La critica potrà anche essersi divisa nel giudizio su Youth - La giovinezza, nuova pellicola di Paolo Sorrentino interpretata da un supercast internazionale, ma è unanime il giudizio sullo straordinario Michael Caine, grande mattatore che ci dona un'altra grandissima interpretazione. Youth - La giovinezza, co-produzione italo-franco-anglo-svizzera, vede al centro del plot due uomini giunti 'al tramonto' della loro esistenza, alle prese con problemi, rimpianti, desideri e speranze. Caine racconta la sua prima volta a Cannes spiegando: "Sono arrivato al festival la prima volta cinquant'anni fa con un film intitolato Alfie. Alfie ha vinto un premio, ma io no perciò non sono più tornato. Questa volta, però, ho amato talmente tanto La giovinezza che lo accompagnerei ovunque. Paolo è uno dei più grandi registi del mondo, ho visto il film l'altro giorno e l'intero cast è incredibile. Credo che servirebbero moltissimi premi".
L'interprete ricorda poi il momento in cui è stato nominato cavaliere dalla Regina Elisabetta: "In realtà non abbiamo parlato granché. Ricordo che mi ha detto: 'Ho la sensazione che farai il tuo lavoro a lungo' io ero tentato di risponderle 'Anche tu', ma poi mi sono detto 'Michael, tieni la bocca chiusa'. In un'altra occasione ci siamo visti a una festa. Lei era tormentata da un uomo molto sciocco che le era seduto a fianco, allora si è voltata verso di me e mi ha detto 'Mr. Caine, si ricorda qualche barzelletta?' 'Nessuna che possa raccontare di fronte a lei' ho risposto. Lei mi ha detto 'Allora gliene racconto una io'. La cosa fastidiosa è che non riesco più a ricordare quale fosse questa barzelletta".
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Recitare è come combattere
La giovinezza è una di quelle rare pellicole che analizzano le sensazioni provate durante la terza età. Quando viene fatto a notare a Paolo Sorrentino che è ancora giovane per porsi una problematica di questo tipo, lui replica: "In fin dei conti è l'unico soggetto che ci interessa. Ci preoccupiamo tutti del tempo che passa, di cosa abbiamo fatto, di quanto ci rimane da vivere. Mi interessa molto raccontare il futuro come una grande occasione di libertà e la libertà è un sentimento che ci mantiene giovani, qualsiasi sia la nostra età. E' un film ottimista. Sembrare più vecchio mi fa piacere, così più avanti potrò dedicarmi ai film da giovani e allungare la mia carriera". Ciò che è certo è che il regista è riuscito a mettere d'accordo il suo incredibile cast, unanime nel riconoscergli il merito del risultato. Parlando dell'armonia interpretativa sorta tra il cast, Harvey Keitel dichiara: "Quando entriamo in un cinema, ognuno di noi ha delle ragioni molto personali. Vogliamo usare il nostro tempo nel modo migliore. Nel caso mio e del resto del cast, ci siamo sentiti vicini fin dal primo ciak, vicini nel fare cinema". Paul Dano aggiunge: "Ciò che ha detto Harvey è molto bello. Io credo che molto del merito della nostra perfomance provenga dalla scrittura di Paolo. E' stato bellissimo sentirci parte di una vera e propria orchestra sul set, ma gran parte del merito è dello script". Anche Rachel Weisz ribadisce: "E poi della regia di Paolo, che è stato in grado di amalgamare tutti i nostri talenti. Come un regista riesca a creare il tono del film è un mistero, ma dipende tutto dal suo punto di vista". "Sono stato un soldato un tempo." - conclude Caine - "In guerra si sperimentano situazioni estremamente pericolose: A ogni passo si rischia di rimanere feriti o uccisi e ognuno fa del suo meglio per salvarsi e mantenere i compagni in vita il più a lungo possibile. Questa per me è la recitazione"
La vita comincia a settant'anni
