L'amore a domicilio, la recensione: Miriam Leone, Simone Liberati e la paura d’amare

La recensione de L'amore a domicilio: il film che Adler Entertainment ha deciso di lanciare su Amazon Prime Video è il racconto, riuscito, della paura di mettersi in gioco nelle relazioni sentimentali.

Amor che a nullo amato amar perdona...

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L'amore a domicilio: una scena

Iniziamo la recensione de L'amore a domicilio, il film di Emiliano Corapi disponibile dal 10 giugno su Amazon Prime Video, addirittura con una citazione di Dante. Non solo perché il sommo poeta ha un suo ruolo nella storia, ma anche perché racchiude il senso di una commedia sentimentale non banale, e con dei risvolti drammatici: è la storia di un amore che fa fare cose che non avresti mai pensato di fare. È questo, secondo Anna (Miriam Leone) il senso della frase di Dante. Ed è quello che fa per lei Renato (Simone Liberati) il ragazzo che ha incontrato e che si è innamorato di lei. L'amore a domicilio, distribuito da Adler Entertainment, era destinato alla sala e ora esce direttamente in streaming su Amazon Prime Video. È un'ottima opportunità per vedere subito un film che altrimenti avrebbe visto la luce con difficoltà (l'uscita nelle sale era prevista ad aprile, il lockdown ha rimandato tutto). L'amore a domicilio è un film da vedere: una storia inedita, originale, brillante, scritta bene e con degli ottimi attori. Una storia fantasiosa ma calata nella realtà.

La trama: amore e detenzione (domiciliare)

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L'amore a domicilio: un'immagine

Renato (Simone Liberati) è uno dei tanti precari del mondo del lavoro di oggi: vende pensioni integrative e polizze vita porta a porta, in mezzo alla strada, a chiunque capiti. E, nel suo, è anche parecchio bravo. Un giorno incontra Anna (Miriam Leone) che gli chiede, piuttosto insistentemente, un passaggio verso casa, a San Giovanni. Arrivati a casa, tra i due scoppia la passione. Quando suonano alla porta, e appare un poliziotto, Renato capisce: Anna è agli arresti domiciliari, per rapina a mano armata. Renato, dopo un'iniziale diffidenza, si getta a capofitto nella storia. Ma il fatto che Anna sia ai domiciliari è davvero l'ultimo dei problemi...

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Quella paura per la bicicletta...

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L'amore a domicilio: una sequenza

Renato ce lo aveva detto subito, con la sua voce off, all'inizio del film. A 12 anni gli avevano regalato una bicicletta per andare a scuola e, da quel momento, ogni giorno, pensava al fatto che la potessero rubare. Il giorno che non la trovò più, per lui fu come una liberazione. Renato è così, è un ragazzo che preferisce avere il controllo (non a caso vende polizze che garantiscono una sicurezza maggiore per il futuro), che preferisce volare basso, non avere cose, e persone, a cui tiene troppo per paura di doverle perdere. Non potrebbe, ad esempio, fare come quel tipo che, come gli racconta il fioraio, si è invaghito di una hostess, una ragazza irraggiungibile. Così il fatto che Anna non possa uscire di casa per ancora due anni, quasi quasi, gli piace pure. "È difficile che esca prima?" Chiede al suo amico avvocato. In quella casa in cui è l'unico uomo - o almeno, così crede - gli sembra di non rischiare poi troppo...

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L'amore a domicilio: una scena del film di Emiliano Corapi

Un boy meets girl che mescola commedia, drammatico e crime

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L'amore a domicilio: una foto del film

L'amore a domicilio è un film sulla nostra paura di amare, e in generale di mettersi in gioco, di rischiare, nelle relazioni sentimentali, nei rapporti affettivi. È un film che, proprio per questo, vive di contrasti: la regolarità e la sregolatezza, l'ordinario e lo straordinario, una vita monotona contro una vita fuori dagli schemi. È un boy meets girl che mescola commedia, drammatico e un momento di crime, che si muove continuamente in bilico tra quotidiano e surreale. Potrebbe essere un film di Marco Ponti, anche se è meno pop (non manca una citazione di Taxi Driver...) e meno cinetico. Ma funziona grazie a una serie di situazioni sorprendenti che non fanno mai perdere la credibilità dei personaggi, che ci appaiono comunque concreti, reali. Tutto questo è merito di uno script equilibrato e di attori molto credibili.

