Mary Poppins, Lin-Manuel Miranda: "Oggi c'è bisogno di lei, il mondo fa paura"

Il ritorno di Mary Poppins: intervista a Lin-Manuel Miranda, interprete del lampionaio Jack e star del musical americano.

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Il Ritorno di Mary Poppins: Lin-Manuel Miranda, Joel Dawson in una scena

Lin-Manuel Miranda ha una parlantina inarrestabile, una risata contagiosa ed entusiasmo da vendere: in Italia ancora non lo conosciamo bene, ma da questo Natale in molti si ricorderanno del suo sorriso grazie alla tata più famosa del cinema. L'attore è infatti Jack in Il ritorno di Mary Poppins di Rob Marshall, sequel di Mary Poppins, film in sala dal 20 dicembre, braccio destro della protagonista interpretata da Emily Blunt.

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Il lampionaio Jack è forse il personaggio più misterioso di Il ritorno di Mary Poppins, come ci ha detto lo stesso Lin-Manuel Miranda a Londra, all'anteprima europea del film: "Jack è la spalla e questo mi ha dato un'incredibile libertà d'azione, perché l'unica cosa che sappiamo di lui è che è stato l'apprendista di Burt (lo spazzacamino interpretato da Dick Van Dyke in Mary Poppins n.d.r), che potrebbe voler dire qualsiasi cosa, perché Burt nel primo film faceva un sacco di cose: dipingeva, suonava dodici strumenti, era uno spazzacamino, era coinvolto in diversi tipi di commercio. Jack potrebbe quindi aver seguito le sue diverse orme, ma la sua qualità più importante è che sa esattamente quanto sia magica Mary Poppins: mantiene vivo il suo spirito, anche quando gli adulti l'hanno dimenticata."

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Mary Poppins Returns: Lin-Manuel Miranda in una foto del film
Mary Poppins Returns: Lin-Manuel Miranda in una foto del film

Grandissimo appassionato di musical, l'attore di origini portoricane ama il film del 1964 con Julie Andrews fin da quando era bambino: "Ho visto Mary Poppins moltissime volte: la VHS era quasi un elemento d'arredo. I miei genitori amavano entrambi moltissimo i musical e mi ricordo che ballavamo guardando Supercalifragilistichespiralidoso: per qualcuno che, come me, ha sempre amato le parole fin da piccolissimo, quella doveva essere per forza la mia canzone preferita. È la parola migliore in assoluto! Ho passato molto tempo a ballare con Dick Van Dyke e i pinguini: è una relazione molto lunga. Ballare con lui in Il ritorno di Mary Poppins è stata un'esperienza straordinaria. Quando vedrete il film la seconda volta, nella scena in cui balla fate caso alla mia faccia e a quella di Emily Blunt: siamo come dei bambini estasiati."

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Da Hamilton a Mary Poppins, passando per West Side Story

Mary Poppins Returns: una vivace scena corale
Mary Poppins Returns: una vivace scena corale

Miranda è cresciuto a pane e musical e in America è idolatrato per Hamilton, spettacolo che ha scritto, musicato e interpretato, ispirandosi alla vita di Alexander Hamilton, uno dei padri fondatori degli Stati Uniti, a partire dalla biografia scritta dallo storico Ron Chernow, vincitore di una quantità infinita di premi, tra cui undici Tony Award e il premio Pulitzer per la drammaturgia. Inutile negare che Hamilton gli abbia cambiato la vita: "È più facile dire i modi in cui non mi ha cambiato la vita!" ci ha detto ridendo, spiegando meglio: "Il successo e i premi che lo show ha ottenuto sono incredibili, potrebbe essere la migliore idea della mia vita e l'ho avuta in vacanza! Era la prima vacanza dopo tanto tempo e, non appena il mio cervello ha avuto la possibilità di respirare, ho letto un libro e mi ha ispirato. Quindi, la prima lezione che ho imparato è: bisogna andare più spesso in vacanza. Seconda: ho detto ai miei amici su cosa stavo lavorando e, quando l'ho comunicato a mia moglie, non ha girato gli occhi o detto che era un'idea stupida, ma che sembrava una cosa interessante e che avrei dovuto lavorarci. La stessa cosa è successa quando ho detto a Stephen Sondheim, il paroliere dell'originale, che stavo lavorando al revival di West Side Story: avrebbe potuto ridermi in faccia, invece ha applaudito e mi ha detto che era un'idea meravigliosa, che nessuno si sarebbe aspettato da me. Questo mi ha dato la forza di lavorarci per i cinque anni successivi. Quindi ho imparato a fidarmi del mio istinto. E ad andare in vacanza più spesso."

