Il robot selvaggio, recensione: un grande film diventato già un classico (scaldando i cuori del pubblico)

La DreanWorks Animation ha realizzato un'opera che diverte ed emoziona, facendo riflettere su cosa voglia dire essere umani. Anche quando si è un robot. In anteprima al cinema il 29 settembre e il 6 ottobre, con uscita regolare il 10.

Roz, il protagonista de Il robot selvaggio

Cos'è un classico? Cosa ne definisce lo stato in quanto tale? Possiamo parlare di un film in questi termini ancor prima che la risposta del pubblico ne decreti l'eventuale immortalità? A volte sì, decisamente, quando ci troviamo davanti ad opere come Il robot selvaggio. Ed è palese il suo status, che andrà a consolidarsi nel tempo, diventando un punto di riferimento emotivo per le generazioni future. Del resto, si percepisce con tale e tanta forza l'energia che emana dal disegno, dalle animazioni, dalle personalità delle figure in scena. Chris Sanders, storico regista di Lilo & Stitch o, più di recente, I Croods, ha fatto un piccolo grande miracolo nel mettere in piedi una storia che cattura, diverte ed emoziona, che ci accoglie nel suo microcosmo facendoci sentire a casa. Come si trova a sentircisi il protagonista, Roz.

Il Robot Selvaggio
"Mamma" Roz e il suo piccolo

Si aggiunge quindi un altro importante tassello al percorso di Dreamworks Animation nel creare un'alternativa solida allo strapotere Disney e Pixar, un cammino iniziato da Z la formica, Il principe d'Egitto e La strada per El Dorado a fine anni '90, continuato nel segno di Shrek e che nel corso degli anni ci ha regalato altri personaggi e saghe amatissime, come Dragon Trainer o i già citati Croods, Trolls o Kung Fu Panda. Una filmografia di valore in cui Il robot selvaggio si va a inserire con la prepotente evidenza del capolavoro, per il quale Universal Pictures ha immaginato un cammino in sala che possa permettergli di essere notato e discusso: anteprime il 29 settembre e 6 ottobre, con uscita regolare il 10. Queste le date che dovete segnare, questi gli appuntamenti a cui non potete mancare.

Un robot per mamma

Ma cosa racconta Il robot selvaggio? È la storia, banale dirlo, di un robot, dell'unità ROZZUM 7134, abbreviato in "Roz", che si ritrova su un'isola disabitata dopo un naufragio. Disabitata da esseri umani, ma densamente popolate di specie animali, di una fauna ricca e vivace, con la quale il protagonista dovrà imparare a convivere. Quello di Roz sarà un lavoro di comprensione e adattamento, di costruzione di una complessa rete di relazioni sociali con gli altri animali che abitano l'isola, ritrovandosi ad adottare un'ochetta rimasta orfana che lo identificherà come mamma. E il compito di un genitori è quello di educare, guidare e insegnare, e questo dovrà fare Roz con il piccolo pulcino, a partire dal cibarsi fino a un difficile traguardo: imparare a volare per poter migrare al momento giusto insieme ai suoi simili. E sopravvivere.

Il Robot Selvaggio Scena
Roz e il suo amico Fink

Un ruolo, quello che Roz di trova a doversi caricare sulle spalle, che riesce a parlare al pubblico a 360 gradi, parlando di genitorialità e rapporto madre (o padre) e figli in modo tale da poter essere compreso sia dagli spettatori più giovani che quelli più maturi che li accompagneranno in sala. Quello che Il robot selvaggio racconta da questo punto di vista è universale può essere capito e percepito in maniera differente da una parte o dall'altra della barricata, da chi è figlio e guarda ai proprio genitori così come da chi è impegnato a crescere bambini e comprende in senso diverso quel legame indissolubile che si viene a creare.

Il robot selvaggio e i suoi amici animali

Una cosa evidente sin da subito è la guida sicura alla regia de Il robot selvaggio. Ci era stato chiaro sin dai primi bozzetti e poi le prime clip visionate, un materiale che rendeva da subito palese la personalità che trasuda da ogni personaggio, ogni ambiente e ogni situazione. È merito di Chris Sanders, un regista che ha sempre dimostrato di saper infondere una spinta personale ai suoi progetti (Lilo & Stitch ce lo ha insegnato da subito) ed è arrivato a questo lavoro con la giusta dose di esperienza per mettere in piedi un film che possa fare la differenza e che possa rivelarsi l'apice, almeno fin qui, della sua carriera.

