Recensione El otro (2007)

'El Otro' si pone il problema del tempo e dell'uso che ne facciamo nella nostra vita, ma anche un film sulle responsabilità e sulla consapevolezza di queste ultime.

In vacanza da sè stessi

El Otro, film argentino di Ariel Rotter è la storia di un viaggio che si trasforma in qualcosa di diverso.
Ne è protagonista Juan Desouza che, venuto a conoscenza della gravidanza della moglie, approfitta di un viaggio d'affari per prendersi una vacanza dalla sua vita. Presa l'identità di un uomo morto ed inventandosi una nuova professione e nuovi dettagli per la sua vita, si trova immerso in un'avventura che risveglia i suoi sensi e diventa una vera e propria vacanza da sè stesso.

Ad interpretare con grande efficacia Desouza è Julio Chávez, già visto lo scorso anno proprio in concorso al Festival di Berlino con El custodio. Il suo è un lavoro molto misurato ed equilibrato, recitato soprattutto con gli sguardi e l'espressione del volto, in un film che basa molto della sua riuscita sulla sua interpretazione.
Come dimostrato anche nel film dello scorso anno, Chávez si trova a suo agio con i tempi estremamente diluiti e dimostra di poter reggere il film sulle sue sole spalle.

Non c'è molto, infatti, a fare da contorno al personaggio principale, immerso in sequenze dilatate ed evocative, spesso silenziose.
A parte effetti ambientali e parlato, non c'è altro a riempire i silenzi nel film di Rotter, caratterizzato dalla totale assenza di musica. Una scelta, questa, che si rivela efficace nell'aiutare a comprendere la condizione di Desouza e ad immedesimarsi con lui e la sua voglia di distacco dal mondo, ma che allo stesso tempo rende il film molto lento e di non immediata fruizione da parte dello spettarore.

Un film che si pone il problema del tempo e dell'uso che ne facciamo nella nostra vita, ma anche un film sulle responsabilità e sulla consapevolezza di queste ultime.

Movieplayer.it

3.0/5