Jim & Andy: The Great Beyond, il ritratto sincero e caustico di due geni comici

Partendo dalla lavorazione del film Man on the Moon, Jim Carrey si racconta al regista Chris Smith, aprendosi sulla genesi della sua verve comica e sul rapporto inscindibile tra la sua personalità e le fasi della sua carriera. Fuori concorso alla 74a Mostra Internazionale d'Arte Cinematografica di Venezia.

Venezia 2017: una foto di Jim Carrey sul red carpet di Jim & Andy: The Great Beyond.
Venezia 2017: una foto di Jim Carrey sul red carpet di Jim & Andy: The Great Beyond.

Nel 1999, durante le riprese del film Man on the moon, lungometraggio di Milos Forman dedicato alla vita del comico Andy Kaufman, il protagonista Jim Carrey girò una serie di video dietro le quinte, mettendo in evidenza i propri metodi estremi per immedesimarsi nel ruolo dello stralunato interprete di Taxi. L'intenzione era di usare quei filmati per la promozione del lungometraggio, ma la Universal si impose affinché non vedessero la luce del giorno all'epoca, temendo che potessero danneggiare la credibilità del progetto e di Carrey stesso. A quasi vent'anni di distanza, il girato è finalmente a disposizione, con l'aggiunta di un'intervista inedita a Carrey dove l'attore si mette a nudo, raccontando la propria carriera e personalità senza peli sulla lingua.

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Jim non è disponibile

Sono passati quasi due decenni dall'uscita di Man on the Moon, il film che, insieme a The Truman Show, mostrò al pubblico il talento drammatico di Jim Carrey, precedentemente noto solo come volto di commedie demenziali come Scemo e più scemo, The Mask - Da zero a mito e Ace Ventura - l'acchiappanimali. In entrambi i casi il divo si portò a casa il Golden Globe come miglior protagonista (senza però essere candidato all'Oscar, omissione di non poco conto a detta di critici e fan), e dalla visione di Jim & Andy: The Great Beyond. The Story of Jim Carrey, Andy Kaufman and Tony Clifton emerge chiaramente quanto il premio per Man on the Moon fosse meritato. Applicandosi con una dedizione degna di Daniel Day-Lewis (che sul set de Il mio piede sinistro non si alzò mai dalla sedia a rotelle del suo personaggio), Dustin Hoffman (che per una scena de Il maratoneta decise di rimanere veramente sveglio tutta la notte) o Sacha Baron Cohen (che persino in sede di interviste tende ad essere il proprio personaggio), il comico rimase costantemente nei panni di Andy Kaufman o, peggio ancora, del suo alter ego Tony Clifton, producendo grandi risultati sullo schermo ma portando all'esasperazione gran parte del cast e della troupe.

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Man on the Moon: Jim Carrey in una scena del film
Man on the Moon: Jim Carrey in una scena del film

Quel periodo è evocato tramite filmati d'archivio che, per ammissione dello stesso Carrey, furono bloccati all'epoca su richiesta della Universal. Vedendo il materiale è facile capire perché: il comportamento dell'attore è davvero, in più punti, talmente estremo da giustificare la disperazione di Forman che, un giorno, chiamò Carrey a casa dopo le riprese solo per poter parlare con lui e non Kaufman/Clifton. Da quelle immagini emerge un ritratto affascinante e al contempo cupissimo di un performer che incarna alla perfezione la celebre frase attribuita a Peter Sellers: "C'era un vero io dietro la maschera, ma lo feci rimuovere chirurgicamente." Una trasformazione di cui anche Carrey riconosce i risvolti negativi, affermando di non sapere più quale fosse la sua vera personalità una volta abbandonato il ruolo di Kaufman e di aver rifiutato di apparire nel video del brano The Great Beyond dei R.E.M. proprio per non dover tornare ad essere una delle figure più discusse dello show business americano.

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Destini incrociati

Venezia 2017: Jim Carrey scherza sul red carpet di Jim & Andy: The Great Beyond.
Venezia 2017: Jim Carrey scherza sul red carpet di Jim & Andy: The Great Beyond.

Sotto le mentite spoglie di un backstage riesumato dopo anni di invisibilità, Jim & Andy è in realtà un'analisi molto schietta e malinconica del mestiere del comico, ponendo a confronto due persone dai metodi non esattamente simili ma accomunate da un'energia debordante e tratti incompatibile con le convenzioni di certe epoche. Emblematica, in tal senso, l'esperienza di entrambi nel contesto del varietà Saturday Night Live: Kaufman era una presenza ricorrente nei primi anni dello show, prima di essere estromesso definitivamente nel 1982 tramite il voto del pubblico (un dettaglio che nel documentario viene taciuto), mentre Carrey, successivamente ingaggiato come conduttore nel 2011 e nel 2014, sostenne un provino nel 1980, ignorato dal produttore esecutivo di allora Dick Ebersol (vedi il video sotto).

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Venezia 2017: Jim Carrey posa al photocall di Jim & Andy: The Great Beyond.
Venezia 2017: Jim Carrey posa al photocall di Jim & Andy: The Great Beyond.

Alle potenti sequenze di diciotto anni fa da compagna essenziale l'intervista di oggi, che va al di là della funzione di cornice narrativa tipica dei contenuti speciali di un DVD/Blu-ray per mostrarci un artista che, coerentemente con una delle sue stesse dichiarazioni (ogni film che ha fatto, con un'enfasi particolare per The Truman Show e Se mi lasci ti cancello, rifletteva esattamente la fase in cui si trovava Carrey sul piano lavorativo e/o personale), è essenzialmente svuotato, quasi privo di una raison d'être lontano da quegli schermi che non frequenta più con la stessa regolarità (dopo Scemo & + scemo 2 è solo apparso in un cameo in The Bad Batch, mentre True Crimes, ancora in attesa di un'uscita nelle sale, è l'ultimo film che ha girato, nell'autunno del 2015), essendosi limitato al ruolo di produttore esecutivo sul set di I'm Dying Up Here, serie parzialmente autobiografica andata in onda su Showtime da giugno a agosto di quest'anno. Assistiamo all'autocritica di un essere camaleontico che ha scelto la strada della risata per far dimenticare al pubblico (e a se stesso) le difficoltà quotidiane, e che lontano dai riflettori comincia a meditare, seppure a modo suo, sull'eventuale fine dei suoi giorni (da lui definita il momento in cui tutte le preoccupazioni cessano di esistere). Una fine che però dovrebbe tardare il più possibile, perché anche in modalità apparentemente off ci troviamo di fronte ad una forza comica da non sottovalutare, pronta a tornare in pista qualora si manifestasse il progetto giusto. A patto che non sia richiesto un impegno pari a quello kaufmaniano...

Movieplayer.it

4.5/5