Marianna di Martino e Anna Favella sono le protagoniste di Incastrati, prima serie tv di Ficarra e Picone, disponibile dal primo gennaio su Netflix, che sperimenta con il linguaggio seriale, mescolando crime e commedia. Le attrici interpretano rispettivamente Agata, poliziotta di cui Valentino (Picone) è da sempre innamorato, ed Ester, moglie di Salvo (Ficarra), che da qualche tempo sente affievolirsi il rapporto con il marito.
Quando i due trovano un morto nell'appartamento dove avrebbero dovuto fare una riparazione, la vita di tutti e quattro prende una direzione inaspettata: Agata segue le indagini, Ester sarà costretta a nascondersi, Ficarra e Picone si ritrovano in situazioni assurde. E pericolose. Ambientata in Sicilia, Incastrati prende in giro stereotipi sia italiani che delle serie crime americane.
Abbiamo incontrato a Roma le attrici Marianna di Martino e Anna Favella, che, oltre ad averci parlato del loro personale rapporto con le serie, hanno spiegato come in realtà questo sia un passo importante nel percorso di Ficarra e Picone, perché oltre a mescolare comicità e crime, Incastrati ha anche un'importante linea narrativa quasi drammatica, che è una novità per il duo comico.
La video intervista a Marianna di Martino e Anna Favella
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Incastrati: il rapporto di Marianna di Martino e Anna Favella con le serie tv
Incastrati comincia con l'ossessione di Salvo per una serie crime: passa tutto il tempo a raccontarla agli altri. Voi che rapporto avete con le serie tv?
Marianna di Martino: Amo tantissimo parlare delle serie che vedo, ma con i miei amici che le hanno già viste. Quindi di solito sono l'amica perfettamente no spoiler, che se tu non sei ancora arrivato alla quarta puntata e io sto alla quinta, non ti dico niente, soffro dentro in silenzio, perché non posso condividere con te le cose, ma non te la rovino. Poi nel momento in cui l'abbiamo vista entrambi allora ce la ri-raccontiamo nei minimi dettagli.
Anna Favella: Io obbligo le persone a vedere le serie. Se a me una serie è piaciuta non capisco perché tu non la debba vedere, perché è sicuramente una genialata! Quindi tutti i miei amici vedranno Incastrati. Ho subito un trauma riguardo a una serie, mi hanno fatto uno spoiler bruttissimo nel mezzo, tipo alla terza o alla quarta stagione, volevo piangere! C'è questo mio amico che a distanza di anni ancora mi chiede scusa. Quindi ogni volta che qualcuno parla di qualcosa che ancora non ho visto me ne vado. C'è una sacralità della serie.
Marianna di Martino: Per questo soffro in silenzio: non mi voglio macchiare del crimine di spoiler.
In una scena anche drammatica, Valentino dice a Salvo che non avrebbe senso vedere le serie senza di lui. Secondo voi le serie tv sono diventate davvero un rito collettivo, un momento di condivisione con gli altri?
Marianna di Martino: Le serie, come qualsiasi cosa che ci piaccia e ci ispiri nella vita, vogliamo condividerle con le persone a cui vogliamo bene. E inevitabilmente le serie e i film, che ci hanno fatto così tanto compagnia in questi ultimi due anni, sono diventati un aggregante, un grande contenitore di argomenti da condividere. Detto ciò vederle insieme per me vuol dire parlarne in realtà, più che l'atto di vederle in sé. Personalmente amo molto vedere le serie da sola, con i miei ritmi. Se voglio fare l'alba faccio l'alba per vederle tutte insieme. È quasi una cosa molto personale. Poi dopo adoro confrontarmi con qualcuno, sennò è come se non l'avessi vista.
Anna Favella: È un grande momento di condivisione: è come andare al cinema insieme, a teatro. Però sono una che ama tantissimo andare al cinema e a teatro da sola, che è un'altra cosa, completamente diversa. Anche con le serie: c'è un tipo di serie che va vista quasi in intimità, che vuoi vedere con i tuoi tempi.
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Incastrati e la satira sociale
Incastrati parte come una serie comica, ma tra una battuta e l'altra mostra realtà amarissime: pensiamo alla burocrazia. La scrittura di questa serie ha anche un po' di critica sociale?
Marianna di Martino: Fa parte dell'identità genetica della comicità di Ficarra e Picone raccontare in maniera paradossale cose reali della nostra società e in questo modo prendersene gioco e allo stesso tempo però portarla all'attenzione di tutti. Ci dicono: guardate quanto è assurda questa cosa tanto che ne possiamo ridere, anche se sappiamo tutti che è così. Quindi credo che in questo senso incastrati rispetti l'identità comica di Ficarra e Picone. Qui forse, ancora di più che in passato per loro, c'è proprio un'intera linea narrativa quasi drammatica. Forse questa è la vera novità della serie.
Anna Favella: La serie attraversa anche vari generi: non è solamente commedia, ridere di situazioni assurde quotidiane quasi tragicomiche, ma a un certo punto c'è veramente un giallo da risolvere. Entra proprio il ritmo dell'avventura, del sapere come si evolve la situazione: chi avrà fatto quella cosa, il dettaglio, cosa avrà voluto dire... Quindi è veramente trasversale anche a livello narrativo.
Si può scherzare su tutto in Italia ma non sul sugo della mamma però.
Anna Favella: Quello non si tocca. Il sugo della mamma in casa Picone è sacro.
Marianna di Martino: Anche il ciambellone.