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Miriam Leone e Simone Liberati sono perfetti

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L'amore a domicilio: un frame del film

Il cast infatti è ben assemblato. Simone Liberati, reduce da Suburra, La profezia dell'armadillo, ma soprattutto dal grande ruolo di protagonista di Cuori puri, è bravissimo nel mettersi nei panni di un ragazzo un po' meschino, che vive con il freno a mano tirato, e gioca la sua recitazione tutta sui mezzi toni. Miriam Leone, la star delle serie 1992, 1993 e 1994, recita con un accento siciliano (l'idea è sua, ci ha raccontato, perché la rimandava a quel periodo della sua vita in cui era ancora senza una direzione) e involgarisce la sua bellezza quanto basta per essere credibile nel ruolo di una ragazza difficile, mantenendo intatta la sua intensità e il suo sex appeal unici, e lasciando uscire comunque una vulnerabilità, un certo male di vivere, un broncio irresistibile sotto i proverbiali occhi verdi.

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L'amore a domicilio: un momento del film

Emiliano Corapi si permette il lusso di utilizzare, nel ruolo dell'outsider Franco, Fabrizio Rongione, attore cult che viene dal cinema dei fratelli Dardenne (Rosetta, L'enfant, Due giorni, una notte solo per dirne alcuni), e di usarlo in una chiave inedita, e davvero spassosa. Sono da citare anche Renato Marchetti, nei panni del padre di Renato, e Anna Ferruzzo, nei panni di Silvana, la madre di Anna.

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L'amore a domicilio: una scena del film

È proprio lei a dire una delle battute più divertenti del film. "Potevi fare la moda, la televisione, il cinema. Ormai lo fanno tutti. Anche quelli che non lo sanno fare". Parliamo di quel cinema a cui piace prendersi in giro, certo, ma L'amore a domicilio è fatto da persone che il cinema lo sanno fare eccome, dallo sceneggiatore e regista Emiliano Corapi al direttore della fotografia, Vladan Radovic, uno dei migliori su piazza, che dipinge la Roma tra San Giovanni e Piazza del Popolo di colori vivi e rassicuranti come l'azzurro, dando un tocco di favola appena accennato al film, mentre la scenografia di Luisa Iemma, ricca di particolari per gli interni, soprattutto di casa di Anna, lo mantiene credibile e ben ancorato alla realtà. Amore a domicilio è un film che riparte quando sembra finito e aver raggiunto il climax, sorprendendoci ancora un po'. E riportandoci, come dicevamo in apertura, a Dante e Paolo e Francesca, "due che facevano cose mentre studiavano". Così li definisce Anna. E da questo capite un po' qual è il tono del film...

Conclusioni

Nella recensione de L'amore a domicilio vi abbiamo parlato di un boy meets girl che mescola commedia, drammatico e un momento di crime e che si muove continuamente in bilico tra quotidiano e surreale; una storia inedita, originale, brillante, scritta bene e con degli ottimi attori.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
2.9/5

Perché ci piace

  • Una serie di situazioni sorprendenti, ma che non fanno mai perdere la credibilità dei personaggi.
  • Gli attori sono credibili e funzionano, Miriam Leone e Simone Liberati su tutti.
  • La nostra paura di metterci in gioco nelle relazioni sentimentali è resa da un'ottima sceneggiatura.

Cosa non va

  • Forse la regia non "osa" abbastanza, non spinge come dovrebbe in certe situazioni.