E lo fa tratteggiando ogni aspetto della storia che ci racconta, non solo nella figura centrale e meravigliosa del robot protagonista (ottimo il lavoro di Lupita Nyong'o al doppiaggio originale, in perfetto equilibrio tra freddezza robotica e calore umano, un'emotività artificiale che dimostra di aver molto più valore dell'intelligenza artificiale di cui tanto si parla), ma in quella di tutti i comprimari animali con i quali impara a convivere e collaborare, dalla volpe Fink di Pedro Pascal all'oca Longneck di Catherine O'Hara. Nomi che insieme ad altri del cast vocale come Mark Hamill, Kit Connor e Matt Berry fanno intuire l'importante lavoro di caratterizzazione fatto su ogni figura che appare nel film (in italiano troviamo Esther Elisha e Alessandro Roia). Un lavoro di cesello evidente anche dal punto di vista grafico, in un character design mai banale che permette allo spettatore di sentirsi parte integrante di questo complesso gruppo di animali.

La forza della grande animazione

Un lavoro di caratterizzazione e definizione del mondo che parte dall'originale cartaceo di Peter Brown, romano illustrato fenomeno letterario che ha dato vita anche a due seguiti (che a questo punto speriamo di vedere adattato in altrettanti sequel cinematografici), che sfrutta lo stile visivo scelto e quel tocco da disegno a mano che dà calore e personalità alla storia: Il robot selvaggio è realizzato in CGI come gran parte delle grandi produzioni animate contemporanee, ma si nota e si apprezza l'approccio da animatore tradizionale che il regista ha dato al progetto, quel senso di Animazione con la A maiuscola in grado di rappresentare un valore aggiunto in termini di personalità e calore, di sfruttare la versatilità della grafica al computer in quanto a libertà di movimenti della camera nell'ambiente e sequenze complesse, ma senza rinunciare a quel tocco personale, umano è il caso di dire, che era proprio dell'animazione tradizionale.

Il Robot Selvaggio Momento Del Film
Il robot selvaggio: un momento del film

In tal senso Il robot selvaggio è il perfetto punto di contatto tra due mondi, la sintesi tra modernità e innovazione da una parte e tradizione umana dall'altra. Come è Roz, il suo protagonista, un personaggio che rappresenta quel conflitto presente oggi tra tecnologia e natura così preponderante oggi, per un equilibrio che va cercato e trovato ad ogni costo. Un personaggio destinato a colpire e restare, che tutti i bambini (e non solo) vorranno avere a casa.

Conclusioni

Il robot selvaggio è un film che ci ha travolti, sia visivamente che emotivamente, dandoci la netta sensazione di trovarci al cospetto di un nuovo grande classico dell'animazione mondiale, di quelli che saranno visti e rivisti per generazioni. Merito indubbiamente del regista Chris Sanders, capace di adattare l'originale cartaceo di Peter Brown in un'opera compiuta e personale, ma anche di tutto il lavoro di caratterizzazione dei personaggi che non è solo visivo ma anche vocale grazie alla selezione e l'interpretazione di un cast vocale originale ricchissimo (per l'Italia si è puntato su Esther Elisha e Alessandro Roia) che aggiunge ricchezza e sfumature al racconto. Uno dei prodotti animati migliori di quest'anno. E non solo.

Movieplayer.it
4.5/5
Voto medio
4.6/5

Perché ci piace

  • La regia di Chris Sanders, che infonde personalità e sfrutta il medium da esperto del settore qual è.
  • Le voci e il doppiaggio, a cominciare da Lupita Nyong'o che dà vita, letteralmente, al suo Roz.
  • Il design di Roz e dei suoi amici animali, perfetto per le sensazioni che vuole trasmettere su ognuno di loro.
  • La storia e i suoi temi, con quel difficile equilibrio tra tecnologia e natura che DOBBIAMO riuscire a trovare.
  • La capacità di parlare ai più piccoli così come agli adulti, anche sul tema della genitorialità che può essere percepito dai due punti di vista differenti.

Cosa non va

  • Va da sé che se non vi piace l'animazione in senso assoluto potrebbe non incontrare il vostro favore. Ma una possibilità la merita in ogni caso.