Dopo aver superato la metà del cammino e aver celebrato tanti grandi maestri e interpreti ormai in età avanzata, a Cannes arriva la svolta che compiace la gioventù. Nel cast di On The Road, adattamento del romanzo di culto di Jack Kerouac, vera e propria Bibbia delle generazioni ribelli amanti della Beat Generation, troviamo una schiera di giovani divi americani che faranno impazzire gli adolescenti assiepati sulla Croisette per vedere da vicino la star di Twilight Kristen Stewart, la bionda Kirsten Dunst, di ritorno a Cannes dopo essersi portata a casa, lo scorso anno, la Palma come miglior interprete per Melancholia, il bel Garrett Hedlund, Sam Riley, Tom Sturridge, Danny Morgan e il tifoso Viggo Mortensen. Viggo monopolizza il photocall convincendo i colleghi a reggere e - nel caso della perplessa Kirsten Dunst, perfino indossare - la bandiera della sua squadra di hockey del cuore, i Montreal Canadiens, per cui tradisce momentaneamente las quadra di calcio argentina San Lorenzo de Almagro, altro suo pallino. Una bella sfida per il regista brasiliano Walter Salles che, dopo aver narrato la gioventù del Che in I diari della motocicletta, intraprende un altro mitico viaggio. Chissà dove lo porteranno, stavolta, i sentieri polverosi degli USA.
Walter, perché hai scelto di affrontare un viaggio mitico come quello narrato da Kerouac?
Walter Salles: Io credo che siamo tutti affascinati da On the Road, dalla libertà che trapela dalle pagine, dalla ricerca di conoscenza che passa anche attraverso il sesso, il jazz e le droghe.
Dopo I diari della motocicletta un altro road movie.
Walter Salles: Il genere road movie è quello che mi ha fatto diventare regista, è stato un punto di partenza e mi piace tornare a sperimentare il genere perché ogni viaggio permette di fare nuove esperienze. Sono stato fortunato a poter condividere il cammino con un cast incredibile, pronto a interpretare i complessi personaggi descritti da Kerouac che mi avevano toccato quando lessi il libro per la prima volta a diciotto anni.
Che importanza ha il libro per voi che appartenete a una generazione molto distante da quella narrata?
Garrett Hedlund: Io interpreto lo scrittore Neil Cassady. Per comprendere a fondo il mio personaggio, che nel romanzo viene chiamato Dean, ho letto il libro di Cassady The First Third, una storia autobiografica che mi ha permesso di entrare in sintonia con lui. E' stato un enorme aiuto perché è un'opera onesta.
Kristen, mi pare che il tuo personaggio sia più presente nel film che nel libro. Secondo te è una scelta fatta per rendere l'adattamento più contemporaneo?
Kristen Stewart: Io credo che dipenda più dalla presa di consapevolezza del personaggio. Io mi sono attenuta alla sceneggiatura di Walter, ma credo che tutte le donne del film vengano valorizzate nella loro ricerca di sé, perché pongono domande più che dare risposte.
Kirsten, anche il tuo è un personaggio mitico, quello di Carolyn Cassady[/PEOPLE], scrittrice a sua volta.
Kirsten Dunst: Anche io sono fortunata ad aver avuto a disposizione le opere di Carolyn perché tutto che prova è nei suoi lavori, così ho avuto modo di entrare in sintonia con lei. Purtroppo non sono riuscita a incontrarla personalmente, ma penso che volesse vivere una vita normale. Anche se il mondo è cambiato e le nuovi generazioni sono molto diverse, oggi, credo che questo film sia vivo e attuale anche nel suo essere un period movie.
Viggo, cosa rappresenta per te la Beat Generation?:
Viggo Mortensen: Quando ho letto il libro di Kerouac io avevo 17 anni. Mi ha spinto a leggere non solo Kerouac, ma anche Burroughs, Ginsberg, Celine, Rimbaud, Camus. Prima non conoscevo questi scrittori, vivevo con mia madre nello stato di New York, al confine canadese, e non conoscevo il sud o l'ovest. Ho ritrovato la musica, il ritmo e l'energia di queste letture nel film di Walter.
Walter, secondo te in questo momento c'è una nuova ondata di interesse per Kerouac e la sua opera? Cosa lo rende ancora così contemporaneo?
Walter Salles: Dal mio punto di vista l'interesse per Kerouac non è mai scemato, le nuove generazioni sono sempre state affascinate dalla sua leggenda. A livello cinematografico per anni produttori e registi hanno tentato di portare sul grande schermo On the Road, ma il progetto si realizzato solo oggi grazie all'impegno di Roman Coppola e degli altri produttori.
On the Road è stato girato a Montreal e voi attori avete condiviso un appartamento per riprodurre l'intimità necessaria al film. Cosa potete raccontarci di questa esperienza?
