Iron Sky: The Coming Race, recensione: nazisti e dinosauri su Amazon Prime Video

La recensione di Iron Sky: The Coming Race, folle sequel del film finlandese di culto, disponibile su Amazon Prime Video.

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Iron Sky: The Coming Race, Lara Rossi durante una scena del film

Prima di arrivare al dunque, ossia alla recensione di Iron Sky: The Coming Race, ora disponibile su Amazon Prime Video in Italia (dopo essere stato precedentemente presentato al Science + Fiction Festival a Trieste), è necessario fare qualche passo indietro, per l'esattezza fino al 2012. In quell'anno, nel mese di febbraio, ci fu infatti la prima mondiale di Iron Sky, all'interno della sezione Panorama della Berlinale. Un lungometraggio di genere ambizioso, a firma del cineasta finlandese Timo Vuorensola, già noto in patria per il parodistico Star Wreck, e realizzato principalmente tramite crowdfunding. E i donatori non rimasero delusi dal risultato finale: un divertente delirio a base di commedia e fantascienza, il cui intreccio ruotava intorno a una base segreta lunare costruita nel 1945, da cui i nazisti avrebbero poi dato l'assalto alla Terra nel 2018. Un'operazione squilibrata ma spassosa, con alcune punte di satira davvero eccelse (nelle scuole lunari veniva mostrato solo uno spezzone de Il grande dittatore, ridotto alla scena del mappamondo e quindi a presunta propaganda hitleriana).

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Iron Sky: The Coming Race, una scena con Udo Kier

A distanza di sette anni, dopo vari uscite rimandate (quando il sottoscritto ha intervistato Udo Kier per un altro film all'inizio del 2018 lui ha chiesto "Hai già visto il seguito?"), siamo arrivati da Iron Sky a Iron Sky: The Coming Race, arrivato nelle sale nordiche nei primi mesi del 2019, con un terzo episodio, incentrato su una vicenda parallela, ufficialmente in post-produzione dopo essere stato girato in collaborazione con la Cina (sempre a tal proposito Kier ci disse "Io e Andy Garcia eravamo gli unici attori occidentali sul set mentre giravamo le nostre scene"). È un sequel che rimane fedele alla poetica del prototipo ma al contempo espande il mondo ideato da Timo Vuorensola, spingendo ancora più forte sul tasto della follia e dell'eccesso: non vi bastavano i nazisti sulla Luna? Ebbene, questa volta ci sono anche le teorie complottistiche, i dinosauri e gli alieni. E, già che ci siamo, pure Adolf Hitler, protagonista dell'inquadratura cult del trailer dove, cavalcando un Tyrannosaurus Rex, esclama "Sieg Heil, Mutterfickers!".

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Dalla Luna alla Terra

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Iron Sky: The Coming Race, Udo Kier, Amanda Wolzak in una scena del film

Sono passati 29 anni dagli eventi del primo film, e la guerra nucleare tra i nazisti lunari e la razza umana ha reso inabitabile la Terra, spingendo i superstiti a rifugiarsi nella vecchia base del Reich. Qui vive Obi Washington, figlia di James Washington e Renate Richter, e lei si occupa della manutenzione dei sistemi vitali della base. La religione dominante è il Jobsismo, basato sulla figura di Steve Jobs, e il tutto è vicino al collasso. Un giorno, però, Obi scopre che Wolfgang Kortzfleisch (Kier), ex-comandante dei nazisti sulla Luna, è ancora nei paraggi. Questi svela di far parte dei Vril, una razza di alieni rettiliani che sono arrivati sulla Terra durante la preistoria e hanno creato il genere umano, manipolandolo nel corso dei secoli (in una sequenza scopriamo che figure come l'imperatore Caligola, Margaret Thatcher e Osama Bin Laden erano tutti Vril sotto mentite spoglie). Gli alieni si sono rifugiati nel centro del pianeta, e possiedono una sostanza che potrebbe sostentare l'intera base lunare. Obi recluta così dei compagni di viaggio per recarsi nella città segreta dei Vril.

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Iron Sky: The Coming Race, Udo Kier in una scena del film

Come il predecessore, Iron Sky 2 prodotto che mira e spara in tutte le direzioni, a volte a casaccio (una gag legata strettamente alla cultura finlandese risulterà incomprensibile agli spettatori non scandinavi, mentre il ruolo della Nokia è a dir poco geniale), generando un risultato volutamente schizofrenico e squilibrato, ma comunque divertente nel complesso e indubbiamente mai privo di idee. È un vortice di trovate che si muove tra passato, presente e futuro (il mid-credits promette bene, anche se un eventuale sequel diretto è ora poco probabile a causa della recente bancarotta della casa di produzione principale), con le interpretazioni perfettamente calibrate in base alla miscela di serio e faceto che caratterizza questo tipo di avventura. Per chi apprezza questo tipo di operazione, il divertimento, a basso costo ma ad alto tasso di ambizione, è assicurato. Ed è un'aggiunta ideale al catalogo italiano di Amazon Prime Video, poiché in sala questo tipo di progetto, ahinoi, non funziona più, nemmeno nel paese d'origine dove questo secondo episodio ha incassato meno di un quinto del prototipo.

Conclusioni

Arriviamo in fondo alla nostra recensione di Iron Sky: The Coming Race con un ghigno sulla faccia: non è un film che fa per tutti, ma nel marasma di idee mescolate alla rinfusa c'è l'occasionale guizzo di satira brillante, come nel primo episodio, e i pochi mezzi a disposizione rendono ancora più impressionante l'ambizione del risultato finale. Ancora una volta, il mattatore è Uno Kier.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
3.2/5

Perché ci piace

  • Le gag sono per lo più efficaci.
  • Gli attori stanno simpaticamente al gioco.
  • La componente visiva, considerando il budget, è notevole.

Cosa non va

  • Il film si perde occasionalmente per strada.