Recensione Disturbia (2007)

Caruso, regista televisivo al quarto exploit cinematografico, centra totalmente i suoi obiettivi con una teen comedy ricca di suspense. Raro esempio di cinema d'intrattenimento semplice e ben girato.

La finestra sul cortile della teen-comedy

Il protagonista di Disturbia, Kale, è costretto a stare a casa contro la sua volontà; la vita da recluso lo annoia e quasi per gioco comincia a spiare i vicini fino a che non diventa pratico di tutto quello che lo circonda e conosce i segreti di tutti. Ma di uno ha particolare motivo di preoccuparsi: l'uomo che gli vive accanto infatti sembra corrispondere perfettamente alla descrizione fatta in televisione di un omicida. Non potendo muoversi di casa, il ragazzo decide di indagare con l'aiuto di un amico e di una ragazza (un'altra vicina) di cui è invaghito. Dopo che i primi tentativi di trovare prove della colpevolezza dell'uomo si rivelano un fiasco questi (che è veramente l'assassino ricercato dalla polizia) cercherà di mettere a tacere gli unici che sembrano aver scoperto il suo segreto.
Vi è familiare questa trama? Si, ancora una volta si tratta di La Finestra Sul Cortile, ma ormai non si può più parlare di plagio o remake, negli anni le variazioni sulla trama del film di Alfred Hitchcock sono state tali e tante che ormai questo è diventato un genere a sè, da prendere e contaminare con altre idee e suggestioni. Ed è proprio questo quello che fa il regista D.J. Caruso. Alla classica trama che offre mille spunti di suspense affianca un inizio molto malinconico e una parte centrale in pieno stile teen-comedy. Il risultato è sorprendentemente riuscito. Non solo Disturbia è (da un certo punto in poi) un ottimo film di suspense con una bellissima sequenza finale che applica abbondantemente lo stile di Brian De Palma, ma è anche una convincente commedia adolescenziale, sincera e spontanea, divertente e (a suo modo) originale.

Certo i personaggi sono quelli soliti, il ragazzo un po' nerd con un complesso mondo interiore e la bella ragazza che nonostante potrebbe uscire con i quarterback della squadra di football preferisce la sincera e divertente compagnia del più sfigato Shia LaBeouf (perfetto nella parte) contrapposti ad un omicida senza sfumature e senza scrupoli. Il film però è diretto con autentica maestria, con grande rispetto per lo spettatore e con una precisa idea di cinema.

Come nel miglior cinema di serie B (anche se qui siamo più dalle parti della serie A) sono solo i personaggi e il canovaccio della trama ad essere già usati e banali, solo il contenuto e non la forma che anzi è molto moderna e capace di veicolare molto più di quanto non sembri. Sentimenti semplici ma non per questo meno meritevoli di una rappresentazione autentica e originale: la solitudine del protagonista, l'orrore dei sobborghi americani (Disturbia è appunto il nome della zona dove tutto è ambientato), la mancanza di una figura paterna e il senso di inadeguatezza.
Disturbia è un film molto molto leggero che riesce tuttavia in tutto quello che si propone di fare (divertire, emozionare, spaventare e irretire) e bene. E non è poco.