Se, come diceva William Shakespeare, siamo fatti della stessa materia di cui sono fatti i sogni, il film che vi raccontiamo nella recensione de La Befana vien di notte 2 - Le origini, è qualcosa che ha a che fare con tutto questo. Perché la storia scritta da Nicola Guaglianone e Menotti, e diretta da Paola Randi, in uscita al cinema il 30 dicembre, ha a che fare con uno dei nostri sogni da bambini, la Befana, che, nella notte tra il 5 e il 6 gennaio, ci ha portato per anni doni e dolciumi. Ma, soprattutto, è bene che sappiate che La Befana vien di notte 2 - Le origini è fatta della stessa materia di cui sono fatti Lo chiamavano Jeeg robot e Freaks Out. Il film è nato dalle stesse penne che hanno scritto questi film, e, in fondo, anche la ricetta è la stessa. È un cinema ambizioso, che punta a fare cose che in Italia non si sono mai fatte, se non di rado. E spesso ci riesce. E, allo stesso tempo, pesca nelle nostre tradizioni: quella della Befana è una storia in tutto e per tutto italiana. La Befana vien di notte 2 - Le origini è un film sorprendente, delizioso, un film delle feste per famiglie che sta tra il fantasy e il cinecomic, con un grande cast e una giovane protagonista, Zoe Massenti, che diventerà una star.
Paola, il Barone De Michelis e Dolores...
C'è qualcuno che sta entrando in una casa da un camino. Ma non è né Babbo Natale né tantomeno la Befana. È Paola (Zoe Massenti): ha un grande cappello in testa ed è una ladruncola, un'orfana che vive di espedienti per sopravvivere. Con lei c'è Chicco, che la segue per aiutarla, ed è innamorato di lei. Ma lei pensa solo a se stessa, cioè a sopravvivere. Sta per rubare la riproduzione in oro di una Madonna, che, nella sua versione originale, è il simbolo del paese. Proprio quando sta per portare a termine il furto, però arriva Barone De Michelis (Fabio De Luigi), che è a capo della Polizia Pontificia, e con certe donne, che lui crede delle streghe, ha un conto in sospeso: dice che hanno ucciso la sua amata moglie, Bettina. Per scappare da lui, Paola entrerà in contatto con Dolores (Monica Bellucci), una donna molto particolare, con dei poteri molto speciali...
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Vojo svortà: Paola come Enzo Ceccotti
"Vojo svortà" dice all'inizio del film Paola al suo amico. Che era un po' una sorta di mantra per Enzo Ceccotti, il protagonista de Lo chiamavano Jeeg Robot. C'è qualcosa in comune tra questi due personaggi. È quella condizione umana che li porta ed essere gli ultimi della società, una vita che, fino a quel momento, li ha portati a dover pensare soprattutto a se stessi, perché finora nessuno ha pensato a loro. Come Enzo anche Paola, a un certo punto, si trova ad avere dei grandi poteri. Così, come Enzo, una volta ricevuta una forza sovraumana, non trovava di meglio da fare che svellere un bancomat, così Paoletta, una volta appresi degli incantesimi, pensa che la cosa migliore sia usarli per rubare la famosa Madonna d'oro.
La Befana come Lo chiamavano Jeeg Robot e Freaks Out
Ma non è l'unica, né la più importante, tra le cose che legano con un fil rouge La Befana vien di notte 2 - Le origini a Lo chiamavano Jeeg Robot, e quindi a Freaks Out. Perché l'ambizione di Nicola Guaglianone e Menotti, che prende vita grazie a Gabriele Mainetti e qui a Paola Randi, è quella di creare dei prodotti con un occhio al mercato internazionale e un altro alla nostra tradizione. Così prendono vita dei film, chiamiamoli dei cinecomic o dei fantasy e, in questo ultimo caso, il fantasy per famiglie, che in Italia non si erano mai fatti e si era sempre pensato fossero appannaggio del cinema americano. La forza di un film come Lo chiamavano Jeeg Roboet era quella di prendere un modello come l'origin story dei cinecomic e trasportarla nel profondo di Roma, a Tor Bella Monaca, dandole sostanza e condimento con il gergo delle borgate e certe situazioni tipiche delle nostre storie di piccola criminalità. Freaks Out punta alla narrazione dei film di Spielberg e Tarantino, di storie alla X-Men, ma piene della nostra tradizione cinematografica, che va dal Neorealismo allo Spaghetti Western alla Commedia all'Italiana. La Befana Vien di Notte 2 pesca nelle nostre tradizioni, e prende un personaggio leggendario come la Befana. Lavora sull'icona, ne aggiunge man mano gli elementi visivi, o almeno quasi tutti, e immagina una vera e propria origin story: crea una storia che prova a immaginare come tutto possa avere avuto inizio. Anche qui è importante il dialetto. Anzi, i dialetti. Paola, la protagonista, parla romanesco, la Dolores di Monica Bellucci il suo marchigiano, ma sentiamo tanti altri dialetti. Il dialetto è importante, perché crea vicinanza con il pubblico, favorisce l'identificazione, rende, come tiene sempre a dire Nicola Guaglianone, credibile l'incredibile.
