Agguerrita più che mai, la catalana Isabel Coixet sfodera il suo temperamento calientre all'apertura della Berlinale. Il suo ultimo film, Nobody Wants the Night, che ha l'onore di inaugurare la 65° edizione del festival tedesco, è un'epica avventura al femminile interpretata da Juliette Binoche e Rinko Kikuchi, ma quando le si parla di sessismo Isabel sfodera la sua grinta rispondendo piccata.
"Dobbiamo davvero parlare del sesso dei protagonisti? E' qualcosa di così noioso. Il senso del film è tutt'altro. Questa è la miglior sceneggiatura che abbia mai letto e sentivo di doverla fare. Nessuno aveva raccontato la storia della conquista del Polo Nord dal punto di vista femminile così ho deciso di raccontare una sfida tra l'uomo e la natura selvaggia. Mentre eravamo in Norvegia per capire se girare in loco era molto freddo e mi sono resa conto che stavo pensando molto più lentamente. Mi si congelavano il viso e le mani, ma ho pensato che mi piaceva, mi faceva sentire viva. Così ho deciso di raccontare un viaggio metaforico e spirituale verso Nord". Quando, però, qualcuno insiste facendole notare che lavora tanto quanto un uomo, la regista esclama "Forse perché ho il pene? Sono testarda e sogno di fare cinema fin da piccola. E' la prima cosa a cui penso quando mi alzo la mattina e l'ultima prima di dormire. Mi ha sempre dato fastidio la discriminazione. Io non voglio l'uguaglianza, voglio il sorpasso. Voglio più lavoro e più soldi per le donne. Non vedo l'ora di vedere il primo presidente americano donna, come da voi in Germania. Forse Hilary Clinton. Oddio, lei speriamo di no".
Il cinema è illusione
Grazie alla sua testardaggine, la Coixet ha avuto a disposizione la splendida Juliette Binoche e la timida Rinko Kikuchi. La Binoche interpreta Josephine Peary, personaggio realmente esistito, moglie dell'esploratore Robert Peary. Parlando del film, l'attrice francese rivela un 'segreto da set'. "Anche se vede tantissima neve, in realtà è tutto finto. Abbiamo dovuto creare il freddo perché in studio era maledettamente caldo. Siamo stati solo 10 giorni al Nord, il resto è stato girato tutto in studio a Tenerife a giugno. La magia del cinema l'abbiamo trovata con l'immaginazione mentre giravamo". Gabriel Byrne, co-protagonista maschile del film, non è estraneo ad aperture berlinesi immerse nella neve visto che ha già fatto parte del cast del popolare Il senso di Smilla per la neve per la neve e rincara la dose rivelando la presenza sul set di un misterioso 'frigorifero'. La Binoche conferma: "Era un refrigeratore per la carne. L'ho usato per prepararmi alle scene più complesse, anche perché il tempo per girare era pochissimo. Quando le mie labbra diventavano blu, era il momento giusto per cominciare."
Due donne agli antipodi
Motivando la scelta del cast, Isabel Coixet spiega: "Josephine Peary era un personaggio fantastico e l'unica persona che la poteva interpretare è Juliette Binoche, Alaka naturalmente non poteva essere che Rinko Kikuchi. Ora che il film è pronto, il mio sogno è completo". La Binoche entra più in dettaglio approfondendo il carattere della sua Josephine. "Sia io che Rinko abbiamo letto il romanzo a cui il film si ispira, ma la storia è un po' cambiata. Josephine Peary era una donna colta, di origini tedesche e irlandesi. Nell'Artico ha sperimentato cosa significa lottare per sopravvivere, ha imparato a cacciare, ha procurato il cibo per Alaka e interpretarla è stato incredibile. Josephine si immerge nella natura selvaggia. In questo luogo lei verrà a patti con la sua umanità trasformandosi quasi in un animale. Mangia carne cruda, sta a quattro zampe nell'igloo. Nel mondo occidentale crediamo di sapere tutto, ma non funziona così. Nessuno vuole la notte, nessuno vuole entrare in un posto oscuro, ma a volte vi siamo costretti".
Rinko Kikuchi aggiunge: "Quattro anni fa ho ricevuto la sceneggiatura di Isabel. Aspettavo il momento di poter tornare a lavorare con lei e quando ho letto la sceneggiatura ho adorato il mio personaggio. E' una giovane molto profonda. Non è giapponese come me, ma è una donna inuit così per interpretarla ho frequentato una vera inuit. E' una persona pura e bella. Conosce alcune canzoni antiche del suo popolo e mi ha aiutato a comprendere il loro modo di vivere. Lavorare con Juliette è stato un sogno che si avvera, sono cresciuta coi suoi film. E' molto forte ed è una bellissima persona. Da lei ho imparato molto".
Abbasso la Norvegia
Un'opera epica di esplorazione dell'ignoto come Nobody Wants the Night ha il sapore di tante opere letterarie e cinematografiche del passato. Riflettendo sulle possibili influenze, Isabel Coixet riconosce un debito all'opera di Jack London. "L'ispirazione per il film proviene da tanti lungometraggi e libri. Senza dubbio Jack London, ma soprattutto Nanuk l'eschimese. Non è un vero documentario, è un fake documentary, ma vedendolo capisci quanto sia difficile la vita degli inuit in condizioni estreme. Nego però ogni legame con Il Dottor Zivago. Forse l'unica assonanza potrebbe essere il cappello che indossa il personaggio di Juliette, ma è una casualità".
Prima di concludere, la 'terribile' Isabel coglie la palla al balzo per rendere pubblico qualcosa che non le è proprio andato giù durante la lavorazione del film. "In un primo tempo avremmo dovuto co-produrre il film con la Norvegia, così siamo stati in zona per visitare le location. Mentre eravamo lì siamo stati trattati malissimo. Una mattina Juliette mi ha detto che si erano rifiutati di darle la colazione, anche solo di procurarle un caffè. Visto il loro comportamento ho dato di matto e ho interrotto la collaborazione. Così abbiamo deciso di co-produrre il film con la Bulgaria, un posto fantastico dove le persone sono professionali e fanno anche un ottimo caffè".