La famiglia dei diamanti, la recensione: quando il thriller diventa prolisso

La recensione de La famiglia dei diamanti: otto puntate per una serie tv incentrata su una famiglia ebraica. Tra loschi affari, criminalità e la traccia milionaria delle gemme preziose. Un contesto interessante per una storia un po' troppo allungata. In streaming su Netflix.

La famiglia dei diamanti, la recensione: quando il thriller diventa prolisso

Per definizione, un diamante grezzo è una gemma non ancora lavorata, e non ancora completamente sviluppata. Puro nel suo intento naturale, immune alla bramosia umana. Una traccia, quella dei diamanti, sospesa e sfumata, indefinita nella sua rotta spesso controversa, tra affari illeciti e affari leciti. Moneta di scambio inestimabile, simbolo regale, ma anche oggetto di contenziosi criminali, allargati in un business spesso famigliare. Ecco, c'è un'interessante parallelo: i diamanti da un lato, una famiglia dall'altra. Per concezione narrativa, una famiglia ebrea. Del resto, "i diamanti non sono solo una questione di soldi". Un algoritmo perfetto per rendere credibile e il più possibile affascinate La famiglia dei diamanti, creata da Rotem Shamir e Yuval Yefet, e disponibile in streaming su Netflix. Gli ingredienti dello show, pur essendo pochi - un funerale, un figliol prodigo, correlai affari criminosi - dettano fin da subito il tono dello show che, in parallelo, porta in risalto l'economia che gira attorno alla vendita dei diamanti, e l'approccio profondamente identitario di una famiglia ebraica, che si muove e che pensa come fosse un unico agglomerato, tenendo le redini di una situazione - vedrete - costantemente sul filo dell'esplosione.

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La famiglia dei diamanti: una scena della serie

In fondo, pur essendo verbosa e strabordante, La famiglia dei diamanti si veste da thriller europeo che, nella sua compostezza (troppa?), offre comunque uno spunto di interesse, alla portata della più classica (e appurata) fruizione da top 10. Shamir e Yefet, autori di The Cops (Line in the Sand), apprezzata serie israeliana, conoscono la materia: controllano in modo preciso ogni dettame culturale e religioso appartenente all'ebraismo, e controllano come meglio possono il linguaggio seriale, pur risultando, più volte, monotono e monocorde. O meglio: La famiglia dei diamanti non è propriamente una serie tv movimentata (visivamente e narrativamente), restando per di più dormiente. Almeno fino agli ultimi due episodi (sono otto in totale), in cui la via del vil denaro porta ad una pura accezione thriller.

La famiglia dei diamanti: il ritorno del figliol prodigo

Dunque, la domanda: vale la pena aspettare che Rough Diamonds, titolo originale, prenda il via, intanto che si assaporano le assonanze e i toni di una famiglia dai segreti oscuri? In parte. Ma andiamo con ordine, partendo appunto dalla trama. Anzi, dal fatto che scatena un domino incontrollato: al centro troviamo i Wolfson, famiglia ebraica ultraortodossa che muove i soldi nel contesto del distretto dei diamanti di Anversa. Una cornice originale, e spunto interessante per quella che poi diventerà la storia privata di Noah (Kevin Janssens), che ha tagliato i ponti con la famiglia rinnegando la religione, la comunità e l'uso della lingua yiddish, dandosi alla criminalità londinese.

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La famiglia dei diamanti: un'immagine della serie

Scomunicato, tornerà però dai suo famigliari insieme a suo figlio Tommy (Casper Knopf) - via via parte integrante, considerabile come "nuovo erede" da plasmare - per il funerale di suo fratello, morto suicida. Una morte che ha scombussolato la stessa comunità, in crisi per gli affari strozzati e artigliati, a loro volta, dalla criminalità albanese. Il ritorno a casa di Noah, dunque, sarà per lui un ritorno in quella che è, di fatto, la sua obbligata appartenenza. Un'appartenenza che, non senza rischi, porta Noah ad affrontare la situazione, intervenendo per salvare gli affari, per salvare i suoi famigliari e, forse, per salvare sé stesso.

Una serie affascinante, ma prolissa

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La famiglia dei diamanti: una scena

Nel mezzo dei torbidi business, interrotti da una sceneggiatura che si sofferma anche sull'indagine poliziesca che dovrebbe sbrogliare la matassa (in fondo, l'etichetta è quella del thriller), ma senza coinvolgere quanto dovrebbe, è coinvolgente il sottotesto generazionale che tiene legato il protagonista, con quelle che sarebbero le aspettative di sangue. Lo stesso mondo spaccato in due, e riunito per una vitale necessità. Anzi, spaccato in tre. Noah, la famiglia, la comunità ebraica. Un debito indotto, e un differente approccio di vedute. Si potrebbe considerare Noah come l'esempio della rottura moderna nei confronti delle tradizioni più arcaiche e ortodosse, non esenti da aspetti oscuri e controversi. Una figura di rottura, o più semplicemente la realtà dietro quella "realtà perfetta da mantenere". Lo scopo è mantenere viva la Wolfson Diamond, costi quel che costi, ma il futuro non può non prescindere dal progresso, e dalla consapevolezza.

Netflix Onthult Releasedatum Rough Diamonds Van Fauda Ontwikkelaars 23301679570618
La famiglia dei diamanti: una foto di scena

Noah è quindi il pretesto per una disfunzionale crime story senza sangue (all'apparenza...), il pragmatismo contemporaneo in una società scollegata e rigirata su sé stessa, che non accetta fallibilità e naturali divisioni. Ma attenzione, La famiglia dei diamanti è uno show identificativo ma contestuale in base agli spunti del racconto di finzione: la cornice ebraica aggiunge originalità e pretesto, illuminando i costumi, i rapporti, i divieti e le azioni svolte tra una prolungata suspense (che perde di mordente in almeno tre o quattro episodi) e il separatismo di Noah, intanto che le dinamiche e i sotterfugi di Anversa mantengono (o provano a mantenere) l'eccitazione attorno ad una vicenda perfetta per la serialità, ma forse risolvibile evitando una mole di asettici dialoghi. Come sempre, è una questione di spazio e di tempo. Una questione fondamentale in scrittura, e ancora più fondamentale in una famiglia.

Conclusioni

Se cercate un thriller al cardiopalma, da seguire in binge watching, La famiglia dei diamanti potrebbe non fare al caso vostro. Perché, come scritto nella nostra recensione, la serie Netflix, pur interessante per il suo sguardo verso la cultura ebraica ortodossa, non ha il giusto e coinvolgente mordente. Al netto di un'interessante digressione generazionale, suddivisa tra vecchi ideali e nuove inflessioni.

Movieplayer.it
2.5/5
Voto medio
3.9/5

Perché ci piace

  • Il sottotesto generazionale.
  • Le dinamiche oscure, tra legalità e crimine.
  • La precisione linguistica, per quanto riguarda la cultura ebraica.

Cosa non va

  • Molto, troppo verbosa.
  • La storia è allungata. Otto episodi da un'ora sono troppi.
  • Non tutti i personaggi apportano qualcosa alla storia. Anzi...