Parigi, tutto in una notte, la recensione: la Francia spaccata in due

La recensione di Parigi, tutto in una notte: in concorso a Cannes 2021, la commedia amara di Catherine Corsini riflette con disincanto sulle divergenze sociali di una Francia spaccata a metà.

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La Fracture: una scena del film

C'è un'immagine che rimane negli occhi mentre scriviamo questa recensione di Parigi, tutto in una notte: due donne sdraiate su un letto d'ospedale, accovacciate l'una vicina all'altra per darsi manforte. Un fotogramma molto simile a quello "iconico" de La pazza gioia, ed è curioso come Valeria Bruni Tedeschi sia il fil rouge che accomuna i due frame. Rimane questa immagine, è vero, eppure di vicinanza autentica in La fracture ce n'è pochissima. Questo nonostante non manchi l'empatia e il dovere di salvare la vita agli altri. Perché il nuovo film di Catherine Corsini, in concorso a Cannes 2021, è attraversato da voragine profondissima. Una commedia amara spaccata in due, che ci sbatte in faccia i divari sociali di una Francia segnata da solchi incolmabili. Eppure, nel suo raccontare questo divario, La fracture non risulta mai pedante, riuscendo a sostenere la sua tesi con uno spaccato di vita assai credibile.

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La Fracture: una scena del film

Cors(i)a senza fiato

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La Fracture: una scena del film

È sempre stimolante quando il titolo di un film si presta a più chiavi di lettura. E quello de Parigi, tutto in una notte ce ne regala almeno tre. La frattura è quella che si procura Raf, fumettista borghese costretta a correre in pronto soccorso per un gomito messo davvero male; è la separazione tra la stessa donna e la sua compagna Julie; e infine combacia con una Francia segnata dagli scontri intestini tra giubbotti gialli e polizia. Una ferita apertissima nel cuore di Parigi che porta in ospedale anche il camionista Yann, ferito a una gamba durante la guerriglia urbana. I personaggi del film trovano nella rottura un motivo per stare insieme. Ognuno con i propri problemi, le proprie esigenze, la propria visione del mondo. E poi di colpo uniti da un'intensa giornata in ospedale. La fracture, infatti, ci tuffa tra le corsie di un pronto soccorso nella periferia di Parigi. Un ospedale fatiscente, che cade a pezzi, con pochissimo personale costretto a fronteggiare un'onda anomala di pazienti. Corsini ci chiude letteralmente tra i reparti, senza farci uscire più, facendoci vivere in prima persona gli affanni di un via vai forsennato. Ed è proprio nel ritmo incessante che il film esprime il suo lato migliore. Facendo combaciare fabula e intreccio, La fracture ci immerge dentro 90 minuti serratissimi, in cui guardiamo in faccia il dolore fisico e il male di vivere di una nazione con una frattura insanabile.

Valeria Bruni Tedeschi 'senza rimpianti' tra l'Italia e la Francia

Sorriso amaro

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La Fracture: una scena del film

Vicini di letto, ma distanti anni luce. Raf e Yann sono personaggi che diventano presto emblemi delle loro classi sociali. Lei benestante, lui venuto dal popolo. Lei con la testa tra le nuvole, lui pragmatico. Attraverso i due protagonisti, Corsini costruisce un parallelismo (a tratti sin troppo didascalico) in cui colloca due visioni opposte dello stare al mondo. Da una parte Valeria Bruni Tedeschi, purtroppo ingabbiata nel suo solito personaggio svampito di turni, incarna una classe agiata capricciosa, lamentosa, totalmente focalizzata su se stessa in modo quasi narcisistico. Dall'altra Yann si fa portatore di un popolo arrabbiato, scostante, incapace di pensare agli altri perché troppo occupato a sopravvivere per andare avanti. Nel raccontare tutto questo Corsini opta per un tono tipico della commedia francese. Un umorismo nero che tra incomprensioni, battibecchi insistiti e persino goffi momenti slapstick stempera la gravità della situazione puntando tutto sull'ironia. Ironia corrosiva solo a tratti, visto che la convivenza tra commedia e dramma non funziona sempre alla perfezione, ma è anche un'ancora di salvezza per non appesantire uno spaccato di quotidianità che si commenta da solo. Questi sprazzi di leggerezza stemperano il tono, ma non depotenziano l'amarezza che resta in bocca quando usciamo da quell'ospedale parigino. Anche perché sarebbe ingenuo pensare che quelle corsie francesi siano tanto lontane e tanto diverse dalle nostre. La frattura è scomposta ovunque.

Conclusioni

Nella nostra recensione de La Fracture, in concorso a Cannes 2021, abbiamo apprezzato l'ultima commedia amara di Catherine Corsini. Tutto ambientato in un ospedale fatiscente, messo sotto pressione da un'onda anomala di pazienti, il film racconta con disincanto una Francia spaccata in due, segnata da squilibri sociali in cui borghesia e ceti bassi sembrano lontani anni luce.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • Il ritmo incessante di un film in cui fabula e intreccio coincidono quasi perfettamente.
  • La sensazione di vivere in prima persone le continue emergenze di un pronto soccorso.
  • Il tocco ironico stempera il dramma...

Cosa non va

  • ...ma non è sempre gestito in modo efficace.
  • Valeria Bruni Tedeschi è sempre incastrata nel suo tipico ruolo.