Dopo Battle at Big Rock dello scorso anno, l'universo narrativo di Jurassic World torna ad allargarsi grazie a una serie tv animata, Jurassic World: Nuove avventure, disponibile su Netflix dallo scorso 18 Settembre. La storia raccontata negli otto episodi di questa nuova produzione ci porta dall'altra parte dell'isola, ma nella stessa linea temporale del film diretto da Colin Trevorrow nel 2015, muovendosi parallelamente agli eventi del sequel/reboot di Jurassic Park. Ne abbiamo parlato proprio con Trevorrow e Scott Kreamer, produttori della nuova serie, che ci hanno raccontato i presupposti da cui nasce e le scelte fatte per mettere in scena le (dis)avventure dei giovani protagonisti.
La sfida di Jurassic World: Nuove avventure
Cosa avete mantenuto dell'approccio iniziale di Zack Stentz?
Scott Kreamer: L'intera premessa viene dall'idea iniziale di Zack di mettere dei ragazzi al centro di una storia del franchise giurassico. Sono cambiati dettagli, sono cambiati i personaggi, ma nel complesso l'idea generale è quella di Zack.
Qual è stata la principale sfida di questa produzione?
Colin Trevorrow: Se devo parlare per me, posso dire che è stata una gioia dall'inizio alla fine, ma volendo parlare a nome di tutto il gruppo, credo che la sfida principale sia stata di mettere insieme un gruppo di giovani personaggi che sembrassero persone reali che possano esistere nel mondo di oggi e vivere le stesse difficoltà di chi affronta il difficile mondo in cui viviamo, con le stesse ansie, gli stessi stress e le stesse paure con cui i ragazzini di oggi hanno a che fare. Che sembrassero ragazzi di oggi in tutto e per tutto, con cui potersi identificare. Questa è stata la sfida più grande per i nostri scrittori e sono stati bravissimi a superarla.
È stato difficile mantenere l'equilibrio tra lo spaventoso e l'appeal per un pubblico giovane?
Scott Kreamer: È stato super eccitante. Ho scritto storie per ragazzi per molto tempo ed è la prima volta in cui ho avuto modo di inserire dei morti. È stato eccitante per me e gli altri scrittori poter lavorare a una storia e dei temi più realistici, a cominciare da Darius, che viene presentato come un personaggio che ha vissuto una perdita e abbiamo potuto inserire sentimenti con cui tutti gli spettatori hanno avuto modo di relazionarsi nella vita. È stato difficile, certo, ma credo che tutti siamo stati entusiasti di poter raccontare una storia del genere.
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I personaggi al centro del racconto
E come avete lavorato sui personaggi?
Scott Kreamer: Abbiamo iniziato il progetto sapendo che ovviamente ci sarebbero stati dinosauri, ma se volevamo tener incollati i ragazzi e gli altri spettatori per più episodi, dovevamo dedicare molti sforzi a creare personaggi che sembrassero reali e ai quali tenere, come ha detto Colin. Per farlo gli autori hanno discusso e contribuito con le proprie esperienze. C'era Colin, c'era Zack Stentz e tutto il team di scrittori, col tentativo di rispecchiare cosa voglia dire essere un ragazzo oggi e mettere insieme un gruppo di personaggi che fosse interessante.
C'è molto cuore nella serie e nei personaggi. Qual è il vostro personaggio preferito?
Scott Kreamer: Ho sempre pensato che il cuore fosse molto importante e credo sia così anche per Colin, Zack e gli altri autori. E credo che il cuore di questa storia sia Darius, il mio personaggio preferito, qualcuno per cui tifare perché è un perdente ma ha dentro di lui una forza che forse non sa di avere. All'inizio della serie è un po' come tutti noi quando affrontiamo qualcosa di nuovo, che sia il primo giorno di scuola o l'inizio del campeggio o qualunque altra cosa. Adoro il personaggio e tutto il lavoro di Paul-Mikél Williams nel doppiarlo, credo che sia il cuore dell'intera serie.
