Spesso quando leggiamo di seguiti, prequel, reboot e altre produzioni derivate da successi del passato, tendiamo a storcere naturalmente il naso, influenzati da tante delusioni del passato che hanno lasciato il segno nella nostra pura e ingenua memoria da cinefili. Lo stesso è accaduto ovviamente quando le notizie riguardo un nuovo Jurassic Park hanno iniziato a circolare alcuni anni fa e la sensazione si è protratta almeno fino al primo trailer che ha mostrato primi segnali di qualcosa di promettente, almeno nella volontà di creare qualcosa di nuovo.
E possiamo prendere l'ultima frase alla lettera, perché ormai è risaputo che nel nuovo Jurassic World c'è il primo dinosauro ibrido, creato dai genetisti dell'Hammond Creation Lab per fornire al parco, ora gestito da Masnari (Irrfan Khan), una nuova temibile attrazione. Ed è sicuramente uno degli aspetti del film che abbiamo apprezzato, ma non è l'unico! Ne abbiamo contati otto, diversi e di ampio respiro, che ci consentono di affermare con sicurezza che il nuovo, quarto Jurassic Park è un blockbuster di tutto rispetto che può rilanciare il franchise preistorico nato nel 1993. Vediamoli insieme, ma attenzione perché scenderemo nei dettagli del film e della sua trama, quindi se ancora non avete guardato il nuovo film e non volete anticipazioni, fermatevi qui.
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8. Il Mosasauro
Ne avevamo già sottolineato l'importanza nel nostro articolo di commento al trailer, perché si tratta del primo rettile marino inserito nella saga (rettile marino, non dinosauro: non è la stessa cosa) e perché la sua presentazione già vista nelle prime immagini del film era di grande effetto. Lo vedevamo, infatti, saltare fuori dall'acqua e cibarsi di uno squalo bianco offertogli durante l'attrazione chiamata lo show del pasto, dobbiamo aggiungere che la stessa scena su grande schermo è di grande impatto visivo e per di più la sequenza va oltre portandoci sotto il livello dell'acqua per ammirare l'esemplare più da vicino. A questo aggiungiamo anche la sua partecipazione alle fasi finali del film, sia nell'afferrare uno pteranodonte (altro momento già visto, nel secondo trailer), sia nel prendere parte alla elaborata battaglia finale con l'Indominus Rex.
7. Il pericolo viene dall'alto
C'è il già citato Mosasauro, ci sono i dinosauri carnivori che già hanno dato problemi ai protagonisti nei precedenti capitoli, ma in Jurassic World c'è anche un altro gradito ritorno dal passato della saga: i rettili volanti inclusi nella voliera del parco (presente già nel primo libro di Crichton ma soltanto in Jurassic Park III per motivi di budget). Nel nuovo film c'è la voliera, abitata da Pteranodonti e Dimorfodonti, ed è una struttura di tutto rispetto che si erge nel mezzo di Isla Nublar e che viene danneggiata dall'Indominus Rex provocando la fuga dei rettili alati ed il conseguente attacco di questi ai poveri visitatori in giro per il parco. È una sequenza articolata, spettacolare e carica di tensione che rende l'idea della perdita di controllo sul parco da parte dello staff che si occupa della sua sicurezza.
6. L'ironia nella costruzione del film
Spesso sono i dettagli a fare la differenza, o almeno a contribuire nel creare un'esperienza ricca e completa per lo spettatore. Colin Trevorrow cura molto i particolari, ironici o meno che siano, che arricchiscono la messa in scena di Jurassic World. Partiamo dalla seconda scena del film, la prima dopo l'incipit, che ci mostra il dettaglio di una zampa che colpisce il terreno... ma è quella di un uccello. Un tocco di classe per chi è amante dei dinosauri e sa i moderni volatili di fatto lo sono (tendenzialmente si parla di dinosauri non aviani per quelli preistorici, ma i moderni uccelli sono dinosauri aviani). Un'ironia che serpeggia lungo il film grazie anche al personaggio di Lowery (Jake M. Johnson di New Girl) fino al suo bacio mancato con la collega del centro di controllo e che aleggia in tanti scambi di battute tra Chris Pratt e Bryce Dallas Howard.
5. Dinosaur Trainer
Nonostante le perplessità e le discussioni in rete dopo la visione del primo trailer, anche il discorso impostato sul personaggio di Pratt, Owen Grady, ed il suo rapporto con i Velociraptor del film funziona. È vero, si tratta di una forzatura, ma del tutto accettabile per vari motivi: prima di tutto i Raptor ci sono sempre stati presentati come animali sociali, con una organizzazione gerarchica e di branco molto spiccata, e questo giustifica la creazione di un rapporto anche con altri individui; in secondo luogo, è lo stesso Grady a dichiarare più volte nel corso del film di non avere assolutamente controllo sugli animali, ma semplicemente una sorta di rapporto di mutuo rispetto. E in fondo tale appare nell'evoluzione della trama, nel mostrare una relazione sempre in bilico che più volte cambia nel corso della storia di Jurassic World. Una forzatura, ma non una follia. Divertente, piuttosto, vedergli applicare una sorta di clicker training alla gestione dei raptor: li vedremmo bene su un percorso di agility!
