Josep, la recensione: Un viaggio artistico nella vita di un illustratore

La recensione di Josep, bellissimo film d'animazione diretto dal fumettista Aurel e ispirato alla vita e le opere di Josep Bartolí.

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Josep: una scena del film

Non possiamo far altro che iniziare questa recensione di Josep con un misto di gioia e responsabilità. Gioia perché accogliamo l'arrivo nelle nostre sale, per un uscita evento dal 30 agosto al 1 settembre, di un film magnifico, una vera opera d'arte animata che si rivela toccante e profonda; responsabilità perché ci piacerebbe che le nostre parole riuscissero a convincere voi lettori a dare una possibilità all'esordio alla regia di un lungometraggio del fumettista Aurel e sostenere uscite di questo tipo, soprattutto in un periodo complesso per le sale cinematografiche come quello che stiamo vivendo. Josep arriva da noi dopo un cammino glorioso, figurando tra i selezionati di Cannes per il 2020 e con la conquista di premi come miglior film d'animazione in diverse manifestazioni internazionali, dai César agli European Film Awards.

La storia di Josep Bartolí

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Josep: una sequenza del film

Nato nel 1910 a Barcellona e morto a Manhattan nel 1995, Josep Bartolí ha vissuto un'esistenza poco conosciuta quanto ricca e meritevole di visibilità. Aurel ce la racconta partendo da una cornice semplice quanto efficace, il rinvenimento di disegni dell'artista da parte di un giovane graffitaro a casa del nonno morente, che ha servito come guardia nei campi in cui l'illustratore è stato tenuto prigioniero, Parte del racconto di Aurel, che procede frammentario quanto potente e propone momenti diversi della vita dell'uomo, si basa infatti proprio sul periodo della prigionia di Bartolí nei campi di concentramento in cui il governo francese confina i repubblicani spagnoli, in fuga dalla dittatura di Franco, sull'amicizia che si instaura tra lui e una guardia, separati dal filo spinato.

La forza del disegno

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Josep: un momento del film

È la porzione dal maggior impatto della storia, che si sposta anche in Messico e a New York, ma sarebbe limitante dire che il film di Aurel racconta la vita di Josep Bartolí, perché non è questo lo scopo ultimo di Josep, che non affronta l'esistenza dell'illustratore che gli dà il titolo in modo lineare e tradizionalmente biografico. Quello che il fumettista francese ha costruito è un tributo, un omaggio all'arte e alla potenza del disegno di Bartolí dal punto di vista di un altro artista, quale è l'autore di Josep. In questo filo sottile che lega i due artisti, quello raccontato e quello che racconta, il film di Aurel riesce a proporci con potenza sprazzi di una vita e di storia, spostandosi da un momento all'altro dell'esistenza dell'illustratore, dalla resistenza al regime di Franco e i drammatici momenti nei campi di concentramento, all'incontro con Frida Kahlo.

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Un road movie stilistico

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Josep: una scena del film animato

Il disegno di Josep Bartolí è presente e importante nell'economia del racconto per immagini di Aurel, con tutta la sua violenza nel tratteggiare le esperienze nei campi di concentramento, ma anche rappresentato nella sua evoluzione artistica e cammino di vita. Aurel adatta lo stile grafico del suo film ai diversi momenti che ci vengono mostrati, proponendo cinque approcci diversi per altrettante atmosfere diverse, coerenti con il momento personale e artistico che viene rappresentato, dai marroni e grigi della guerra ai colori vibranti che tratteggiano i momenti messicani. Quello che viene fuori è una sorta di road movie stilistico, un viaggio nel mondo artistico di Josep Bartolí che guida lo spettatore in una storia tutta da scoprire e vivere, travolgendolo con le sue emozioni.

Conclusioni

In chiusura della recensione di Josep non possiamo che ribadire la potenza e bellezza del racconto per immagini realizzato da Aurel nel suo Josep. Un tributo di un artista a un altro artista, per un percorso che ne ripercorre momenti della vita così come l'evoluzione stilistica. Il tutto senza rinunciare a proporre uno spaccato di un periodo difficile e poco rappresentato sul grande schermo come quello dei campi di concentramento in cui erano tenuti i rifugiati spagnoli dal 1939.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
2.0/5

Perché ci piace

  • L'esistenza, poco nota ma interessantissima, di Josep Bartolí.
  • I disegni dell'artista che ci viene raccontato, capaci di raccontare con spaccati di violenza.
  • Gli stili scelti da Aurel per il film, che si adattano ai diversi periodi della vita dell'artista che ci vengono raccontati.
  • La scelta di usare il mezzo espressivo dell'animazione per raccontare questa storia.

Cosa non va

  • Un film che ha pochi difetti di per sé, ma per sua natura non si può considerare adatto a qualunque tipo di pubblico.