Come mai avete deciso di raccontare una storia di ragazzi, mentre i film raccontano di adulti che cercano di sopravvivere e salvano i propri ragazzi?
Colin Trevorrow: È una scelta di cui dobbiamo dar credito a Zack, Scott e gli scrittori per aver creato questi ragazzi nello specifico e di averli raccontati da questa prospettiva, ma se ci pensate non è una cosa anomala, anche Jurassic World parte dal punto di vista di un bambino e molto dei film del franchise è visto dal punto di vista di bambini, perché credo che sia dove vivono le paure, che nascono nel corso dell'infanzia. Fare un serie intera da questo punto di vista è stato un istinto molto semplice da seguire, perché fa parte dell'essenza di questi film.
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Lo spirito del franchise giurassico
Ci spieghi in cosa consiste per te lo spirito e l'essenza di questo franchise?
Colin Trevorrow: Questi film parlano di famiglia e spesso ci sono persone che collaborano per sopravvivere. Credo che sia ciò che attira maggiormente dell'intero franchise, il reminder che i dinosauri portano con sé che siamo qualcosa di recente su questo pianeta, soltanto ospiti e se non lavoriamo per coesistere con gli altri, con gli animali e con il pianeta stesso, allora saremo estinti. I dinosauri ci ricordano molto bene questo concetto!
Alcuni personaggi dei film vengono nominati nella serie, ma non appaiono. Era fuori discussione usarli in questa storia?
Scott Kreamer: Non credo che non fosse possibile, ma non volevamo che fossero dei semplici easter egg nella serie, un riferimento per il solo gusto del fanservice. Aveva senso avere il dottor Wu per la storia che stavamo raccontando, ma non ne aveva molto inserire altri che nel momento dell'azione erano impegnati altrove sull'isola, vista la simultaneità con i fatti di Jurassic World.
Ci sono scene che ricreano momenti del film. Quanto era importante mantenere questi riferimenti?
Colin Trevorrow: Quello che abbiamo cercato di fare, che era importante per noi, era di rendere ognuno di questi momenti unici per i personaggi della serie e per la loro avventura. Jurassic World è un grande parco a tema e in ogni momento qualcuno può vivere un'esperienza diversa. È stato magnifico poter tornare in quel mondo, che, a causa di come vanno queste storie, abbiamo completamente distrutto alla fine del primo film. Abbiamo una tendenza a farlo, ci lasciamo alle spalle fiamme e distruzione, ma è stato bellissimo poterci tornare e viverlo attraverso gli occhi di questi ragazzi.
Le storie del franchise sono molto simili tra loro. Se aveste libertà assoluta di fare una storia in questo mondo, quale sarebbe?
Colin Trevorrow: Vedrete molto presto qual è la mia storia ideale, basta aspettare perché sta arrivando: Jurassic World: Dominion è il film che ho aspettato di poter fare, quello che il mio cuore ha desiderato più di ogni altra cosa e sarà una bomba!
Scott Kreamer: Dal mio punto di vista, l'ho appena fatta. L'idea di fare una serie in cui si permette a dei ragazzi di emergere dalla follia che li circonda, di far sentire loro che stanno facendo la differenza nonostante siano così giovani, anzi proprio perché lo sono e collaborano tra loro diventando più forti, è il tipo di storia che ritengo necessaria nel mondo di oggi.
Come avete deciso che Netflix era il posto giusto per questa serie?
Colin Trevorrow: Faceva parte della partnership tra Universal e Dreamworks prima che arrivasse a noi e Netflix ha anche la serie di Fast and Furious che è andata bene e prosegue. Io vivo in Inghilterra da quattro anni e ho notato la capacità di raggiungere altri paesi di Netflix e credo sia importante poter condividere qualcosa col pubblico di tutto il mondo, avere ragazzi di ogni paese guardare qualcosa allo stesso momento, in lingue diverse. Questo è uno show globale e sono entusiasta che così tanti ragazzi possono guardarlo.
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