Recensione Scusate il disturbo (2009)

I più livelli di lettura di 'Scusate il disturbo' non devono sviare lo spettatore: si tratta di un film leggero e divertente, che cerca di rendere omaggio alla tradizione della nostra commedia all'italiana, che usa un linguaggio ed una storia semplici per raccontare o almeno accennare a qualcosa di più complesso e profondo.

Invecchiare con garbo

L'Italia, si sa, è terra di emigranti. I nostri compaesani sono in tutto il mondo e nei decenni a cavallo tra la fine dell'800 e l'inizio del 900 intere fasce della nostra popolazione, spinta dalla voglia di riscatto, ha scelto come destinazione diversi stati delle Americhe, dagli Stati Uniti al nord a Brasile ed Argentina al sud. Milioni di persone che nelle loro destinazioni hanno dato vita a vere e proprie comunità vive ancora oggi.
A Buenos Aires sono diversi i quartieri italiani ed è in questo microcosmo che è ambientato Scusate il disturbo, film per la televisione in due puntate prodotto da Rai Fiction e Grundy, in onda per la prima volta domenica 22 e lunedì 23 marzo 2009 su RaiUno.
Ne è protagonista Antonio, falegname pugliese che nel nuovo mondo, grazie ad una vita di onesto lavoro, ha ottenuto dei risultato ed ora non desidera altro che godersi gli anni della pensione e la tranquillità che la sua posizione gli assicuro, accompagnato dall'amico ed ex compagno di lavoro Peppino, Veneto, per il quale nutre un profondo affetto che lo rende praticamente uno di famiglia.
Ma la famiglia, quella vera, è in agguato ed irrompe a rovinare i piani del povero Antonio: il figlio Guido, con la scusa di lavori nel proprio appartamento, si rifugia a casa del padre con l'odiosa moglie Cinzia, il viziato figlio adolescente Fabio e cane al seguito. I giorni passano ed è chiaro ad Antonio che qualcosa non quadra ed il mesetto di convivenza forzata diventa di fatto una soluzione definitiva perchè Guido ha molti problemi economici da affrontare, debiti che nemmeno la vendita del loro lussuoso appartamento ha potuto ripagare ed uno stile di vita che non è più in grado di mantenere. Antonio si ritrova così a doversi nuovamente (pre)occupare del figlio, perchè, come gli stessi autori sottolineano, non si finisce mai di essere padre.
Il tutto senza trascurare l'amico Peppino, i cui problemi di saluto Antonio riesce a cogliere ai primi sintomi e che decide di seguire nella casa di riposo che lui sceglie per passare gli ultimi anni senza ulteriori preoccupazioni.

L'ambientazione argentina permette a Scusate il disturbo di trattare il primo dei temi che ne costituiscono la struttura portante, quello dell'emigrazione e della condizione degli italiani all'estero, ma la fiction diretta da Luca Manfredi, figlio del più famoso Nino, affronta grazie alle vicissitudini di Antonio e Guido anche il tema della paternità, degli obblighi che comporta e delle difficoltà del rapporto padre/figlio, con il personaggio di Guido che in questo senso si dimostra il più interessante per essere sia figlio per il protagonista che padre per Fabio. Centrale resta però il tema degli anziani e del loro destino sociale che la coppia di protagonisti, accompagnati dalle figure di contorno della comunità e della casa di riposo riescono a rendere con leggerezza.
Questo perchè i più livelli di lettura a cui abbiamo accennato non devono sviare lo spettatore: si tratta pur sempre di un film leggero e divertente, che cerca di rendere omaggio alla tradizione della nostra commedia all'italiana, che usa un linguaggio ed una storia semplici per raccontare o almeno accennare a qualcosa di più complesso e profondo.
Ad interpretare i due amici di lunga data troviamo la coppia ben assortita formata da Lino Banfi e Lino Toffolo, due tipi umani molto diversi che si bilanciano bene su schermo, che si completano ed integrano alla perfezione, riuscendo a dare un sapore agrodolce alla storia che Marina Garroni e lo stesso Manfredi ci raccontano con toni puliti e mai volgari. I due si muovono in un microcosmo italiano colorato da personaggi di contorno a volte un po' troppo monodimensionali, ma che contribuiscono a creare un contesto vivo e pulsante per la storia. Accanto ai due Lini spiccano Blas Roca-Rey e Sara D'Amario nei panni di Guido e la moglie Cinzia, bravi a rendere credibili due personaggi che in fase di scrittura presentano delle sfumature a tratti eccessive.

E' proprio nella sua coppia di interpreti, con un Banfi che ormai ci ha abituato a queste prove misurate ed un Toffolo di ritorno a recitare in un film dopo trent'anni, che Scusate il disturbo ha il suo punto di forza e non ci meraviglia sapere che si sta già pensando ad un'altra storia per sfruttare nuovamente in futuro l'alchimia e l'affetto che li lega.

Movieplayer.it

3.0/5