La cosa migliore, recensione: l'Islam come risposta alla crisi adolescenziale nel dramma di Federico Ferrone

Un film che indaga sulla crisi giovanile e sui potenziali rischi che ne derivano nella società odierna. Notevole. Protagonista Luka Zunic. Al cinema.

Un primo piano di Luca Zunic con la pistola in mano

La rabbia giovane, nel dramma di Federico Ferrone La cosa migliore, trova sfogo nella fede mussulmana e nel conseguente rischio di radicalismo. Nel suo primo film di finzione, il regista fiorentino affronta un tema universale come l'adolescenza difficile accostandovi una problematica specifica della nostra epoca. Asciutto e rigoroso, il film di Ferrone non è mai banale. La sensibilità del regista è tale da descrivere l'animo dei personaggi con pochi fugaci tocchi grazie anche alla complicità di un cast efficace e ben amalgamato.

La Cosa Migliore Luca Zunic
Luca Zunic esplora la comunità islamica

Protagonista della storia è Mattia (Luka Zunic), studente di una cittadina del Nord Italia che, dopo la morte del fratello, di cui si sente responsabile, abbandona la scuola per andare a lavorare in fabbrica. Qui stringe amicizia con Murad (Abdessamad Bannaq), operaio marocchino di qualche anno più grande che lo inizia alla religione mussulmana di cui, in realtà, segue i precetti piuttosto distrattamente. Mentre il muro di incomprensione coi genitori (Fabrizio Ferracane e Giulia Valenti) diviene sempre più spesso, Mattia diventa confidente di Murad e del fratello minore Rashid, osservante rigoroso, arrivando a seguire due fratelli in un viaggio in Marocco. Dopo una delusione amorosa e dopo aver lasciato la casa dei genitori, la crisi di Mattia si fa più profonda, spingendolo a valutare soluzioni estreme.

La cosa migliore: un cast ben assortito

Nonostante il tema "caldo", La cosa migliore non specula sullo scontro tra cattolici e mussulmani o tra italiani e immigrati. La sceneggiatura firmata da Federico Ferrone con Giampiero Rigosi e Olivier Coussemacq punta al realismo, evitando di forzare la mano con tinte forti e scene madri. Pur non mancando momenti di grande impatto emotivo, la questione dell'integrazione (mancata?) viene affrontata con assoluta naturalezza, la stessa naturalezza che guida tutti gli attori nelle loro interpretazioni.

La Cosa Migliore Luca Zunic Abdessamad Bannaq
L'abbraccio tra Luca Zunic e Lawrence Hachem Ebaji

Da questo punto di vista, l'interprete di Murad, Abessamand Bannaq, sembra il più disinvolto ed è abile a far fruttare il suo vissuto (ha conosciuto il mondo dello spaccio di droga, il carcere e il rischio di radicalizzazione), mentre nel processo di messa a nudo per evidenziare le fragilità del suo personaggio, Luca Zunic mostra a tratti qualche incertezza. D'altro canto il suo è il ruolo più delicato, ma il giovane attore si dimostra all'altezza della parte offrendo una performance sincera e variegata. Particolarmente intensi sono i "duetti" col padre distante e incapace di comprendere il suo malessere, interpretato da un ottimo Fabrizio Ferracane, e con la madre, che non si rassegna all'idea di perderlo ed è pronta ad assecondarlo in tutto.

Il coraggio di un autore

Oltre a essere un film sull'adolescenza, La cosa migliore è anche uno spaccato di attualità su un mondo noto ai più solo superficialmente. Dopo aver appreso che il fratello defunto frequentava la moschea all'insaputa della famiglia, Mattia decide di seguire le sue orme e si avvicina all'Islam. Federico Ferrone sfrutta la sua conoscenza del mondo islamico per mettere a confronto due diversi modelli religiosi: quello più edulcorato, praticato da Murad, che non rinnega la propria fede né la propria origine, ma ama godersi la vita, e quello più radicale di Rashid, che disprezza il mondo occidentale in cui non si è davvero integrato e opta per la radicalizzazione.

La Cosa Migliore Luca Zunic Fabrizio Ferracane
La cosa migliore: Fabrizio Ferracane e Luca Zunic in una scena

Attraverso una narrazione empatica che lavora sulle sfumature e su dettagli carichi di significato, Ferrone ci rivela come il bene e il male possano annidarsi ovunque, ma mostra anche come i giovani, soprattutto quelli con le idee confuse, abbiano bisogno di modelli positivi da seguire per non perdersi. Il suo non è mai uno sguardo giudicante, ma si accosta ai personaggi sforzandosi di comprenderli nelle loro debolezze. La stessa conclusione, aperta e imprevista, rappresenta una scelta rivoluzionaria in una storia che richiederebbe un finale consolatorio per placare i dubbi e i timori degli spettatori. Ma il futuro di Mattia è ancora tutto da scrivere, come lascia intendere il suo autore scegliendo di interrompere la narrazione per lasciare spazio alla vita.

Conclusioni

Attraverso una narrazione empatica che lavora sulle sfumature e su dettagli carichi di significato, il regista Federico Ferrone fa del suo La cosa migliore una parabola naturalistica che, oltre a raccontare l'adolescenza difficile, getta uno sguardo non giudicante sull'Islam e sulla sua possibile deriva estremista come risposta alla crisi.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.5/5

Perché ci piace

  • La scrittura calibrata e realistica fornisce uno spaccato efficace e coinvolgente.
  • Il cast è efficace e affiatato.
  • Il ritratto dei personaggi, soprattutto di Mattia, che emerge dal film non è mai scontato né stereotipato.
  • Il finale efficace e coraggioso.

Cosa non va

  • Qualche momento di incertezza nella performance di Luca Zunic.