4. Il parco
A 22 anni di distanza possiamo dirlo: il primo Jurassic Park, in quanto parco di divertimenti, faceva un po' tristezza. Si trattava ovviamente di una struttura ancora in divenire e che concentrava molto del suo fascino sugli animali che lo componevano, ma in quanto a strutture lasciava molto a desiderare, nonostante Hammond sostenesse a più riprese di non aver badato a spese. Il nuovo Jurassic World è di tutt'altro livello: edifici moderni, tecnologia all'avanguardia con tanto di dinosauri olografici, voliera, piscina per il mosasauro, veicoli giroscopici rotanti per passeggiare tra gli erbivori (Apatosauri, Parasaurolofi, Stegosauri e Triceratopi, tra gli altri). Insomma, è un'esperienza di intrattenimento a 360 gradi, che può trasformarsi in terrore e tensione altrettanto ampia. Da segnalare anche l'area Zoo dei cuccioli di giganti buoni, in cui i piccoli ospiti del parco possono stare a contatto con i piccoli di dinosauro, nutrirli, accarezzarli e, se abbastanza temerari, cavalcarli. Una cura nella costruzione del parco che è evidente fin dalle prime battute e da quella prima sequenza dell'arrivo di Zach e Gray sull'isola, che permette allo spettatore di provare la stessa emozione del più piccolo dei fratelli, mentre corre impaziente di ammirare le magie del Jurassic World.
3. Effetto nostalgia
Non solo il primo Jurassic Park non è stato cancellato facendone un semplice reboot, né è stato ignorato dallo script del nuovo film. È stato piuttosto citato, incluso nella trama del nuovo capitolo e valorizzato grazie ad un tangibile effetto nostalgia. Viene citato molto presto l'incidente di 22 anni prima, prendendo spunto da una maglietta dell'epoca pagata a caro prezzo da Lowery su ebay, viene riproposto più e più volte attraverso il personaggio di Masnari, che ha ereditato la gestione del parco da Hammond stesso, il dottor Wu che ancora si occupa della parte genetica, e soprattutto attraverso aree del vecchio parco (quindi vecchi set) ritrovati abbandonati nel mezzo della jungla dai protagonisti, con tanto di jeep del vecchio parco/film, occhiali per la visione notturna e altri oggetti riconoscibili per chi conosce il film di Spielberg. A tutto questo contribuisce la colonna sonora di Michael Giacchino, rielaborata con stile a partire dall'originale di John Williams, giusto mix di porzioni note e composizioni dedicate al nuovo progetto.
2. Indominus Rex
È il vero protagonista del film, sin dall'incipit che ci mostra lo schiudersi delle sue uova e già fa capire la natura a dir poco ostile di uno dei due esemplari, perché sono le sequenze che lo hanno come protagonista a fungere da motore dell'azione del film. Sequenze tra le più spettacolari, tese e riuscite di tutto Jurassic World: la sua fuga dal recinto, che comincia con le tracce sul muro notate da Grady e si chiude con lui costretto a cospargersi di benzina per mascherare il suo odore mentre è nascosto sotto un'auto; il primo, incredibile scontro tra l'Indominus Rex e i militari inviati a catturarlo con armi inadeguate, nonostante gli avvertimenti di Grady, uno scontro costruito e montato alla perfezione, saltando dall'azione alla sala controllo per ogni uomo caduto; l'attacco alla girosfera e la fuga dei ragazzi che si chiude con un tuffo dalla cascata; infine il drammatico scontro finale tra i protagonisti, l'Indominus, i Raptor, il T-Rex ed infine il Mosasauro. L'ibrido è un'aggiunta al cast preistorico che ci sentiamo di promuovere a pieni voti e che sottolinea un altro aspetto da molti trascurato: tutti i dinosauri del Jurassic Park sono da sempre degli ibridi, perché il loro codice genetico è stato completato con frammenti di altre specie animali.
1. Ritorno del Re(x)
L'abbiamo accolto con grande entusiasmo, nonostante un po' le dichiarazioni di Colin Trevorrow riguardo il Tyrannosaurus Rex ci avessero un po' rovinato la sorpresa: il T-Rex torna protagonista assoluto! Poco presente nel corso di tutta la pellicola (lo intravediamo mentre si nutre della solita capretta mentre Zach saltella dietro la folla assiepata per scorgere qualcosa), il re dei rettili tiranni torna nel finale per reclamare quello che gli spetta di diritto, non fosse altro che per il suo nome altisonante. Liberato da Claire quando lo scontro con l'Indominus volge al peggio, il T-Rex del Jurassic World, lo stesso del primo film stando a quanto dichiarato da Trevorrow, non si tira indietro e si getta nella mischia contribuendo alla sconfitta del mostro. L'ultima immagine del film è per lui, per il suo ruggito dall'alto di una struttura del parco, per imporre il suo stato di Re dei dinosauri, quell'alone di gloria e potenza che merita il carnivoro terrestre più grande di tutti i tempi.