Il Talento di Mr. Crocodile, la recensione: un family movie irresistibile, canterino e dolcissimo

La recensione de Il Talento di Mr. Crocodile: Will Speck e Josh Gordon portano al cinema il dolce coccodrillo Lyle creato da Bernard Waber nel 1962. Il risultato? Un film per tutti, che fa davvero bene al cuore.

Il Talento di Mr. Crocodile, la recensione: un family movie irresistibile, canterino e dolcissimo

Una coppia di grandi registi, una collana di meravigliosi libri per bambini e un irresistibile protagonista. Will Speck e Josh Gordon, gli stessi di quel cult chiamato Blades of Glory, coronano il loro sogno: realizzare una sorta di musical che omaggia la grande tradizione classica di Broadway, ma delineando intanto una pellicola dal forte sapore emozionale in grado di spiegarci quanto la dolcezza sia la chiave per un mondo migliore. Basandosi sul primo libro della serie firmata da Bernard Waber nel 1962, ovvero The House of East 88th Street, i registi costruiscono Il Talento di Mr. Crocodile (Lyle, Lyle, Crocodile, titolo originale nonché titolo del secondo libro della saga), in cui incontriamo gli occhi gentili di Lyle, un coccodrillo (realizzato in CGI) che non parla ma canta e balla in modo divino. Lyle, che nella versione originale è doppiato da Shawn Mendes (da noi c'è Luigi Strangis), potrebbe essere il corrispettivo newyorkese di Paddington, se non fosse che qui c'è una differenza fisica (e animalesca) non indifferente.

Javier Bardem e un coccodrillo per amico

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Il talento di Mr. Crocodile: Javier Bardem in una scena del film

Perché, dietro il tripudio spettacolare (la sequenza girata sul tetto del St. James Theatre è da brividi), il senso del film sta proprio nel guardare oltre quelle che sono le apparenze e la superficialità. Nel raccontarvi il film nella nostra recensione partiamo proprio da qui: seguendo la traccia di un caldo e confortevole family movie vecchio stile (ci sono diverse inflessioni Anni Novanta, come Il gigante di ferro), Il Talento di Mr. Crocodile ci porta nella soffitta impolverata di un meraviglioso Brownstone di New York City, dove vive il tenero Lyle dopo essere stato abbandonato (sì, la scena spezza il cuore) dall'imbonitore squattrinato Hector P. Valenti (uno strepitoso Javier Bardem).

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Il talento di Mr. Crocodile: una foto del film

Il motivo? Lyle è un cantante provetto ma, essendo timido e insicuro, non riesce a cantare davanti ad un pubblico. Va da sé che l'obbiettivo economico di Hector, personaggio a metà tra il buono e il cattivo, viene meno e, senza troppi scrupoli (o forse sì) scarica il suo amico rettile. Lyle verrà trovato dai nuovi inquilini, la famiglia Primm (Constance Wu, Scoot McNairy, Winslow Fegley), che dopo una iniziale diffidenza finirà per adottarlo. Ma la tranquillità di Lyle viene minacciata dal vicino di casa Mr. Grumps (Brett Gelman), intenzionato a scoprire da dove provengano gli strani rumori che arrivano dall'appartamento. Dovete sapere che Lyle, oltre essere un grande cantante, è anche un cuoco provetto e un irrimediabile pasticcione. Per scongiurare la cattura di Lyle, i Primm dovranno unirsi ad Hector, tornato in città per rivendicare la proprietà del coccodrillo.

Il talento di Mr. Crocodile, Josh Gordon: "Le canzoni in italiano di Luigi Strangis sono bellissime"

Sulle note di Benj Pasek e Justin Paul

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Il talento di Mr. Crocodile: Constance Wu in una scena del film

Oltre ad una disarmante dolcezza, Il Talento di Mr. Crocodile è un film che fa della musica e del talento due elementi preponderanti. Il talento, citato nel titolo italiano, può essere un'arma a doppio taglio in uno showbiz senza scrupoli, che non fa sconti a nessuno. La musica, invece, è un messaggio universale, puro e potente, tanto che diventa l'unico linguaggio conosciuto da Lyle. La stessa musica utilizzata da Will Speck e Josh Gordon per dare gli umori alla messa in scena. Una ideazione ineccepibile, che si sposta perfettamente con la scenografia di Mark Worthington e, soprattutto, con le musiche originali composte da Benj Pasek e Justin Paul, ovvero due dei più apprezzati e premiati compositori contemporanei, autori di musical come Dear Evan Hansen, The Greatest Showman e premi Oscar nel 2017 per La La Land. Nonostante Bernard Waber sia fin ora poco conosciuto in Italia, il lavoro visivo e narrativo dei registi ricalca in pieno lo spirito dei libri, pur attualizzando i concetti.

Un film dal cuore grande. Come New York

Parte nevralgica del racconto sta anche nel fattore scenografico di New York City. La Grande Mela era una parte importante della storia originale, con la sua inconfondibile skyline e con il suo proverbiale meelting pot di culture, inflessioni e personalità. Nei libri di Waber ci sono anche piccole sequenze illustrate, che ricalcano le icone di Manhattan: i taxi gialli, i piccioni, Central Park. Insomma, una cornice urbana talmente iconica da diventare il palcoscenico ideale di un film su di un coccodrillo canterino.

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Il talento di Mr. Crocodile: una sequenza del film

Ma se l'aspetto tecnico è importante, è ancora più importante il messaggio che arriva da Il talento di Mr. Crocodile, che si rivolge ad un pubblico che va letteralmente dai 0 ai 99 anni. Lyle, tenero e sperduto, alla ricerca di una nuova famiglia, è un manifesto moderno di bellezza da proteggere e preservare. Oggi più che mai è importante accettare e capire le differenze tra le persone e tra gli animali, superando le impressioni che arrivano dal primo impatto. Lyle è infatti un coccodrillo, potrebbe spaventare, ma se poi lo abbracci e gli dimostri amore riuscirà a farti capire delle cose che non avresti pensato fossero nemmeno lontanamente possibili e immaginabili. Magia della musica, magia del cinema, magia di un film dal cuore grande. Non perdetelo.

Conclusioni

Concludiamo la recensione de Il Talento di Mr. Crocodile sottolineando quanto il film di Speck e Gordon sia un ottimo esempio di family movie che fa (davvero) bene al cuore. Tra musica, balli scatenati e una luminosa New York City, il tenero Lyle ci spiega quanto le apparenze possano trarre in inganno. Vedetelo, un film che vi farà tornare il sorriso.

Movieplayer.it
3.5/5
Voto medio
4.2/5

Perché ci piace

  • Lyle è irresistibile.
  • La regia di Speck e Gordon, tra Broadway e un family movie.
  • Le canzoni originali, da cantare e ballare.
  • La cornice newyorkese.
  • Javier Bardem è buono-cattivo pazzesco.

Cosa non va

  • Il film è rivolto ad un pubblico che va da 0 a 99 anni, ma non tutti potrebbero apprezzare la sua naturale semplicità.
  • La CGI a volte scricchiola, ma è un tecnicismo relativo.