"Forse è quello che succede con la crescita. Forse crescendo si affievolisce la gioia. E fa male". Sono le parole di una Gioia sconsolata, che si crede impotente, protagonista di Inside Out 2, il nuovo film Diseny Pixar già campione d'incassi. Gioia vede la sua Riley cambiare, la vede diversa, e osserva che la gioia non è più la sua emozione preponderante. Ansia ha preso il controllo. La storia di Inside Out 2 la sapete: Riley ha 13 anni, nel pieno della pubertà, e con essa sono comparse nuove emozioni.
Mentre, finite le scuole medie, si trova catapultata in una realtà diversa, il campus estivo di una grande squadra di hockey, dentro di lei vecchie e nuove emozioni si sfidano per spronarla e per proteggerla. E ve lo garantiamo: vedere Inside Out 2 da genitori, da padri o madri di bambini che stanno crescendo e cambiando, è commovente, è doloroso, è illuminante. È, per restare coerenti con il tema della saga, ecco che irrompono una serie di emozioni che si scontrano l'una con l'altra. E allora andiamo a rileggere Inside Out 2 con gli occhi di un padre o di una madre. Siamo sicuri che, in tanti, potrete riconoscervi.
Inside Out 2: la console delle emozioni non funziona più...
Prima di tutto, è vero: i nostri bambini crescono, e cambiano. Ed è vero quello che ci racconta, in maniera geniale, Inside Out 2. Quella console che le emozioni sapevano governare così bene, tutte insieme, non funziona più. O meglio, è cambiata, ed è tutto diverso. Ricordate che cosa accade? Le nostre amiche emozioni toccano appena un tasto, ma la reazione di Riley è enorme, molto più forte. È davvero così. Nella pubertà, nella preadolescenza ogni emozione è accresciuta, ogni reazione è forte e ci sembra eccessiva. Si resta stupiti, magari, davanti a una reazione sconsiderata dei nostri figli. Eppure è così che funziona, in questo momento della vita. Ogni emozione arriva davvero in maniera marcata. È importante capirlo.
Gioia siamo noi: abituati a proteggere i figli
Ma che cos'è che vuole fare Gioia, provando ad essere sempre lei al comando? Nel primo Inside Out vuole provare ad evitare a Riley la tristezza, come è naturale provare a fare con un bambino. Nel secondo prova ad evitare l'Ansia, emozione che in un'adolescente, o preadolescente, è già arrivata. Gioia cerca di proteggere la sua Riley. Ed è questo il sentimento che prova un genitore. Del resto Gioia siamo noi, mamme e papà che, sin da quando i nostri figli sono nati, siamo abituati a proteggerli.
All'inizio, molto fisicamente, tenendoli in braccio, accompagnandoli durante i loro primi passi, cercando di non farli cadere. Poi, sempre più, anche moralmente, provando a contornarli di quello che a loro piace, di renderli felici, di farli divertire. Mettere appunto Gioia al centro della loro vita. Quello che fa l'emozione chiave di Inside Out è in fondo quello che proviamo a fare sempre noi. Alla fine di Inside Out, Gioia capisce che è tutt'uno con Tristezza.
La difficoltà di lasciare Gioia al comando
Lasciare Gioia così al comando quando i figli iniziano a crescere è più difficile. Perché quando sono più grandi, come vediamo in Inside Out 2, c'è meno Stupidera. O, almeno, c'è ma solo con gli amici e le amiche. Abbiamo visto anche questo, l'Isola dell'amicizia è più grande di quella della famiglia. Quando i nostri ragazzi iniziano a crescere, passiamo meno tempo con loro. E allora provare a instillare costantemente quella Gioia, quella spensieratezza, quella giocosità, è sempre più difficile. Vorresti continuare a proteggerli quei bambini, che bambini in fondo non sono più, anche se continui a vederli così. Vorresti continuare a tenerli per mano. Ma ti rendi conto che è il momento che comincino a camminare da soli.
Proteggere i figli dall'Ansia
Proteggere i propri figli dall'Ansia, allora, come prova a fare Gioia, non è affatto facile. Non è facile di per sé, perché oggi, già da molto prima di essere tredicenni come Riley nel film, i ragazzini sono piuttosto sollecitati in questo senso: la scuola è ancora impostata in modo molto prestazionale, con tutta una serie di voti, di giudizi, di valutazioni che non possono non mettere pressione e generare ansia. Anche altri contesti, come quello dello sport (che è proprio al centro di Inside Out 2) spingono i bambini ad essere competitivi. O, dall'altro lato, insicuri. In fondo, è vero che oggi tutto va più veloce, tutto arriva prima.
Noi genitori siamo anche un po' Ansia...
Se è vero che, per come proviamo a proteggere i nostri figli, siamo Gioia, è anche vero che siamo a nostra volta Ansia. Sì, una parte dell'Ansia è anche frutto della nostra presenza. Per forza di cose dobbiamo guidare i ragazzi nel loro cammino, imporre delle regole e fare da sprone. Sia che lo si faccia in modo più esplicito, sia in modo più implicito e silenzioso (ma c'è qualche genitore che è silenzioso?), i nostri figli sentono le nostre aspettative (e ormai anche quelle degli altri) su di loro. Anche se cerchiamo di farle pesare il meno possibile.
Toccare le corde giuste, l'insegnamento di Inside Out 2
Che fare, allora? La risposta non la sappiamo. I figli, crescendo, cambiano, e ogni volta bisogna imparare a usare di nuovo quella console che vediamo nel film, come capita per le emozioni di Inside Out. Quella console che per loro è il modo di far arrivare le emozioni e trasformarle in azioni, in comportamento. Quello che funzionava un tempo da un momento all'altro sembra non funzionare più. A volte si usa l'espressione "saper toccare le corde giuste" per comunicare. È qualcosa che ci riporta a un'altra immagine molto creativa del sequel. Quella in cui le convinzioni, che contribuiscono a comporre la coscienza di sé delle persone, sono raffigurate come delle corde che vanno toccate, sollecitate, perché quella convinzione riaffiori in noi. Ecco, come genitori forse possiamo provare a toccare le corde adatte, rafforzare nei ragazzi le consapevolezze, provare a tirare fuori le convinzioni positive. Siamo Gioia, o forse lo siamo stati. Siamo anche un po' Ansia, sì. Ma possiamo provare a convincere i ragazzi ad essere la cosa migliore di tutti: "una brava persona".