Il Signore degli Anelli - Gli Anelli del Potere, la recensione del settimo episodio: il male si rivela

La recensione del Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1x07, un episodio di respiro largo dedicato alla quadra delle storyline in gioco, meno avvincente e spettacolare del precedente.

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Gli Anelli del Potere: un'immagine del settimo episodio

"Mordor Will Rise" era uno dei claim ufficiali nella promozione degli ultimi due episodi della prima stagione de Gli Anelli del Potere, e in effetti Mordor è arrivata. Non che ci fosse bisogno di specificarlo dopo l'epica conclusione della sesta puntata, ma a quanto pare gli showrunner hanno avvertito la necessità di esplicitare l'ovvio, fugando così ogni dubbio anche ai meno esperti con l'opera di Tolkien. Ci aspettavamo però qualcosa di altrettanto spettacolare e avvincente, ormai a un passo dalla conclusione, e invece l'esigenza di portare avanti per forza di cose le storyline ancora aperte e non meglio definite non ha permesso di approfittare a dovere del fiato spezzato della serie, di un momento di transizione essenziale che, pur generando conseguenze, non è stato sfruttato a dovere nell'immediato. Per capire meglio, è il caso d'inoltrarci quanto prima nella recensione del settimo episodio de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere, analizzando come sempre - e senza spoiler - ogni fronte in campo per capire dove ci porterà la strada tracciata da Prime Video nella Terra di Mezzo.

L'ombra della guerra

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Gli Anelli del Potere: un'immagine del settimo episodio

Proprio come le ceneri del Monte Fato che lentamente si depositano su quelle che fino alla scorsa settimana erano le Terre del Sud, il penultimo appuntamento con la serie Amazon è un incontro di sedimentazione e valutazione dei danni. Il fuoco del Monte Fato appena risvegliato ha invaso le lande degli Uomini, uccidendone a centinaia e distruggendo le loro case. Una terraformazione per il male operata degli orchi guidati da Adar, che battono ora una brulla e infuocata distesa di roccia e fiamme in fase di riorganizzazione, proprio come i loro nemici. Galadriel tenta di scendere a patti con una sconfitta di peso, cercando di raggiungere insieme a Theo l'accampamento numenoreano edificato al di fuori di quell'inferno. Troppo preso, però, per parlare di primi semi della futura Osgiliath, soprattutto perché J.D. Payne e Patrick McKay hanno già cambiato diversi eventi importanti nella corretta sequenzialità degli stessi, guardando ad esempio a Elendil e ai figli, in realtà concepiti originariamente dopo la caduta di Numenor. È altresì importante la presenza di Anarion, fratello di Isildur, nella giusta architettura politico-geografica della Terra di Mezzo, essendo quest'ultimo il co-fondatore di Gondor ma soprattutto di Minas Ithill, città gemella di Minas Tirith. Ciò detto, poco accade in verità in questo fronte: si viaggia nel dolore e nel confronto sullo stesso, certo mettendo in scena dei momenti inaspettati ma ancora una volta non in grado come dovrebbero di generare la giusta empatia o adeguata emozione. Veniva trascinati per mano dagli eventi in attesa di qualcosa di ancora più grande e avvincente che però non arriva, non ancora. L'idea è che il momento d'epicità da occhi sgranati sia passato, in contesto, e che per trovarne di altri, da qui alla prossima settimana, sia necessario guardare altrove, dalle parti dei Pelopiedi e dello Straniero o di Durin ed Elrond.

