Marco Bellocchio è l'unico italiano in concorso al 72esimo Festival di Cannes con Il traditore, nelle nostre sale dal 23 maggio, racconto della fuga in Brasile di Tommaso Buscetta, membro importante di Cosa Nostra che, riportato in Italia dalle forze dell'ordine deve scegliere se accettare di collaborare con il giudice Giovanni Falcone o vedersela con la sua "famiglia". A interpretare il collaboratore di giustizia è Pierfrancesco Favino, che ci mette corpo, sguardo e cambia accento.
Accolto positivamente dalla critica italiana e internazionale, Il traditore ha rappresentato una sfida per Marco Bellocchio, perché la figura di Buscetta non ha le caratteristiche dei suoi classici personaggi, lo ha dichiarato proprio a Cannes 2019 durante un'intervista: "Non è un eroe, è qualcuno che contratta le proprie confessioni in cambio di qualcosa: tra queste cose c'erano anche abiti e scarpe eleganti. Lo Stato lo ha accettato perché comunque era uno scambio favorevole. Buscetta ha fatto sempre la bella vita: anche i mafiosi lo hanno accusato di godersela mentre loro faticavano e ammazzavano. Amava molto il gioco e le donne, andava spesso al Festival di Sanremo. Non era un personaggio problematico, non era nevrotico: ho dovuto quindi percorrere strade insolite per il mio lavoro, perché un sacco di situazioni cinematografiche che a me sono familiari non potevano essere applicate a questo personaggio".
La video intervista a Marco Bellocchio su Il traditore
Il rapporto tra Tommaso Buscetta e Giovanni Falcone
Nel film, di cui abbiamo parlato nella nostra recensione de Il traditore sono messi in scena i dialoghi tra il giudice Giovanni Falcone e Tommaso Buscetta, interpretati con grande chimica da Fausto Russo Alesi e Pierfrancesco Favino: sembra quasi che le due figure simboleggino il Lato Chiaro e il Lato Oscuro. Cosa spinge, secondo il regista, un uomo cresciuto nella stessa condizione di un altro, a intraprendere una strada completamente diversa?
"Giovanni Falcone era palermitano come Tommaso Buscetta, quindi parlavano la stessa lingua: anche lui viene da una media borghesia, ma erano dei soggetti molto diversi, che però si sono incrociati. Ci sono dei momenti apparentemente casuali in cui due soggetti diversissimi tra loro si incontrano e si capiscono. Non credo che Falcone abbia rischiato di passare al Lato Oscuro, assolutamente, però hanno usato lo stesso linguaggio per collaborare parzialmente per una causa che li vedeva solidali".
L'importanza del costruirsi una mitologia
In una famosa intervista con Enzo Biagi, Tommaso Buscetta ha detto di aver perso la verginità a 8 anni, con una prostituta che accettò come pagamento solo una bottiglia d'olio. Come mai spesso le figure di potere sentono la necessità di costruirsi una mitologia, di crearsi una leggenda? Secondo il regista: "Serve per affrontare i giornalisti: quando ti intervistano hai bisogno di forzare un po' la realtà. Però non lo so, magari è vero! Lui era molto precoce e, lo dice, ha fatto una vita estremamente dura: la guerra, la fame, si dice anche che abbia partecipato alle Quattro giornate di Napoli e poi è entrato giovanissimo in Cosa Nostra. È chiaro che per entrare, o almeno è quello che si racconta, dovevi aver compiuto qualcosa di molto serio e grave: credo lo abbia ammesso anche con Biagi, ha commesso degli omicidi quando era molto giovane".