Non poteva che essere a Torino l'anteprima di La legge di Lidia Poët, serie Netflix in streaming dal 15 febbraio liberamente ispirata alla vita della prima avvocata d'Italia. A produrre e dirigere i primi due episodi (gli altri quattro sono invece firmati da ) è Matteo Rovere, che ci ha preso gusto con la televisione.
Come in Romulus, il punto di partenza è la storia reale, che però diventa lo spunto per parlare del contemporaneo. Con quel titolo La legge di Lidia Poët ha anche altre due cose evidenti in comune: la grande cura formale e l'ambizione internazionale. Ce lo ha detto proprio il regista Matteo Rovere su un set allestito nella Mole Antonelliana: "Ho curato molto tutti gli aspetti legati alla messa in scena. Per noi era importante che questa serie italiana avesse un impianto internazionale forte. In Italia abbiamo la fortuna di avere dei luoghi, Torino in questo caso, che sono dei set naturali, in cui non c'è budget che tenga. Tutto ciò che vediamo, gli esterni, i palazzi, è irripetibile e straordinario da un punto di vista estetico. La fotografia è stata curata in maniera molto attenta, così come la scenografia. Ho cercato di portare quello che è un po' un mio gusto cinematografico su questo racconto seriale. Con l'idea che questo personaggio contenesse un tema fortissimo, che risuonasse libero e che dovesse essere un po' gridato. Con un linguaggio popolare, largo, ho cercato di canalizzare il tema e, speriamo, far divertire le spettatrici e gli spettatori. Ricordandoci sempre che è un personaggio che ci parla di contemporaneo più di altri".
Nel ruolo della protagonista c'è Matilda De Angelis: l'attrice torna a lavorare con Rovere dopo il film Veloce come il vento, che ha lanciato la sua carriera cinematografica. La sua Lidia Poët più che somigliare a quella realmente esistita, è una Signora in giallo che risolve casi impossibili grazie alla sua intelligenza e determinazione. Nonostante tutti, perfino la sua famiglia, pensino che una donna non dovrebbe occuparsi di certe cose. Accanto a lei Eduardo Scarpetta, nel ruolo del giornalista Jacopo Barberis, che l'aiuta nelle indagini.
La legge di Lidia Poët: intervista a Matilda De Angelis
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La legge di Lidia Poët: Matilda De Angelis è la prima avvocata d'Italia+
Come dice Matteo Rovere, la serie Netflix La legge di Lidia Poët parla al contemporaneo più che essere una vera e propria biografia. Negli episodi vediamo come certe idee sulle donne e su cosa possano o non possano fare della propria vita e del proprio corpo non sono tanto diverse oggi. Eppure la serie è ambientata nel 1883! Il personaggi di Matilda De Angelis, come conferma lei stessa, deve partire sempre da meno cinquanta rispetto ai suoi colleghi maschi. Qualcosa che succede ancora adesso: "Per non cedere all'ambizione frustrata bisogna attaccarsi a tutta la forza dei sogni, degli ideali. Devi avere un motore dentro che ruggisce. Credo sia un istinto naturale. Tutti, almeno una volta nella vita, per lavoro, per amore abbiano dovuto lottare e spingere partendo da meno cinquanta. Avere degli obbiettivi e credere in qualcosa penso sia un grande motore propulsivo".
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Tra Lidia e Jacopo si crea un rapporto alla Sherlock Holmes e Watson. Per Eduardo Scarpetta la sfida intellettuale che si crea tra i due è uno degli aspetti più interessanti del film: "Fondamentalmente è sempre lei che mi porta nelle sue avventure. Che sono sempre al limite: ci intrufoliamo in posti dove non dovremmo andare, posti chiusi a chiave. E io ci sto: perché lei è una donna che mi intriga, che ha un motore e io questo motore, questa determinazione, lo avverto. E quindi la seguo".