Kiss The Future, la recensione: Sarajevo, gli U2 e la musica, uno scudo contro le forze oscure

La recensione di Kiss The Future: il documentario di Nenad Cicin-Sain, dopo Berlino, è stato presentato alla Festa di Roma; è la storia del concerto che gli U2 tennero a Sarajevo nel 1997 e della resistenza che il popolo di Sarajevo ha messo in atto a ritmo di rock.

Kiss The Future, la recensione: Sarajevo, gli U2 e la musica, uno scudo contro le forze oscure

"Tutti usiamo la musica per proteggerci. È una sorta di scudo contro le forze oscure". A parlare è Bono, voce e leader degli U2, nell'emozionante storia che vi raccontiamo nella recensione di Kiss The Future, il documentario di Nenad Cicin-Sain prodotto da quei "geni ribelli" di Matt Damon e Ben Affleck che, dopo un passaggio allo scorso Festival di Berlino, è stato presentato alla Festa del Cinema di Roma nella sezione Best Of. È la storia del concerto che gli U2 tennero a Sarajevo nel 1997, e della resistenza che il popolo della città, per anni, ha messo in atto nella propria città sotto assedio, a ritmo di rock, punk, musical e satira. Perché "l'umorismo è la prova della libertà", come dice Bono.

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Un'immagine che ritrae gli U2

I ragazzi di Sarajevo stavano usando la musica contro le vere forze oscure, contro un nemico che voleva sterminarli completamente. E la musica, il punk, anche un concorso di bellezza - il famoso happening Miss Sarajevo - è stato un modo per mandare un grosso "fuck off" a chi voleva eliminarli. Normale che una band come gli U2, che ha sempre creduto nella musica come qualcosa in grado di superare le barriere, abbia stabilito un'affinità elettiva con i ragazzi che in quegli anni erano sotto assedio. Per questo Kiss The Future è sì un film sugli U2 (e, probabilmente, il miglior film fatto su di loro), ma anche un film universale, sul potere dell'arte per sconfiggere la follia, un film pacifista contro l'assurdità di tutte le guerre. Una storia iniziata 30 anni fa, ma attualissima, purtroppo, ancora oggi.

Non siamo sordi. Non siamo ciechi. E non saremo stupidi

Kiss The Future
Un'immagine di Kiss The Future, che racconta il rapporto tra gli U2 e Sarajevo

Sono le note di Zoo Station, da Achtung Baby, ad aprire Kiss the Future, come aprivano lo Zoo Tv Tour. Con un montaggio veloce ci viene raccontata la storia di quell'assurda guerra. Dal crollo del muro di Berlino e la morte di Tito, il presidente della Jugoslavia, alla disgregazione di quello Stato e al desiderio di Slobodan Milosevic, presidente della Serbia, di ricostruire una grande nazione e impossessarsi di tutti i territori dove vivevano i serbi. Sarajevo, città multietnica dove convivevano tante culture, era l'opposto della sua visione. E così scoppiò la guerra, dalla mattina alla sera: quello che era il tuo protettore diventava il mostro, quello che vuole ucciderti. È la prima guerra dove i giornalisti vengono presi di mira. È la guerra dei cecchini, che trasformano Sarajevo in una città dove ci si deve muovere di corsa, spostarsi al coperto, per non essere uccisi. Ma il popolo di Sarajevo ha bisogno di continuare a vivere. E così le frequenze radio trasmettono i Clash, i Sex Pistols e Jimi Hendrix. Un gruppo mette in scena ogni sera il musical Hair. E le band punk suonano la loro musica. Nasce una discoteca, sottoterra, in mezzo alla guerra. Per i ragazzi di Sarajevo gli U2, che vedono ogni giorno su Mtv, sono l'incarnazione della resistenza. "Non siamo sordi. Non siamo ciechi. E non saremo stupidi" è il messaggio che manda Bono alla Bosnia via Mtv.

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Bill Carter, eroe per caso

Kiss The Future 1
Uno dei protagonisti di Kiss The Future, il racconto della resistenza dei bosniaci negli anni Novanta

Ma, come sapete, ogni grande film ha bisogno del suo protagonista. E, come spesso accade, quel deus ex machina, quell'eletto, è un eroe per caso, un uomo inconsapevole. I fan degli U2 conoscono bene il nome di Bill Carter, ma in pochi sanno davvero chi era, e chi è. L'uomo che ha portato gli U2 a Sarajevo, che ci ha fatto conoscere la storia di Miss Sarajevo, è in realtà un ragazzone americano, uno di quelli che avremmo visto in una pellicola americana anni Novanta, uno che sembra uscito da un film di Linklater. Aria scanzonata, mascellone, capelli lunghi raccolti in una coda, e vestiti sportivi. Bill Carter era un sognatore, un folle, anche uno sprovveduto. L'amore della sua vita era morta in un incidente, e quel ragazzone americano era arrivato in Bosnia alla ricerca di qualcosa. Conosciuti i ragazzi di Sarajevo aveva capito che il suo posto era lì. E, visti gli U2 su Mtv, aveva capito che quella era una storia per loro. Così arriva a Verona, durante lo Zoo Tv Tour, nel 1993, intervista Bono. E gli strappa una promessa, quella di suonare a Sarajevo. Allora nessuno crede sia possibile. Ma, quattro anni dopo, nel 1997, quella promessa verrà mantenuta.

