Ci siamo: la serie ispirata all'opera letteraria di Elena Ferrante è arrivata alla sua conclusione. La quarta stagione di L'amica geniale, dall'11 novembre su Rai 1 e RaiPlay dopo l'anteprima alla Festa del Cinema di Roma, racconta l'atto finale della storia di Lila e Lenù, amiche fin da piccole, poi divise dal caso e anche da un uomo, quel Nino Sarratore che ormai è sinonimo di tutto ciò che di sbagliato si può affrontare in una relazione. A interpretare questi personaggi da adulti è un trio d'attori notevole: Irene Maiorino, Alba Rohrwacher e Fabrizio Gifuni.
I nuovi episodi di L'amica geniale perdono Saverio Costanzo alla regia, sostituito da Laura Bispuri, e si lasciano alle spalle anche Napoli, almeno nella prima parte. Gli autori devono quindi rinunciare a due elementi fondamentali della serie: la città, che è nel DNA delle due protagoniste, e la spensieratezza della giovinezza. In questa nuova fase Lila e Lenù pensano infatti ai figli più che a cambiare il mondo. Come dice un personaggio nelle prime due puntate: la rivoluzione non la vuole più nessuno.
Nella nostra intervista con le attrici e la regista abbiamo chiesto se quindi tutta questa intelligenza e genialità sia davvero servita a queste due donne e, soprattutto, se, nonostante la figura ingombrante di Nino, la vera storia d'amore sia sempre stata quella tra loro due. Chi è la vera amica geniale quindi?
L'amica geniale 4: intervista a Irene Maiorino, Alba Rohrwacher e Laura Bispuri
L'amica geniale 4 parte con la madre di Elena (Rohrwacher) che si arrabbia moltissimo con lei: visto che la donna vuole lasciare il marito per Nino, di cui è sempre innamorata, le urla: "A che serve tutta questa intelligenza se vi arrendete alla prima difficoltà?!".
Ecco: a Lila e Lenù l'intelligenza è servita? O forse sarebbe stato meglio rendersi meno conto delle cose? Alba Rohrwacher non ha dubbi: "È servita tantissimo! Le ha salvate. Elena è riuscita a emanciparsi dal luogo in cui è nata: riesce a seguire il suo desiderio, la sua vocazione. Chiaramente è tutto intrecciato: probabilmente ci riesce grazie a uno stimolo di Lila".
D'accordo Irene Maiorino: "L'intelligenza di queste due donne non è solo intellettuale: sono sensibili. Sono completamente diverse e questo è anche il motore dell'opera: si pungolano a vicenda, sempre in maniera differente. C'è una scena emblematica nella seconda stagione: Lila non ha potuto continuare gli studi, le è stato negato, e c'è Elena che deve studiare greco. Lila, che studia segretamente, glielo insegna: in una maniera amorosa. Lila ha una dualità: compie anche atti violenti, e questa è la forza del personaggio, ma sotto a tutto c'è sempre un incoraggiamento. Lila convince Lenù che questa cosa la può fare. La stessa Ferrante dice che, se non ci fosse stata Lila da mettere dentro le righe, queste righe non sarebbero mai nate".
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L'ossessione per Nino Sarratore
Perché queste due donne così brillanti si innamorano di una persona come Nino Sarratore? Irene Maiorino tende a scaricare le responsabilità su Lenù: "Direi che è Elena che si fissa! Lila invece si smarca in questa stagione: quello che succede è veramente un atto d'amore. La reazione di Lila è un moto d'amore: nel rifiuto di essere aiutata da parte di Elena c'è in realtà una grande sincerità. La verità è un tratto distintivo dell'approccio di Laura a questa quarta stagione. L'uomo che tenta di indebolire, o che indebolisce, la donna penso sia proprio uno dei temi della Ferrante".
Alba Rohrwacher difende il suo personaggio: "Non possiamo fare spoiler, però comunque, verso la fine, quando Nino si ripresenterà, quello che succede si deve anche a Lila. Quest'uomo è qualcosa che sbaraglia le carte. Le mette entrambe, e in modo molto più evidente Elena, di fronte a una perdita di lucidità".
Laura Bispuri completa il ragionamento: "Però è anche motivo di avvicinamento tra loro due. Quando Nino viene espulso, finalmente, loro si avvicinano ancora di più".
La mancanza di Napoli
Napoli è una grande forza di L'amica geniale: quindi com'è stato, almeno nella prima parte, lavorare senza questa parte fondamentale del racconto? Bispuri: "È vero, ma mi ha molto affascinato e divertito. La presenza di Lila è in assenza: e devo dire che comunque si sente molto. Ricordo che, quando eravamo al montaggio, c'era una piccola scena in cui Elena prende in mano un foglietto con scritto il nome di Lila e mi è arrivata molto forte l'emozione. Perché comunque l'assenza di Lila è sempre presenza. Le telefonate, i piccoli segnali... Chiaramente non c'è Napoli perché è una fase completamente diversa, una fase in cui Elena deve barcamenarsi tra questa storia d'amore, questa voglia d'evasione che ha con Nino, per cui iniziano a viaggiare, e poi invece devono andare a trovare le bambine che stanno a Torino dai nonni. Questo movimento che c'è attorno a Elena, questi treni, queste varie città che vengono toccate è stato un motore interessante per far partire la stagione. Ha dato una grande energia".