Ripetiamolo: una delle grandi forze di manga e anime giapponesi, uno dei fattori che gli ha consentito di diventare così importanti nel panorama della cultura pop contemporanea, è l'essere un veicolo di storie diversissime tra loro, adatte a tutti i gusti e per ogni tipo di pubblico.
Anche se è vero che, come rilevanza e fama, a farla da padrone sono le serie action, è altrettanto vero che è possibile godersi storie d'amore più o meno drammatiche, thriller, horror truculenti, commedie demenziale o, come nel caso di Food Wars! (Shokugeki no Soma, in originale), sfide all'ultimo piatto tra giovani aspiranti chef, con tanto di ingredienti esotici, accostamenti azzardati, presentazioni artistiche e reazioni... orgasmiche!
Durante il Lucca Comics & Games abbiamo incontrato Shun Saeki e Yuko Tsukuda, gli autori del manga originale recentemente riproposto da Planet Manga, da cui è stata tratta una serie anime di grande successo e che potrete recuperare, se non l'avete già fatto, sottotitolata in italiano su Crunchyroll.
Dagli esordi ad Iron Chef
I due autori hanno iniziato il loro racconto parlando dei loro esordi, dell'importanza che i manga e gli anime hanno avuto durante la loro infanzia fin dagli anni delle scuole elementari fino agli studi universitari. L'idea di costruire una storia di competizione legata alla preparazione del cibo è venuta loro grazie al grande successo di The Iron Chef, popolarissimo programma prodotto dalla Fuji Television e poi esportato anche in America, Canada e Australia in cui due cuochi competono l'uno contro l'altro in sfide sempre più difficili e accese sotto l'occhio attento di un giudice e di commentatori pronti a fornire dettagli, curiosità e sferzanti opinioni sull'operato dei concorrenti.
Nell'opinione dei due autori, tutto questo contesto era molto simile a quello dei manga per ragazzi: la competizione accesa, il senso di sfida, la necessità di superare sé stessi e i propri avversari in prove sempre più difficili... tutto condito (è il caso di dirlo) con disegni accattivanti, personaggi intriganti e, ingrediente che ha segnato il successo definitivo, le esilaranti e voluttuose reactions nel momento in cui si assaggia, finalmente, il piatto.
Il cibo è una goduria
La domanda ovvia, a questo punto, è da dove sia venuta l'idea, poi risultata vincente, di giocare in maniera così efficace sulle reazioni esagerate, scomposte e chiaramente sensuali che ostentano i protagonisti della serie ogni volta che assaggiano una delle fantasiose creazioni dei giovani chef, elemento che è poi diventato emblematico dell'intera serie. Tsukuda e Saeki ci rivelano che è stato un passaggio abbastanza naturale per loro: Shun Saeki veniva da lavori precedenti nelle commedie romantiche con un tocco particolarmente "piccante", mentre Tsukuda stava lavorando su serie sportive.
L'unione di questi due elementi, grazie anche alla fondamentale consulenza dello chef professionista Yuki Morisaki, è quello che poi ha dato vita all'idea di "bellissime ragazze che vanno in estasi mangiando dell'ottimo cibo".
L'idea è piaciuta agli editor della prestigiosa rivista Shonen Jump di Shueisha, e da lì le "battaglie culinarie" sono diventate uno dei titoli di punta del catalogo dell'editore, fino ad arrivare alla consacrazione definitiva con la serie animata prodotta dallo studio J. C. Staff e andata avanti per ben 86 episodi.
Evviva la cucina italiana
In Food Wars si scontrano, a colpi di spezie, tecniche innovative di cottura e ingredienti inconsueti, diverse scuole e tradizioni di cucina.
Non poteva mancare, ovviamente, una rappresentanza della nostra cucina, che ha un ruolo di primo piano, assieme (ovviamente) alla scuola giapponese, cinese e ai blasonati francesi. A tenere alto l'orgoglio nazionale è la coppia dei fratelli Aldini, Takumi e Isami, eredi designati della prestigiosa Trattoria Aldini, il cui tratto distintivo è l'uso, in contemporanea, della mezzaluna.
Interrogati a proposito, gli autori hanno confessato che loro stessi hanno spesso provato i piatti che poi sarebbero stati inseriti nelle loro storie, preparate dallo chef Morisaki.
"Ovviamente abbiamo fatto... approfondite ricerche sulla cucina italiana, che adoriamo", aggiungono ridendo.
"Per quanto riguarda la mezzaluna, abbiamo visto lo strumento su una rivista specializzata, mentre stavamo facendo le ricerche per la serie, e abbiamo pensato fosse assolutamente perfetta per trasmettere il legame tra i due gemelli: uno strumento unico ma con due manici, che può essere praticamente e simbolicamente passato dall'uno all'altro."