È tutto vero: il concerto si farà

Bono, cantante degli U2, in un'immagine del film U2 3D
Bono in un'immagine di repertorio

Nenad Cicin-Sain costruisce un film che è allo stesso tempo un perfetto documentario rock e un perfetto film civile. Possibile, se al centro hai degli artisti come gli U2 che riuniscono in sé le due cose. Kiss The Future è basato su una ricostruzione storica e politica precisa e asciutta, mai retorica o legata a delle ideologie. Vive sui volti bellissimi, puliti, pieni di resistenza e passione dei testimoni di quella storia, ripresi allora e oggi: Bill Carter, Alma, Senad e tanti altri che raccontano la loro vita 30 anni dopo, da sopravvissuti. E vive al ritmo delle canzoni degli U2 (ascoltiamo Sunday Bloody Sunday, Pride, Bad, One). E di preziosi documenti che, se non sono inediti, si sono visti pochissimo. Kiss The Future è costruito con il crescendo che avrebbe un epico film di finzione. Un momento di grande cinema è quello in cui i tir che portano il palco degli U2 arriva in città, accolto e applaudito lungo le strade dai bosniaci. Il momento in cui i ragazzi di Sarajevo vedono arrivare in città le luci di quei camion capiscono che è tutto vero, perché fino ad allora non ci avevano creduto: il concerto si farà. È il momento dell'arrivano i nostri, che è stato la chiave di tanti film di guerra, d'azione, di supereroi.

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Il coraggio e la grazia sotto la pressione

Il gruppo rock U2 ripreso nel film U2 3D
Gli U2 sul palco, ripresi nel film U2 3D

Tra quei preziosi documenti di repertorio c'è la prima intervista di Bill Carter a Bono, avvenuta Verona, in cui il leader degli U2 promette di suonare a Sarajevo. "Il coraggio e la grazia sotto la pressione" dice Bono a proposito della gente della città. E vediamo anche gli spezzoni degli show dello Zoo Tv in cui, ogni sera, la band si collegava con Carter e parlava di Sarajevo. Un momento che era partito con delle dichiarazioni d'amore, con i saluti. Ed era continuato con degli appelli all'intero Occidente perché salvasse i bosniaci. "Cosa fate davvero per noi? Io pendo che non state facendo niente" dice una ragazza da Sarajevo. In quel momento si è sentita l resa di Bono e dei suoi. Che si sono sentiti stupidi a fare uno show di rock'n'roll mentre accadevano cose così drammatiche. E il dubbio che il loro concerto potesse diventare un reality show che facesse spettacolo sul dolore delle persone. Ma con quei momenti gli U2 avevano aperto una finestra su quello che stava accadendo. In quella prima intervista di Carter, e durante i collegamenti con Sarajevo, guardate la commozione negli occhi di Bono.

Forse avremmo bisogno di quel concerto oggi

Un'immagine degli U2 dal film U2 3D
Gli U2 sul palco, ripresi nel film U2 3D

"Stavamo facendo propaganda, ma era una propaganda buona", racconta, in merito, Paul McGuinness, allora manager degli U2. Tutto questo mentre il film ci racconta che, proprio grazie alla propaganda, Slobodan Milosevic stava raccontando al mondo un'altra storia, facendo passare la sua nazione come la vittima. È anche per questo che Kiss The Future è così attuale. Perché, come fanno notare i reporter di guerra di allora che vengono intervistati, è stata la prima volta che si è avuto a che fare con le fake news. E perché in fondo è una storia che ha a che fare con la follia di pochi uomini che ricadono sulle vite di migliaia di persone. Ad ascoltare questa storia, sembra di sentir parlare dei giorni che stiamo vivendo. Ed è un colpo al cuore quando una ragazza, una campionessa di sci, parlando di quel concerto del 1997 che aveva fatto guarire tante persone e le aveva riconnesse tra loro, dice: "Forse avremmo bisogno di quel concerto oggi, ancor più che nel 1997".

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Non sono io che devo cantare. Loro devono farlo

Bono degli U2 nel film U2 3D
Bono degli U2 nel film U2 3D

E quel concerto arriva, negli ultimi dieci minuti del film, come il finale perfetto di questa storia. È il 1997 ed è un altro tour, il Pop Mart, che arriva con il suo megaschermo che rimanda immagini legate alla Pop Art. Come in ogni grande film, nel finale c'è un colpo di scena. Dopo alcune canzoni, forse per la stanchezza forse per l'emozione, Bono perde la voce. Ma, in quel rapporto che ha costruito con la gente di Sarajevo, può ammetterlo. La mia voce è andata, ma le vostre voci sono forti e possono aiutarmi a cantare questa canzone. Bono cambia le cose, fa cantare il pubblico. "Non sono io che devo cantare. Loro devono farlo". E la cosa sembra avere davvero senso. Dopo aver ascoltato I Will Follow, New Year's Day, Where The Streets Have No Name, il concerto, e il film, si chiudono con One. E, mentre scorrono le immagini, vediamo quei ragazzi di allora, ormai adulti, riguardare quei momenti, cantare quella canzone e commuoversi. E noi ci commuoviamo con loro.

Conclusioni

Nella recensione di Kiss The Future vi abbiamo raccontato la storia di quello che è un film sugli U2 (e, probabilmente, il miglior film fatto su di loro), ma anche un film universale sul potere dell'arte per sconfiggere la follia, un film pacifista contro l'assurdità di tutte le guerre. Una storia iniziata 30 anni fa, ma attualissima, purtroppo, ancora oggi.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
N/D

Perché ci piace

  • La potentissima storia di un popolo sotto assedio che ha organizzato una resistenza a tempo di rock.
  • La musica, e l'impegno, degli U2.
  • La figura di Bill Carter, personaggio reale che sembra uscito da un film di Linklater.

Cosa non va

  • Nel montaggio manca la performance voce e chitarra di The Edge con Sunday Bloody Sunday.