La crociata, recensione: qualcuno pensi ai bambini!

La recensione de La crociata, la nuova opera da regista di Louis Garrel, presentata fuori concorso a Cannes 2021.

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La crociata: Laetitia Casta e Louis Garrel in una sequenza

Nel corso dell'edizione 2021 del Festival di Cannes, complice un numero più grande del solito di film in Selezione Ufficiale, tramite la neonata sezione Cannes Premiere, era facile perdere di vista alcuni dei titoli fuori concorso, relegati a fasce orarie e sale che uno di solito non associa a eventi di un certo peso. È stato il caso dell'opera terza di Louis Garrel, di cui parliamo in questa nostra recensione de La crociata: un piccolo divertissement che sulla Croisette è passato relativamente inosservato (la proiezione stampa a cui ha assistito il sottoscritto non era particolarmente gremita), fatto inusuale dato che al centro del film, oltre allo stesso Garrel che come nelle sue due regie precedenti appare davanti alla macchina da presa, c'è anche un'icona come Laetitia Casta, compagna del cineasta nella vita e volto di un cinema in equilibrio fra esigenze mainstream e tendenze d'autore. Non indifferente anche il tema affrontato, portato sullo schermo con un tocco leggero e a tratti surreale (difatti a Cannes il film faceva parte di un gruppo di pellicole appositamente scelte per la componente tematica).

Una famiglia ordinaria?

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La crociata: Letitia Casta e Louis Garrel in un momento del film

Ne La crociata il ruolo di Louis Garrel e Laetitia Casta è quello di una coppia: lui è Abel, lei Marianne, e vivono felici a Parigi con il figlio Joseph. O almeno così pensavano: una mattina entrambi si accorgono di non avere più determinati oggetti in casa, e la scena acquista sempre più caratteristiche da teatro dell'assurdo quando emerge che i due non stanno perdendo la ragione, ma è Joseph che per mesi ha venduto varie cose trovate nel domicilio, inclusi alcuni cimeli di famiglia, e lo stesso hanno fatto diversi suoi compagni di classe. Il motivo? Stanno organizzando un'iniziativa in nome della salvaguardia del pianeta, e per ottenere i finanziamenti necessari per permetterselo hanno agito alle spalle dei genitori, rei di non aver mai fatto caso al destino sempre più infausto della Terra e all'impatto che esso sta avendo sulle nostre vite quotidiane. Dopo aver ascoltato il figlio, Abel e Marianne decidono di aiutarlo con tutti i mezzi possibili. Ma sarà sufficiente?

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La crociata: Laetitia Casta con Louis Garrel in una scena

Garrel è stato Abel per la prima volta nel suo debutto registico Due Amici, presentato a Cannes nel 2015 all'interno della Semaine de la Critique. Quattro anni dopo è tornato nei panni di un personaggio con lo stesso nome in L'uomo fedele, dove c'era anche l'esordio di Casta nel ruolo di Marianne e di Joseph Engel in quello di Joseph. Non sono esattamente gli stessi personaggi, ma il gioco intertestuale fa parte della cifra stilistica del cineasta, figlio d'arte che porta sullo schermo preoccupazioni vere miste a versioni romanzate di elementi reali come il suo rapporto con la protagonista femminile. Al terzo giro, dopo aver precedentemente raccontato storie relativamente semplici e prive di fronzoli (anche a livello di durata, perché dai 100 minuti dell'opera prima siamo passati ai 75 della seconda), il regista si fa più ambizioso, complice la collaborazione alla scrittura di Jean-Claude Carriere, scomparso cinque mesi prima della presentazione del film a Cannes. Ambizioso ma anche contenuto, perché in un mondo dove la durata standard di un lungometraggio è tra le due ore e le due ore e mezza, Garrel si limita a 67 minuti.

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La crociata: Louis Garrel e Laetitia Casta in una scena

Una scelta interessante ma a suo modo anche un po' deleteria, perché se da un lato è notevole la volontà di andare dritto al sodo senza perdersi in digressioni, dall'altro, esaurito il magnifico incipit dal sapore buñueliano, c'è una certa fretta nel liquidare tutto il resto. Le scene non respirano, la tematica principale si perde nel desiderio di combinare argomenti di un certo peso con un approccio più leggero, e l'operazione finisce per reggersi interamente sulle spalle dei tre volti principali. Che hanno carisma da vendere e continuano a divertire fino alla fine, ma il divertissement si fa superficiale, come se in fin dei conti la questione ambientale non fosse poi così importante. Che può anche essere un elemento interessante da affrontare dal punto di vista giusto, ma in questo caso cozza con la serietà generale applicata al tema. Si ride, e anche di gusto, ma una volta usciti dalla sala viene meno la voglia di riflettere.

Conclusioni

Chiudiamo la recensione de La crociata, opera terza di Louis Garrel sottolineando come unisca in modo un po' altalenante il tema ambientale alle sue solite riflessioni più leggere sulla famiglia e sul rapporto di coppia.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.0/5

Perché ci piace

  • I tre attori principali sono molto divertenti insieme.
  • La scena iniziale è un gioiello di comicità assurda.

Cosa non va

  • La durata breve toglie a molte sequenze lo spazio per respirare.
  • La scrittura si fa molto altalenante dopo il brillante incipit.