Fra i volti più celebri del cinema americano dalla fine degli anni Ottanta ad oggi, Kevin Costner ha incarnato, nel corso della propria carriera, alcuni dei più carismatici e indomiti eroi apparsi sul grande schermo in film diventati a tutti gli effetti dei classici per un'intera generazione: da Gli intoccabili a L'uomo dei sogni, da Balla coi lupi (che gli valse due Oscar in qualità di regista e produttore) a Robin Hood principe dei ladri, da JFK - Un caso ancora aperto a Guardia del corpo, fino al western Terra di confine, sua ultima prova da regista.
L'attore californiano, prossimo a compiere sessant'anni, è stato uno degli ospiti d'onore del Festival Internazionale del Film di Roma, dove ha presentato il suo nuovo film, il dramma familiare Black and White, ed ha incontrato il pubblico nel corso di una delle cinechat del Festival. Per chi non ha preso parte all'evento, ecco il nostro resoconto del pomeriggio che Kevin Costner ha trascorso insieme a noi, raccontando se stesso e il suo grande amore per i film...
Imparando ad essere un eroe
Kevin, come ti senti oggi ad aver interpretato tanti personaggi eroici nel corso della sua carriera?
Quando sei un bambino giochi, e cerchi di giocare il più possibile, immaginando di poter fare qualunque cosa; e spesso le cose che immaginiamo sono quelle che abbiamo visto in televisione e nei film. Quando ero piccolo vedevo uomini che combattevano, uomini eroici che salvavano il mondo, uomini che riuscivano a conquistare le ragazze... e una volta diventato attore, ho imparato anche a baciarle! Sono convinto che dai film possiamo imparare tantissimo: alcune delle più grandi lezioni si possono apprendere stando seduti nel buio della sala, rendendosi conto che si può essere degli eroi come quelli che vediamo sullo schermo. Non sappiamo se effettivamente siamo così coraggiosi e come ci comporteremmo se ci trovassimo davvero in una situazione di pericolo, ma ho avuto l'opportunità di interpretare personaggi che sapevano cosa dire e cosa fare al momento giusto, e che si sono comportati da eroi. E fin da bambino, grazie ai film, mi sono allenato a diventare un eroe e salvare il mondo! Non dimentico mai che coloro che sono seduti al buio vorrebbero essere eroi, salvare il mondo e baciare le ragazze, e anch'io in fondo, da spettatore, sono uno di loro. E ho intenzione di continuare a girare western, perché l'America è anche questa.
Per impersonare questo tipo di personaggi trai ispirazione anche dalla tua vita di tutti i giorni?
Quando sei sul set interpreti un personaggio eroico, ma poi arriva il momento in cui torni a casa e riprendi a fare il padre. So cosa significa interpretare un eroe, ma so anche che i miei figli cercano un altro tipo di eroe, qualcuno che li ami e che li protegga. Nella mia vita dunque ho interpretato due ruoli: per uno per cui mi pagano, facendo film, e poi il ruolo di papà, per il quale sarò ricompensato per tutta la vita. Tre dei miei figli sono molto piccoli, hanno quattro, cinque e sette anni, e a causa dell'età so che arriverà un momento in cui non sarò più accanto a loro: è un fatto legato alla natura dell'esistenza e del diventare anziani. Ma sarò sempre grato al cinema, perché quando non ci sarò più i miei figli potranno guardarmi nei film e vedere il loro padre da giovane!
L'amore per il cinema
Uno dei tuoi film più famosi è stato Gli intoccabili...
È stato un piacere recitare ne Gli intoccabili avendo sullo sfondo una colonna sonora di Ennio Morricone, è una delle colonne sonore più belle mai realizzate.
Cosa ne pensi del cinema di oggi e quali sono i film che vorresti fare in futuro?
A volte il pubblico si rende conto che le sale sono invase da film d'animazione e da sequel e si domanda cos'è successo al cinema. La mia risposta è: nulla. Il cinema va avanti, i blockbuster sono prodotti fantastici e divertenti, il mondo se ne è innamorato, e lo capisco. Ma per quanto mi riguarda non smetterò mai di amare le storie, di amare l'idea che i film, al loro livello migliore, sono innanzitutto grandi storie di uomini e donne. Sono una persona romantica nei confronti di quello che Hollywood è stata e che può essere, e penso che ci sarà sempre spazio per i film più piccoli, come Black and White e, ai loro tempi, Balla coi lupi, Bull Durham e Tin Cup. Ammiro moltissimo attori quali Clark Gable, Spencer Tracy, Steve McQueen, Paul Newman, Peter O'Toole, Burt Lancaster, Sean Connery, Gene Hackman, Robert De Niro, e ho perfino lavorato con alcuni di loro; ho fiducia nella capacità del cinema di entrare nella storia, e continuerò a fare film di questo tipo. Quando i film funzionano davvero, quando riescono a dare il massimo parlando sia ai giovani che agli adulti, sono film che regalano scene e parole che non dimenticheremo mai. Quando faccio un film ho sempre in mente questo pensiero: i film valgono molto di più di quanto non incassino al box office. E i film migliori verranno tramandati di generazione in generazione.