Mentre vi preparate alla visione de La cena perfetta, il film di Davide Minnella con Greta Scarano e Salvatore Esposito, in onda in prima visione tv questa sera, 23 giugno, alle 21.15 su Sky Cinema Uno e Sky Cinema 4K, dovete assicurarvi una cosa: Di avere la cucina piena di ingredienti, gli ingredienti giusti, perché vi verrà voglia di cucinare. O di avere a portata di mano, anche per la sera seguente, il ristorante giusto, perché vi verrà voglia di gustare piatti degni di nota. La cena perfetta è davvero un film diverso dagli altri, perché il cibo viene trattato come un vero protagonista, curato nei minimi dettagli e per questo reso credibile, e capace di trascinarci nella storia insieme agli attori protagonisti, alla regia, e alla storia. La cena perfetta infatti nasce della scrittura di Stefano Sardo (insieme a Gianluca Bernardini e Giordana Mari), uno dei migliori sceneggiatori della sua generazione. "Stefano è il mio migliore amico, quindi giochiamo in casa" ci racconta Davide Minnella. "Qualche anno fa abbiamo frequentato insieme una scuola di scrittura, dove ci siamo incontrati professionalmente e siamo cresciuti tantissimo insieme. È proprio una delle persone a cui sono più legato". "Ero al lavoro su un altro progetto che si era arenato. Ero alla ricerca di un altro soggetto, e Stefano mi ha mandato questo spunto in 20 righe, che mi ha affascinato sin da subito. Non è facile capire la potenzialità di un progetto quando ti trovi davanti 20 righe, e non hai ancora lo sviluppo della trama a 360 gradi. Lo abbiamo mandato a Federica Lucisano e da lì è partita la macchina produttiva. Sono contentissimo di questo film: la cosa che mi affascinava era raccontare una storia d'amore con due personaggi molto particolari, la storia di un amore impossibile. Un camorrista dall'animo buono, e una chef con un talento pari al suo cattivo carattere. Due personaggi così diversi tra loro vanno a trovare la forza di andare avanti attraverso la cucina. È una cosa che mi ha affascinato tantissimo".
Ne La cena perfetta Carmine (Salvatore Esposito) è un ragazzo che si è legato al clan del camorrista Don Pasquale: il padre ha perso la vita per salvarla al boss. Fare il camorrista però non è cosa per lui. Così viene mandato a Roma per gestire un ristorante che in realtà è una lavatrice che ripulisce e ricicla il denaro sporco. Consuelo (Greta Scarano), un tempo era la chef di quel locale, con cui ha ancora un conto aperto. L'incontro tra queste due anime così lontane farà scattare più di una scintilla.
La nostra videointervista a Davide Minnella
La cena perfetta, la recensione: Un film da "gustare", per una serata unica
Davide Minnella: "Dietro un piatto che viene presentato in sala c'è una cura maniacale"
Quando parliamo di un film ci soffermiamo spesso sul concetto di "direzione degli attori". Ma ne La cena perfetta possiamo parlare davvero anche di "direzione dei piatti". I piatti cucinati sono diventati parte integrante della storia, veri protagonisti, e questo ha reso lo scenario perfettamente credibile. "Io sono partito da un presupposto" ci spiega Davide Minnella. "Che i protagonisti di questo film fossero tre: Consuelo, Carmine e la cucina. E per questo le andava dato il giusto risalto. Ho deciso di trascorrere due mesi in una vera cucina per capire cosa succedeva in questi posti. Mi sono reso conto che lì non ci sono solo le regole ferree che vengono impartite dagli chef, ma che dietro un qualunque piatto che viene presentato in sala c'è una cura maniacale, uno studio della materia prima e un'attenzione al dettaglio incredibile. Stando in quella cucina ho capito che dovevo lavorare molto sui dettagli, che dovevo far vivere questi piatti, non soltanto in tutte le fasi di preparazione ma anche in quello che era il risultato finale. E quindi ho rotto le scatole a tutti quanti. Ogni giorno mi ritagliavo un'oretta per dedicarmi ai dettagli, e ho fatto di tutto, andavo alla ricerca della manualità che avevo visto nelle settimane precedenti". "Dirò di più" aggiunge. "Ho preteso che sul set, nelle varie cucine che andavamo a raccontare, ci fossero dei veri chef. Non ho chiesto attori che sapessero cucinare, ma proprio dei sous chef, persone che trascorrevano davvero 18 ore al giorno in cucina. Avevo bisogno di quella manualità che nessun attore sarebbe stato in grado di darmi".
Davide Minnella: "I piatti che raccontiamo sono piatti veri, che si possono davvero mangiare"
Tutto questo è stato reso possibile anche grazie alla consulenza della chef Cristina Bowerman, primo caso di una collaborazione di questo tipo in un film italiano, che non ha solo spiegato come confezionare i piatti, ma anche come si muove un cuoco in cucina. La cosa interessante è che, per una volta, la cena perfetta toglie l'esclusività della narrazione del cibo ai cooking show televisivi e la porta al cinema, elimina le riprese finte degli still life pubblicitari per riprende piatti veri. "È stato un valore aggiunto enorme al film" ci spiega il regista. "Non è stata una semplice consulente. Non l'ho vista tre giorni prima di iniziare le riprese e poi alla cena di fine produzione. Lei è stata costantemente con noi sul set, ogni singola giornata. Era importantissimo confrontarsi con lei per capire quanta passione e quanta cura si mette nella preparazione di un piatto. A volte non andavamo d'accordo a livello di tempi, perché i tempi della cucina sono diversi da quelli di un set. Però è stato fantastico. Lei è stata straordinaria non solo nel rapportarsi con Greta Scarano, nel far capire la passione che c'è dietro". "È stata anche fondamentale nella resa finale" continua. "Ha dato una unicità a tutto quanto. I piatti che raccontiamo sono piatti veri, che si possono davvero mangiare. E che in qualche modo escono dalla logica pubblicitaria. Negli spot ci sono gli still life dei piatti, che però sono realizzati solo per essere raccontati dalla macchina da presa e non sono davvero buoni".
La cena perfetta, Greta Scarano: "La credibilità è la prima cosa"