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Padre e figlio

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Il signore degli Anelli: Gli anelli del potere, un'immagine

Settimana movimentata e complessa, per il principe di Khazad-Dum e il suo amico elfo. Le trattative per estrarre il Mithril delle profondità del Regno dei Nani tra Durin e suo padre non procedono come previsto: il re non vuole sacrificare altre vite del suo popolo per aiutare Elrond, ma il figlio non è d'accordo. In questo frangente c'è ancora la migliore recitazione della serie finora, al netto di tutti quei luoghi comuni cinematografici e narrativi che non rendono degna giustizia al fascino viscerale dei nani. Il cuore dello scontro tra vecchio e nuovo è però generazionale, dove Re Durin III rappresenta il conservatorismo e il Principe Durin IV il progressismo, soprattutto in termini d'apertura al prossimo, di cuori o confini che sia. Dopo la nascita di Mordor, il male sta cominciando a diffondersi e a risvegliarsi in tutta la Terra di Mezzo e nani ed elfi sono a un punto cruciale della loro alleanza. Khazad-dum deve scegliere se aiutare Lindon oppure no, chiudendo la vena di Mithril e seppellendo il prezioso e salvifico materiale sotto la montagna. Sappiamo dalle letture e dal susseguirsi degli eventi che così non sarà, anche se non è ancora chiaro come si arriverà all'estrazione e alla successiva lavorazione della pietra. Ma un'altra cosa è certa: uno dei nomi con cui è conosciuta Khazad-dum è Moria, e il settimo episodio lo mette finalmente in chiaro una volta per tutte e senza dire in realtà niente.

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L'occhio

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Gli Anelli del Potere: un'immagine del settimo episodio

Infine, i Pelopiedi. I proto-Hobbit raggiungono finalmente la nuova radura dove fermare la carovana, ma la vicinanza al Monte Fato ha distrutto parte delle piantagioni di mele con cui il popolo sperava di sfamarsi. Al netto di un bel monologo del padre di Largo Brandyfoot sul valore del sostegno e della presenza, che si scontra de facto con la natura stessa dei pelopiedi, la parte dedicata a questi piccoli nomadi continua ad essere interessante soprattutto in relazione allo Straniero. Con quest'ultimo gli showrunner continuano a divertirsi, insidiando nello spettatore il pensiero che possa tanto trattarsi di un personaggio positivo quanto di uno negativo. L'ultima volta che lo avevamo visto, aveva spaventato Nori con i suoi poteri. Questa volta accade qualcosa di diverso. La domanda è: perché lo Straniero è inseguito da quelle tre inquietanti donne in bianco? L'ultima volta che le avevamo viste, stavano analizzando il cratere dov'è stato trovato il Maiar (almeno su questo diamo per scontato di non avere dubbi), ma non è assolutamente chiaro il loro obiettivo. Devono catturarlo, sconfiggerlo o indirizzarlo? Perché il personaggio continua a vivere di una dicotomia bene-male che sarebbe anche affascinante se non fosse così spicciola e affrontata col conta-gocce. Ad ogni modo, più che al resto, il titolo dell'episodio, "The Eye", dovrebbe fare riferimento a questo fronte. In particolare, l'invito è quello di dare una bella occhiata al bastone della bionda leader delle tre donne in bianco, anche se per il momento resta una semplice fascinazione.

Conclusioni

In conclusione di questa recensione de Il Signore degli Anelli: Gli Anelli del Potere 1x07 vale la pena sottolineare la discreta e costante bontà della serie Amazon Prime Video, la cui prima stagione è ormai a un passo dalla conclusione. Non è chiaro quando avanti possa spingersi in un solo episodio, ma in questo penultimo appuntamento si è valutato un assestamento dei fronti e una ri-organizzazione degli stessi in vista del futuro della Terra di Mezzo. Una puntata meno epica e spettacolare e nuovamente frastagliata in termini narrativi, comunque puntuale nell'evolvere le storyline aperte e con qualche bella sorpresa qui e lì.

Movieplayer.it
3.0/5
Voto medio
4.1/5

Perché ci piace

  • Lo scrittura e l'interpretazione dello scontro generazionale ed emotivo tra re e principe dei nani.
  • La messa in scena e il valore produttivo, sempre altissimo.
  • La dicotomia di cui continua a vivere Lo Straniero.

Cosa non va

  • Molta meno epica e spettacolarità rispetto al sesto episodio.
  • Una puntata d'assestamento, tutto sommato.
  • I fronti sono ancora troppo frastagliati.