Paolo Rossi e Natasha Stefanenko.
La mia banda suona il pop, la recensione: Non si esce vivi dagli anni '80
Una reunion di vecchi amici
"Questa volta aveva voglia di divertirmi - dice Brizzi - e volevo farlo con un gruppo di amici come Christian con cui avevo già fatto decine di cinepanettoni. Di fatto è stata una reunion, non lavoravamo insieme da un paio di anni; Angela aveva fatto con me un film di Natale che addirittura al botteghino di quell'anno era andato contro il suo; Paolo aveva lavorato in Poveri ma ricchi e Natasha invece era la new entry. La mia sensazione è che se sul set ti diverti, nel film si vedrà". A convincerli a salire a bordo de La mia banda suona il pop non ci è voluto molto: "Ci ha convinti con i soldi!", scherzano. La scena più divertente è stata l'esibizione del concerto, la meno improvvisata di tutte e preparata con tanto di coreografa; la più difficile, almeno per Paolo Rossi, quella dell'inseguimento su una moto ad acqua: "L'abbiamo ripetuta tre volte, soprattutto la giravolta!", dice ironizzando sulle acrobazie delle controfigure.
L'oggetto che più ricorda i loro anni '80? Per la Stefanenko lo stereo con cui registrava le canzoni dalla tv, per Brizzi le musicassette: "L'idea che potesse strapparsi il nastro e rompersi adesso è inimmaginabile". Tenere a bada tanti talenti comici diversi non è stato semplice, l'imperativo era sempre quello di fare meno: "Mi aiutava il fatto di conoscerli, ma l'importante era valorizzarli e saper trarre da ognuno il meglio in modo da non farli sentire a disagio o in un angolo". Con Massimo e Christian si è sbizzarrito: "Sapevo di poterli far giocare insieme perché avevo scritto per loro e so cosa possono dare quanto mettono in scena dei battibecchi. La novità invece sono stati Angela e Paolo, che hanno trovato un amalgama un po' comica e un po' romantica".