Isabelle Huppert: "Non sono masochista come i miei personaggi, scelgo solo ciò che mi fa star bene"

Isabelle Huppert torna a parlare del suo entusiasmante rapporto con l'Italia mentre ritira il premio alla carriera del Lucca Film Festival e anticipa la sua nuova fatica, un horror diretto da Dario Argento.

Isabelle Huppert: 'Non sono masochista come i miei personaggi, scelgo solo ciò che mi fa star bene'

Elegantissima sia in versione pomeridiana che serale, quando sale sul palco di un Cinema Astra strapieno per ricevere il premio alla carriera tributatole dal Lucca Film Festival, vista da vicino Isabelle Huppert non ha l'aria austera di molti dei suoi personaggi, ma sorride spesso e fa linguacce ogni volta che il suo italiano si inceppa. Sarà l'aria di Lucca che la mette di buon umore? "Ero stata qui tanti anni fa mentre giravo 'Le affinità elettive' dei Taviani" ricorda. "Ho riconosciuto subito le mura di questa meravigliosa città. L'Italia è la bellezza". Poi si rammarica del suo italiano un po' arrugginito, non come quello della figlia Lolita, "che ha studiato a Roma ed è una vera ragazza italiana".

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Isabelle Huppert al Lucca Film Festival 2023

Dopo aver concluso il suo impegno al Teatro Argentina con Lo zoo di vetro, Isabelle Huppert è a Lucca anche per accompagnare la proiezione de La verità secondo Maureen K., thriller a sfondo politico che denuncia la violenza subita da una sindacalista che lotta per difendere i posti di lavoro dopo aver portato alla luce lo scandalo del nucleare francese (qui la nostra recensione). Una pellicola ad alto tasso drammatico che vede la diva d'oltralpe nell'ennesima eccelsa prova attoriale. Conseguenza del #MeToo e della maggior attenzione su certi temi? Non per Isabelle Huppert che spiega: "Per fortuna ho sempre interpretato personaggi di questo tipo. Il cinema mi ha offerto spesso questo tipo di ruoli. Il fatto di raccontare una storia vera non rende automaticamente un film buono, ma la vera Maureen Kearney lo ha apprezzato molto".

Dal dramma alla commedia, Huppert l'eclettica

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Isabelle Huppert al Lucca Film Festival 2023

Maureen Kearney è sindacalista di una multinazionale nel campo del nucleare che rende pubblico l'accordo segreto per svendere il know how francese alla Cina. Di conseguenza viene aggredita in casa sua e stuprata, ma la polizia non le crede e sospetta che si sia inventata tutto. "L'aspetto intrigante della storia è questa duplicità" spiega la Huppert. "Maureen subisce una doppia pena: l'aggressione e il sospetto che si sia inventata tutto. Il cinema è il medium ideale per raccontare una storia di questo tipo, rende tutto ancor più interessante".

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Isabelle Huppert al Lucca Film Festival 2023

La diva francese nega, però, di condividere questo spirito di sacrificio col suo personaggio. "Mi sento un po' una sindacalista del buon cinema, ma non sono masochista" esclama ridendo. "Faccio solo scelte che mi fanno stare bene, scelgo ruoli interessanti". E senza dubbio interessanti sono i ruoli che François Ozon ama proporle, tirando fuori il suo lato comico, come nel caso del recente Mon Crime - La colpevole sono io: "Ozon aveva già scritto il personaggio prima di propormelo, ma lui mi vede spesso così e mi propone sempre ruoli completamente folli come nel caso di 8 donne e un mistero".

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Dopo Michele Placido un horror con Dario Argento

La Syndicaliste
La syndicaliste: Isabelle Huppert in una scena del film

Oltre a La verità secondo Maureen K., sono in programma a Lucca altri due lavori di Isabelle Huppert, Elle e La pianista, entrambe pellicole acclamate che hanno fruttato all'attrice numerosi riconoscimenti internazionali tra cui una candidatura all'Oscar. Ma ciò che accomuna i due film è il coraggio e la capacità di rischiare. "Michael Haneke e Paul Verhoeven sono due grandi registi e i loro film si muovono su un filo sottile. La scommessa è stata vinta, ma potevamo anche perdere. Sono due personaggi toccanti, che provano a sopravvivere e a esprimere la loro femminilità in condizioni estreme".

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La verità secondo Maureen K.: un'immagine di Isabelle Huppert

Isabelle Huppert non ha mai nascosto la fascinazione per il cinema italiano che, dopo i Taviani, Bolognini e Bellocchio, di recente l'ha portata a collaborare con Michele Placido ne L'ombra di Caravaggio, esperienza di cui parla in termini molto positivi: "Avevo già collaborato col Placido attore in Storie di donne, diretto da Benoit Jacquot, nel 1981, ma stavolta è stato diverso. Dedicare un film a Caravaggio è un'ottima idea, è un personaggio così controverso, un artista, ma anche un criminale". Il film vede Huppert recitare a fianco della figlia Lolita Chammah, "un'attrice meravigliosa, d'altronde è mia figlia" esclama lei ridendo. "Purtroppo non avevamo scene insieme". Riguardo a possibili confronti, glissa e chiarisce: "Mia figlia ha la sua personalità".
Dopo Placido, per Isabelle Huppert ci sarà ancora Italia. La diva si appresta a recitare nel nuovo horror di Dario Argento, progetto pronto da tempo, ma slittato per via di una brutta caduta che ha causato al regista la rottura del femore. "Dario Argento è un grande regista, di recente Parigi gli ha dedicato una retrospettiva imponente" esclama Isabelle Huppert. "Sono molto felice di fare questo film con lui, è un regista così strano e originale, ma per il momento non posso dire niente di più".