Johnny To presenta Life Without Principle a Venezia 2011

In occasione della presentazione a Venezia dell'ultimo film di Johnny To Life Without Principle, abbiamo incontrato il regista e il protagonista Lau Ching Wan.

E' di nuovo al Lido, Johnny To, con un film che per certi versi rappresenta un'evoluzione nello stile Milkyway che potrà aprire interessanti prospettive per il futuro. Life Without Principle è un film insolito per la casa di produzione fondata dal regista hongkonghese, incentrato sull'attuale crisi finanziaria e su come alcuni personaggi, dai destini intrecciati, si trovano in essa coinvolti. Del film abbiamo parlato col regista e col protagonista Lau Ching Wan, in un incontro che ha spaziato anche sui temi da esso affrontati e sullo stato attuale del cinema asiatico.

To, come le è venuta l'idea di un film che avesse come protagonista il denaro?
Johnny To: Penso che la questione del denaro e della crisi finanziaria sia un po' ridicola. La crisi è stata creata dalle banche, e le banche sono le uniche che ci guadagnano. Non pensavo si sarebbero raggiunti questi livelli. Una volta pensavamo fosse sicuro mettere i soldi in banca, ma ora non è più così: le banche cercano di farti investire i tuoi risparmi in fondi di investimento, e se non lo fai si prendono delle commissioni alte. È una trappola.

Nel film si parla dei BRIC, che sono i fondi di investimento provenienti da Brasile, Russia, India e Cina. Qual è, secondo lei, l'importanza di questi paesi emergenti per l'industria cinematografica moderna?
Johnny To: Ovunque il pubblico ha bisogno di intrattenimento e svago, e questi sono paesi emergenti che in questo momento hanno molto da spendere. Il cinema è ovunque un modo per fare affari, e questo probabilmente è un periodo propizio per investire nell'industria cinematografica di quei paesi.

Lei, nel corso della sua carriera, ha affrontato diversi generi cinematografici. Come fa a mettere in ogni film che fa il suo particolare tocco?
Johnny To: Io, nel girare un film, mi baso sempre su ciò che provo o su quello che vedo, a prescindere dal genere. Cerco comunque di non essere troppo serioso, quello che mi interessa è il comportamento umano, a prescindere se sia quello di un criminale, di un poliziotto o di una persona comune. Cerco comunque di inserire sempre un po' di humour nero nei miei film: la vita umana stessa è un po' come una recita o un film, per questo non è il caso di prendere il cinema troppo seriamente.

Si sente un autore?
Johnny To: No, non credo di esserlo. Sono solo uno che fa film e che ama fare film: finché la gente va al cinema e trae conforto, o anche qualche spunto di riflessione, significa che ho fatto bene il mio lavoro.

Cosa ne pensa del cinema della Cina continentale, e della sua influenza su quello occidentale?
Johnny To: Il cinema cinese sta crescendo molto rapidamente, e ha le potenzialità per diventare molto influente sulle altre cinematografie asiatiche e internazionali in genere. Ma molto dipende dalla censura, se questa si allenterà, il cinema della Cina potrà dispiegarsi in tutte le sue potenzialità.

Lau, perchè alcuni attori asiatici raggiungono il successo internazionale, e altri no?
Lau Ching Wan: E' una questione di fiducia ma anche di indovinare il trend giusto: Bruce Lee e Jackie Chan sono arrivati entrambi nei periodi giusti e sono riusciti a sfondare, per altri è stato più difficile.

Questo vale anche per i registi?
Lau Ching Wan: Beh, il film è incentrato sui pensieri del regista, quindi in questo caso entrano in gioco altri fattori. Molto dipende dalla fortuna, e dall'avere o meno l'opportunità giusta.

Questo è un film sull'attuale crisi finanziaria. In che modo questa ha influenzato l'industria cinematografica di Hong Kong?
Lau Ching Wan: Prima della crisi, l'industria cinematografica da noi già non andava benissimo, la crisi ha soltanto aggravato un processo che era già in atto.

E' un film che nasce dalla crisi o da tratti del comportamento umano che da essa prescindono?
Lau Ching Wan: In realtà è un film sulla natura dell'essere umano, ma anche sulla situazione economica attuale, che ti costringe a mettere i tuoi soldi in banca per risparmiare, ma poi ti fa pagare delle commissioni assurde. E' un film su come le persone sono intrappolate nell'ingranaggio finanziario.

Il cinema deve attenersi alla realtà, o ha in qualche modo il potere di cambiarla?
Lau Ching Wan: Io penso che il cinema possa offrire dei messaggi anche profondi: in particolare, un film sull'economia può arrivare praticamente a tutti, visto che parliamo di un problema universale, specie in questo periodo di globalizzazione.

In Cina, qual è la reazione della gente alla crisi? E' normale diventare più egoisti?
Lau Ching Wan: In una situazione inusuale, ciò che di solito non è normale lo diventa. Ma forse la domanda andrebbe posta al regista...

Il tuo personaggio è in qualche modo romantico, forse è l'ultimo romantico del cinema di To. Questo lato del personaggio viene dal regista o da te?
Lau Ching Wan: Il mio personaggio lo abbiamo creato entrambi, abbiamo usato idee che provenivano da tutti e due. Le mie idee, e le modifiche che ho potuto apportare al personaggio, sono tuttavia arrivate solo durante le riprese, quando ne ho vestito effettivamente i panni.