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Zoe Massenti: è nata una star
Ed è così che nasce un film molto particolare. Nella prima parte, complici anche le musiche, ancora una volta perfette, di Michele Braga, giocose e sognanti, La Befana è una sorta di favola tra i Fratelli Grimm e Mary Poppins con un tocco di Dickens. Pian piano che la storia va avanti vira sempre più verso il cinecomic e il fantasy. Arrivano i poteri, gli incantesimi, la magia. Si parlava di dialetti. Zoe Massenti, che interpreta Paola, e che Guaglianone ha scoperto una sera mentre era su Tik Tok (dove la ragazza, come su Instagram, ha moltissimi follower) ha una parlata romana di quelle che funzionano, grinta da vendere e un piglio ribelle che è perfetto per il ruolo. Ha un volto che buca lo schermo, ed è probabilmente destinata a una grande carriera di attrice, se lo vorrà. É un'altra di quelle scelte lungimiranti, come la Ilenia Pastorelli di Lo chiamavano Jeeg Robot, presa quando, come unica esperienza, aveva quella di essere stata una concorrente de Il grande fratello, e oggi attrice affermata, e l'Aurora Giovinazzo di Freaks Out. Il rovescio della medaglia è Fabio De Luigi, villain che diventa nemesi dell'eroe dopo averne in parte assunto i poteri, meno estremo dello Zingaro di Jeeg Robot e adatto al target del film, ragazzini e famiglie. I toni del film, come si può immaginare, sono infatti molto diversi.
Monica Bellucci: nuovi ruoli, nuovi colori, nuova maturità
Come Freaks Out, anche La Befana vien di notte 2 - Le origini è un racconto di figli - figlie in questo caso - senza padri e madri, visto che nel paese dove si svolge la storia c'è una caccia alle streghe. E ancora una storia in cui la famiglia giocoforza non è quella naturale ma quella di adozione, una famiglia basata sui sentimenti e non sulla nascita. C'è, nei momenti in cui Dolores accoglie le figlie delle donne che sono state credute streghe, un senso di solidarietà femminile, di mutuo aiuto tra donne, che è figlio dei tempi che stiamo vivendo, un discorso molto attuale. Il senso del dono, uno degli aspetti che caratterizzano la Befana, arriva proprio da qui, dalla solidarietà verso chi ha più bisogno. Il personaggio di Dolores, poi, è un altro tassello che ci dimostra come la carriera di Monica Bellucci, con l'avanzare dell'età, stia approdando a nuovi ruoli, nuovi colori, una nuova maturità. "Ci sono delle buone cose nel tempo che passa", ha detto durante la presentazione a Roma, ed è davvero così. Negli ultimi mesi l'abbiamo vistai in tre film, L'uomo che vendette la sua pelleTesto da linkare..., The Girl in The Fountain e questo, e ci ha sempre sorpreso. Quando parla francese poi, ha un fascino tutto particolare.
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Ritorno al futuro e gli Europe
La Befana vien di notte 2 - Le origini, poi, ha quell'approccio pop e citazionista che chi conosce il cinema di Menotti e Guaglianone - qui è anche produttore creativo, regista della seconda unità e attore in una spassosa scena - conosce bene. È quel tocco che colora tutto di una cultura pop legata agli anni Settanta Ottanta. E così ci sono divertenti citazioni de L'esorcista, di Ritorno al futuro e anche The Final Countdown degli Europe. Sì, perché per noi che eravamo ragazzi negli anni Ottanta l'epica era anche quel giro di tastiera. E poi c'è il marchio di fabbrica di Guaglianone, una frase che in Freaks Out diceva Fulvio e che qui ritorna, come capita quando si ritrova un amico e lo si saluta con una battuta che condividiamo con lui. "Se semo visti.. se non se rivedemo s'aribeccamo". Prendetela come un arrivederci al cinema, perché vi consigliamo di andare a vedere questo film. S'aribeccamo al cinema, allora.
Conclusioni
Nella recensione de La Befana vien di notte 2 - Le origini vi abbiamo parlato di un cinema ambizioso, che punta a fare cose che in Italia non si sono mai fatte. La Befana vien di notte 2 - Le origini è un film sorprendente, delizioso, un film delle feste per famiglie che sta tra il fantasy e il cinecomic, con un grande cast e una giovane protagonista, Zoe Massenti, che diventerà una star.
Perché ci piace
- L'idea di lavorare sull'icona della Befana e pensare alle sue origini.
- La scrittura di Guaglianone e Menotti, che sa come rendere credibile l'incredibile.
- Il sottotesto sulla solidarietà femminile, molto attuale.
- La scoperta di un'attrice come Zoe Massenti, e la reinvenzione di Monica Bellucci.
Cosa non va
- L'evoluzione del villain, che, dopo la sua metamorfosi, non diventa veramente minaccioso.