Il tuttofare: cosa non si fa per lavorare in Italia?

Valerio Attanasio alla sua opera prima affronta il tema dell'ingresso nel mondo del lavoro con una commedia brillante che vede Gugliemo Poggi e Sergio Castellitto nel ruolo di giovane allievo diligente e mentore privilegiato.

Il tuttofare, opera prima di Valerio Attanasio dopo numerose esperienze come sceneggiatore, è un romanzo di formazione che cerca di affrontare sotto forma di commedia l'ingresso di un giovane laureato nel mondo del lavoro e l'iniziazione alla società dei grandi, con tutto quello che questo passaggio può comportare sia dal punto di vista umano che professionale. Antonio Bonocore, interpretato da un brillante Guglielmo Poggi, è infatti un giovane praticante in legge che sogna un contratto nel prestigioso studio del suo mentore Salvatore Bellastella (Sergio Castellitto): professore di diritto penale e avvocato tra i più influenti i circolazione. Antonio si ritrova a fare l'assistente, il portaborse, l'autista e perfino il cuoco personale di Salvatore per un misero rimborso spese, fin quando si presenterà l'occasione della svolta in cambio di un favore illegale e moralmente poco nobile che lo porterà a vivere una serie di eventi rocamboleschi.

Il tuttofare: Sergio Castellitto e Guglielmo Poggi in una scena del film
Il tuttofare: Sergio Castellitto e Guglielmo Poggi in una scena del film

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Satira e intrattenimento

Il tuttofare: Sergio Castellitto e Guglielmo Poggi in un momento del film
Il tuttofare: Sergio Castellitto e Guglielmo Poggi in un momento del film

L'uso della narrazione in prima persona, con il protagonista che si rivolge spesso in camera mentre la sua voce fuori campo ci accompagna nelle varie vicende, e la propensione verso una satira sociale dai toni leggeri votata all'intrattenimento affonda le proprie radici in un'ispirazione di tipo letterario, in particolare ne Il lazarillo de Tormes, uno dei capostipiti spagnoli della letteratura picaresca. Il tuttofare gioca costantemente con il contrasto tra due archetipi, quello del ragazzo rampante, meritevole ma ingenuo in balia del mondo, degli imbrogli e delle raccomandazioni e quello del maestro potente, elegante e privilegiato che dietro una maschera di apparente rispettabilità nasconde una scaltrezza formidabile. Una figura che trova le proprie origini nella tradizione della commedia all'italiana, da Ugo Tognazzi a Vittorio De Sica.

Il tuttofare: Elena Sofia Ricci in una scena del film
Il tuttofare: Elena Sofia Ricci in una scena del film

Ancora una volta, sulla scia di film come Smetto quando voglio, il conflitto generazionale si dimostra un tema caldo al centro dell'attenzione dei giovani registi. In questa occasione vengono evidenziate anche le implicazioni morali dietro questo aspetto della contemporaneità, nel momento in cui il protagonista dovrà scendere a patti con la propria coscienza per affermarsi. Attanasio attraverso uno stile cinematografico tendente alla satira, esalta questa lotta per la sopravvivenza, inserendosi proprio nelle differenze tra ricco e povero, tra l'arrampicatore sociale e il raccomandato, tra il poveraccio senza santi in paradiso ed il potente di turno.

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Conflitti generazionali

Il tuttofare: Sergio Castellitto e il regista Valerio Attanasio sul set del film
Il tuttofare: Sergio Castellitto e il regista Valerio Attanasio sul set del film

Nel complesso il film riesce anche ad intrattenere con un certo brio e con un andirivieni di situazioni divertenti, si perde purtroppo nel momento in cui cerca di tirare le fila con uno sviluppo nella parte finale forzatamente confusionario e frettoloso. Anche i personaggi di contorno sono sviluppati in maniera poco organica e finiscono per orbitare intorno alle vicende senza incidere davvero su di esse. La sensazione è che tutti quei piccoli dettagli che in una commedia colorano il contesto di sfumature rendendo le situazioni ancor più esilaranti e pregne di significato, nel finale vadano ad accumularsi senza troppa cura in modo poco convincente. Rimane comunque un'opera prima incoraggiante, senza nessun tipo di pretenziosità, ma con uno spirito genuino e sincero che sicuramente non sposta gli equilibri della commedia italiana, ma che comunque offre un'intrattenimento piacevole senza troppe aspettative.

Movieplayer.it

2.5/5