Non possiamo che cominciare la recensione di Kingdom 2 in questo modo: per quanto la prima stagione di questa serie Netflix coreana non abbia suscitato il clamore che avrebbe meritato, ora che abbiamo più tempo per recuperare anche prodotti che, per genere, non sono tendenzialmente la nostra prima scelta, non si può non dare una possibilità anche a questo piccolo gioiellino che, siamo sicuri, può attirare un pubblico molto più vasto di quello che potrebbe sembrare.
Questa serie, che è ambientata nella Corea medioevale (più precisamente nel periodo Joseon), è curata nei minimi dettagli - il budget sostanzioso è evidente -, con una trama estremamente intrigante e, soprattutto, orde di inarrestabili e ferocissimi zombie a rendere il tutto più irresistibile... che cosa potreste chiedere di più? Noi, come facemmo a suo tempo per la prima annata, non abbiamo potuto che apprezzare anche la seconda: Kingdom 2 é originale, interessante e realizzata con la massima cura, una ventata d'aria fresca nel catalogo Netflix, un prodotto che non dovrebbe assolutamente passare in sordina.
Una trama tanto intricata quanto intrigante
La trama ricomincia esattamente da dove l'avevamo interrotta, tanto da far sembrare la prima e la seconda annata come parte di un'unica, corposa, stagione. La scena iniziale riesce a colpire subito: orde di non-morti attaccan Sangju, dove il principe ereditario Lee Chang (Ju Ji-hoon) e i suoi si sono asserragliati. Gli zombi, che fino a poco tempo prima si risvegliavano ed uscivano allo scoperto solo di notte, ora sono attivi (ed anche estremamente affamati) pure in pieno giorno: il sole non è più un deterrente per loro e, a parte l'acqua e il fuoco, nulla sembra più spaventarli. Dal sanguinosissimo scontro con cui si apre Kingdom 2, la storia segue diversi personaggi: il principe ereditario, ora più interessato a proteggere il suo popolo che a rincorrere il trono, Seo-Bi (Bae Doo-na), intenta a scoprire il morbo che potrebbe portare alla rovina il Paese, Moo-Young (Kim Sang-ho), preoccupato per la moglie incinta che ha lasciato per seguire Lee Chang, il ministro Cho Hak-ju (Ryu Seung-ryong), che continua a tramare nell'ombra per raggiungere i propri fini, e la diabolica regina Cho Beom-il (Kim Hye-jun), pronta a far di tutto per mettere le mani su di un neonato maschio (da spacciare come proprio), che le garantirebbe di mantenere il potere.
È proprio dalle sue mani che si dipanano molti degli intrighi che danno il via alla narrazione, e che scopriamo nel corso dei sei episodi che compongono questa seconda stagione grazie ad alcuni flashback. I flashback, che sono sempre scene originali mai sequenze già viste nel primo Kingdom, più ci avviciniamo al finale più diventano numerosi e, pur restando estremamente utili ed interessanti (mostrano infatti colpi di scena non da poco), hanno il difetto di spezzare un po' il ritmo della narrazione.
Un altro (piccolo) difetto di questa spettacolare serie in costume lo troviamo nello sviluppo della narrazione: sei episodi per raccontare una trama così complessa ed articolata, in cui gli intrighi politici e di palazzo hanno la stessa importanza della componente action e della lotta contro i non-morti affamati, ci sembrano decisamente troppo pochi. Più si procede verso il finale più lo svolgersi della trama sembra affrettato, gli spostamenti da un luogo all'altro diventano veloci e più, certe situazioni critiche si risolvono più facilmente del previsto.
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Un finale (fortunatamente) aperto
La qualità tecnica eccelsa, la regia attenta e l'ottima scrittura - che da il giusto spazio tanto ai personaggi principali quanto a quelli secondari -, restano il punto più alto di questa serie, esattamente come lo erano stati per la prima stagione. Non possiamo poi non sottolineare quanto scenografia e costumi siano spettacolari, curati nei minimi dettagli per le centinaia di comparse che hanno partecipato alla produzione. Anche lo spettatore occidentale, culturalmente così lontano dalla realtà sociale rappresentata e dalla Storia raccontata sullo schermo, riesce comunque ad essere completamente coinvolto nella vicenda. Le tematiche al centro della narrazione, come la disparità tra classi e la lotta dei più abbienti per mantenere il potere opprimendo il popolo, sono talmente universali da poter essere seguite e "comprese" da spettatori provenienti da tutto il mondo.
Il finale di Kingdom 2 chiude il ciclo composto da prima e seconda stagione ma, come era accaduto lo scorso anno, un cliffhanger da cardiopalma proprio negli ultimi minuti del sesto episodio rimescola le carte in tavola, facendoci capire che molto probabilmente ci aspetta anche una terza stagione. E noi non vediamo l'ora di vederla.
Conclusioni
Non possiamo che concludere la recensione di Kingdom 2 sottolineando quanto questa serie Netflix sia originale, interessante e curatissima dal punto di vista tecnico, soprattutto per quanto riguarda costumi e scenografie. Il finale aperto ci fa ben sperare che ci sarà un'altra, spettacolare, stagione.
Perché ci piace
- La trama intrigante e coinvolgente.
- I personaggi ben costruiti, sia quelli principali che secondari.
- I costumi e le scenografie, assolutamente spettacolari.
- Il finale aperto, che presuppone una terza stagione.
Cosa non va
- I troppi flashback che spezzano il ritmo della narrazione.
- La velocità con cui certe situazioni vengono risolte, soprattutto verso il finale.