Kristen Stewart: Abbiamo cominciato a girare a Montreal e ho vissuto più in quelle settimane che nel resto della vita. E' stato molto divertente lavorare con questo cast.
Garrett, puoi dirci qualcosa di più sul tuo rapporto con John Cassady?
Garrett Hedlund: Il viaggio intrapreso con Walter verso San Francisco per incontrare John è stato molto utile perché avevo molte domande su Neil Cassady,ma anche l'incontro con Carolyn è stato importante perché ha ancora molto vividi i ricordi del marito. Alla fine la cosa più importante che John mi ha detto sul padre è che lo ha amato molto, in più mi ha raccontato degli aneddoti divertenti sulla sua infanzia.
Kristen Stewart: Anche la figlia di Marylou è venuta a trovarci ed è stata con me un po' di tempo. E' bastato connettermi con lei a livello emotivo, non è stato necessario che mi raccontasse cose di sua madre che nessuno conosceva. Il mio personaggio non ha mai tradito se stesso, non era una ribelle, essere parte di qualcosa che influenzasse gli altri non era una sua priorità. Era profondamente umana e non comprendeva il valore di ciò che stava vivendo. Interpretare un personaggio realmente esistito è una responsabilità completamente diversa per un attore perché senti la sua influenza e le aspettative di chi l'ha conosciuta.
Viggo, tu come ti sei avvicinato al personaggio di Burroughs?
Viggo Mortensen: Io sono arrivato per ultimo sul set perciò non ho vissuto l'esperienza della vita in comune. La sceneggiatura è ottima ed è stata fondamentale, così come i libri che mi hanno permesso di trovare un equilibrio tra Old Bull e Burroughs. Avevo già una mia idea dell'epoca della Beat Generation, ma ho dovuto rileggerla per dar nuova vita al mio personaggio cercando di rispettare lo spirito del tempo senza nostalgia. Il rifiuto dei giovani per l'autorità e la ribellione della Beat è molto simile a quella che stiamo vivendo oggi. La storia non era tutta rose e fiori perché i personaggi condividevano abitudini negative come il fumo, l'alcool, la droga e maltrattavano le donne, abbandonandole per i loro vagabondaggi, ma anche i lati oscuri della Beat fanno parte del mito.
Walter Salles: Come ha spiegato Viggo, questi personaggi hanno il coraggio di sperimentare tutto sulla propria pelle. Il solo modo per sviluppare una percezione critica del mondo è sperimentarlo in prima persona. Viggo ci ha raggiunto sul set a New Orleans portando con sé non solo i costumi, la macchina da scrivere e gli oggetti del suo personaggio, ma l'improvvisazione su Celine presente nel film è opera sua e anche i libri che Amy Adams legge sono dei libri per bambini del 1949, portati anch'essi sul set da Viggo. In questo senso siamo andati oltre il libro rimanendo allo stesso tempo fedeli. Abbiamo cercato l'improvvisazione per riprodurre la stessa naturalezza dei personaggi del romanzo. L'ultimo giorno di riprese, alla fine dell'ultimo ciak, siamo montati sull'auto di Viggo e lui ha messo un cd di Burroughs che parla. Per quarantacinque minuti nell'auto non c'è stato nessun altro suono. Anche questo è un segno della grande ricerca che abbiamo fatto e del tributo pagato a Viggo.
Tom, tu interpreti Allen Ginsberg, un personaggio noto per il look eccentrico. Come hai proceduto?Tom Sturridge: Io non ho avuto bisogno di inventare niente, perché l'immagine di Ginsberg è nota a tutti. Mi è bastato accedere alla verità. In gioventù Ginsberg ha scritto molto e mi è bastato leggere le sue opere, le sue poesie e le descrizioni dei suoi sogni per entrare in intimità con lui.
Kristen, stavolta il tuo personaggio non attende il matrimonio per fare sesso. Quale è stato il tuo approccio nei confronti di Marylou?
Kristen Stewart: Quando ho discusso per la prima volta del progetto con Walter avevo sedici anni. Ci siamo trovati subito in sintonia sul personaggio che avrei dovuto interpretare, ma sono stata contenta che nel frattempo passasse qualche anno prima dell'inizio delle riprese, anche se la vera Marylou si mette in viaggio con Cassady a sedici anni. In generale mi piace superare i miei limiti, interpretare personaggi complessi, essere messa sotto pressione. Ogni ruolo è una sfida, è questo il motivo per cui faccio questo lavoro.
Viggo prima ha toccato il tema della misoginia del libro. Voi come l'avete percepito?
Walter Salles: Abbiamo cercato di sviluppare i personaggi femminili oltre il libro. Gli scritti e i nastri registrati mostrano l'importanza delle due mogli di Cassady nella vita reale, che è molto superiore a quanto mostrato nel libro di Kerouac.