Immaculate - La prescelta, recensione: Sydney Sweeney mostro di bravura

Recensione di Immaculate - La prescelta, film con Sydney Sweeney nel ruolo di una suora, Cecilia, tra fede e body horror. Una cosa è sicura: l'attrice è sempre più un mostro di bravura. In sala dall'11 luglio.

Sydney Sweeney nel film Immaculate - La prescelta

Incredibile come Sydney Sweeney fosse riuscita a evitare nella sua ormai lunga carriera (nonostante la giovane età recita al cinema da 15 anni) un ruolo da scream queen. Proprio lei, che ha la presenza scenica perfetta per una parte del genere. Finalmente quel momento è arrivato. Ma, come ci ha abituato, non è scontato: invece che dare corpo a una studentessa in vacanza in una località isolata, pronta a farsi inseguire in bikini da qualcuno con una motosega, l'attrice si fa suora. In Immaculate - La prescelta, nelle sale italiane dall'11 luglio, è Cecilia, novizia americana che vola in Italia per prendere i voti e seguire la propria vocazione.

Immaculate Sydney Sweeney
Sydney Sweeney in Immaculate - La prescelta

Il convento in cui viene spedita, un posto in mezzo al nulla, che sorge sopra a delle catacombe, non è però esattamente quello che si potrebbe definire un luogo accogliente: come dicono le suore guidate dalla Madre Superiora (Dora Romano, meraviglioso volto del cinema italiano, pieno di una durezza d'altri tempi, che vorremmo vedere sempre più sul grande schermo) la fede è sofferenza. Essere la sposa di Dio significa quindi offrire il proprio corpo. A qualunque prezzo: anche a costo di provare dolore.

Il film di Michael Mohan, che con Sweeney ha già lavorato in The Voyeurs, gioca bene con body horror e thriller e sopratutto con la fotografia (firmata da Elisha Christian): in alcune scene è la stessa protagonista a illuminarsi con candele e torce, creando contrasti di luce in grado di costruire un'atmosfera sempre più piena di tensione e angoscia. Ma è proprio l'attrice a lanciare allo spettatore una sfida metatestuale davvero interessante: famosa per le sue curve e per l'essere sexy, al punto che c'è chi ha cercato di strumentalizzare il suo corpo definendolo la "risposta all'ideologia woke" (qualsiasi cosa questo voglia dire), Sweeney se ne riappropria sapientemente, non mostrandolo praticamente mai. Se volessimo fare la recensione di Immaculate - La prescelta con una sola frase potremmo infatti definirlo così: il miracolo è mio e me lo gestisco io.

La trama di Immaculate: a cosa credi?

Non solo suore inquietanti. La trama di Immaculate vede infatti la presenza, sempre più asfissiante, di padre Sal Tedeschi (Álvaro Morte, il Professore della serie La casa di carta): ex biologo, è lui a scavare nel passato di Cecilia, scoprendo che la ragazza è quasi morta da piccola, cadendo in un lago ghiacciato. Da allora ha sentito fortissima la sua vocazione: Dio deve averla salvata per un motivo. Un motivo importante. Possibile che la ragione sia tra quelle antiche mura? Non ne è così certa Gwen (Benedetta Porcaroli): anche lei novizia, non è così ingenua e pura come la ragazza americana. Fuma e sa quando qualcuno le sta dicendo una bugia. Non riesce a convincersi che, proprio lì, sia avvenuto un miracolo. Padre Sal però ne è sicuro, così come il Cardinale Franco Merola (Giorgio Colangeli, in un momento d'oro della sua carriera). Che sia tutto previsto da un disegno divino?

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Sydney Sweeney è sempre più brava

Non si perde in momenti morti e chiacchiere inutili Michael Mohan: Immaculate - La prescelta è diviso in tre atti, per una durata di 90 minuti, tutti necessari a raccontare la storia di Cecilia e del suo miracolo. Il ritmo è dunque veloce, la tensione alta, il cast ottimo. Su tutti proprio la protagonista: Sydney Sweeney è in grado di passare dal candore più assoluto e innocente a una maschera di rabbia inarrestabile. Non temete infatti: se vi interessa il sangue ne avrete in abbondanza.

L'attrice si trasforma davanti ai nostri occhi in un angelo sterminatore, degno del miglior revenge movie. A impreziosire il tutto una confezione curata e un gusto evidente per il trucco prostetico. Si parla di fede e spirito santo in questo film, ma tutto è molto materico: la carne, ciocche di capelli tagliati, le piume strappate dei polli. E poi i seni che si immergono nell'acqua, fiamme che lasciano segni, denti che cadono: in questo caso il corpo vince sullo spirito. Per arrivare a un climax intelligente e indimenticabile: il finale di Immaculate - La prescelta avrebbe infatti potuto prendere una strada più facile, consolatoria. Invece, anche qui, Sydney Sweeney accetta di rendersi protagonista di una scena ambigua e volutamente disturbante. È così che cresce un mostro di bravura: con scelte coraggiose e non scontate come questa.

Conclusioni

Come scritto nella recensione di Immaculate - La prescelta, il film di Michael Mohan unisce bene elementi del body horror al thriller, senza perdersi in scene e discorsi inutili, rimanendo compatto e dal ritmo serrato in tutti i suoi 90 minuti di durata. C'è grande gusto per il trucco prostetico e l'utilizzo della luce naturale, ma è Sydney Sweeney a brillare più di tutto: sempre più brava, passa con disinvoltura dall'essere un'ingenua a diventare un angelo sterminatore. Il finale di Immaculate - La prescelta resterà con voi a lungo.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.7/5

Perché ci piace

  • Sydney Sweeney: sempre più brava.
  • Il ritmo serrato, senza scene e dialoghi inutili.
  • L'ottimo cast di contorno.
  • L'utilizzo della luce naturale.
  • Le props e il trucco prostetico.
  • Il finale che non si dimentica.

Cosa non va

  • Chi è attento potrebbe anticipare presto molti dei colpi di scena.
  • Non vi aspettate il film definitivo su suore e horror.