Molti attori, e soprattutto attrici, si lamentano che con il passare del tempo i ruoli interessanti si riducono vistosamente. Al riguardo Michael Caine ha la sua personale teoria. "L'unica alternativa a interpretare personaggi anziani è interpretare personaggi morti e per il momento scelgo gli anziani. Ho tre nipoti, vivo per loro e vorrei stare ancora con loro. A un certo punto della mia carriera mi è stato inviato un copione, l'ho letto e l'ho rimandato indietro perché il ruolo era troppo piccolo. Il produttore me lo ha rimandato dicendo 'Il tuo ruolo non è quello del giovane, ma quello del padre'. E' lì che la mia carriera è cambiata, all'improvviso ho capito che non avrei più avuto ragazze, ma avrei ottenuto più ruoli interessanti". Riguardo all'imbarazzo a mostrarsi quasi nudo di fronte alla macchina da presa in numerosi momenti, l'attore aggiunge scherzosamente: "Questo è l'unico corpo che ho. Non voglio sembrare Mr. Universo, e poi mi dispiace dirvelo, ma questo è ciò che accadrà a tutti voi: diventerete vecchi! Perciò fate poca ironia". Gli fa eco la grande Jane Fonda, anche lei in gran forma nonostante il passare degli anni: "Una donna anziana che si trucca e mette su una maschera è estremamente vulnerabile ed è anche un personaggio stimolante da interpretare". La diva aggiunge: "Questo film si chiama La giovinezza e ribadisce un concetto che per me è essenziale. L'età ha molto a che vedere con la mente, se hai una passione questa ti mantiene giovane, vitale, ti dà l'energia per andare avanti. Io ne ho molte, come questo film".
In ricordo di Francesco Rosi
Michael Caine fornisce una meravigliosa spiegazione del titolo scelto da Paolo Sorrentino per la sua pellicola: "Due uomini anziani in una piscina guardano una bella ragazza in costume vicino a loro. Questa è la sintesi di La giovinezza, guardare qualcosa che abbiamo perso per sempre e che non potremo avere mai più. Sto per mettermi a piangere". Nell'ironia generale, Paolo Sorrentino torna serio per ricordare che La giovinezza è dedicato a Francesco Rosi, maestro del cinema civile scomparso pochi mesi fa: "Rosi è stato un autore essenziale per noi registi italiani, ma anche per tanti autori americani. Scorsese lo cita continuamente come suo punto di riferimento. E poi c'è una ragione più personale. Qualche tempo fa ero stato a cena da Rosi e lui aveva iniziato a parlare con un amico di una ragazza con cui erano stati entrambi fidanzati da giovani. Questo momento, che ho messo nel film, è stato il punto di partenza per la mia sceneggiatura".
Il prezzo della fama
Tra i tanti temi che si intrecciano in La giovinezza vi è anche una sottile satira a Hollywood e al suo mondo dorato fatto di lustrini ed eccessi, il tutto filtrato dallo sguardo di un autore italiano come Paolo Sorrentino. Al riguardo, Michael Caine commenta: "I film si fanno nello stesso modo in tutto il mondo. L'unica differenza è che a Hollywood ci sono più soldi. Quando vai a fare film altrove vuol dire che ti interessano davvero, ma questo non l'ho mai detto ai produttori". Jane Fonda, però, non la vede così e controbatte: "Io non credo che il film contenga una satira nei confronti di Hollywood: la relazione che il mio personaggio ha con il suo produttore può essere reale, ma è filtrata dallo sguardo surreale e visionario di Paolo Sorrentino". L'attrice, poi, aggiunge: "La giovinezza mostra anche come un'opera, un personaggio, un film o un brano possano definire la carriera di un artista rimanendo incollati a lui. E' ciò che è successo a me con Barbarella". Michael Caine aggiunge "Nel mio caso potrei parlare di Alfie, un donnaiolo con cui sono stato identificato a lungo, ma si tratta di un film di molti anni fa. E poi io sono sposato con la stessa donna da quarantadue anni. Però ultimamente ho guadagnato una nuova generazione di fan dodicenni che mi fermano per chiedermi l'autografo. Non hanno idea di quale sia il mio nome, per loro sono il maggiordomo di Batman".
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