Mary Poppins Returns: un'immagine del film Disney
Mary Poppins Returns: un'immagine del film Disney

Da nerd dei musical, come si definisce, non poteva quindi rinunciare al sequel di Mary Poppins: "Credo che Rob Marshall abbia fatto una scelta intelligente ambientando il film 25 anni dopo l'originale, che poi è l'epoca in cui P.L. Travers ha ambientato la storia: in questo modo si è collegato allo spirito dei libri. Mary Poppins non si fa vedere quando tutto va bene, ma quando c'è bisogno di lei: il mondo vive un momento che fa paura e Robert ci ha donato un film che non è cinico. Un miracolo per il 2018: sarebbe stato facile fare un Mary Poppins disincantato, prendendosi beffe del primo film, invece ha cercato di incarnare lo spirito originale."

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Il ritorno di Mary Poppins: una nuova foto di Emily Blunt

E da compositore a sua volta, Lin-Manuel Miranda sa quanto era importante la scelta degli autori della colonna sonora - e ne abbiamo parlato anche noi nella nostra recensione della colonna sonora de Il ritorno di Mary Poppins - "La scelta dei compositori era fondamentale tanto quanto quella dell'interprete di Mary Poppins: tutti sappiamo che Emily Blunt è la persona perfetta per questo ruolo nel 2018 e lo stesso vale per Marc ShaimanScott Wittman. Marc dice sempre che tutto ciò che sa di un'orchestra l'ha imparato dalla colonna sonora di Mary Poppins dei fratelli Sherman. Finalmente hanno potuto sperimentare con le sonorità "alla Mary Poppins" e, visto che questo film è ambientato 25 anni dopo, hanno aggiunto sonorità nuove, come il jazz, la scena di Meryl Streep (interprete di Topsy, la cugina di Mary Poppins n.d.r.) è un numero swing."

L'overture e la gelosia di Meryl Streep per l'entrata in scena di Emily Blunt

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Il Ritorno di Mary Poppins: Emily Blunt in una scena

Al personaggio di Jack è affidata l'apertura del film, grazie al brano (Underneath the) Lovely London Sky, una responsabilità importante: "Sono stato così fortunato da essere scritturato molto presto, quindi abbiamo potuto fare dei workshop: abbiamo letto la storia, cantato le canzoni in ordine, che sono cambiate nel corso della lavorazione, ma Jack ha sempre avuto la funzione di aprire il film e portarci dentro quel mondo. La cosa che mi ha colpito è che c'è sempre stata l'intenzione di partire con un respiro: pensando a Mary Poppins ci si immagina subito l'avventura, Supercalifragilistichespiralidoso, invece il nostro film comincia con una canzone tranquilla, che ci costringe a rilassarci, una cosa di cui abbiamo disperatamente bisogno nel 2018. Sono un nerd dei musical e questa scelta mi ha fatto pensare a Oklahoma!, un titolo rivoluzionario nella storia del teatro musicale, soprattutto per quel numero di apertura: in genere tutti cominciano con le ballerine di fila, come in Ziegfeld Follies, invece Oklahoma! comincia con un prato silenzioso, con qualcuno che taglia il burro e canta What a beautiful morning. Quando la canzone parte, puoi sentire il pubblico che tira un sospiro di sollievo e credo sia la stessa cosa che accade con il nostro film. Credo sia una scelta audace: dà la possibilità di resettarci e accogliere la nuova Mary Poppins, che entra in scena in modo spettacolare. Emily era a 18 metri di altezza! Abbiamo girato nei Pinewood Studios, con una gru: Meryl Streep le ha chiesto quanto avesse pagato Rob Marshall per questa entrata in scena! Il mio numero serve a preparare quel momento: c'è un motivo se non vediamo lo squalo per la prima ora del film di Steven Spielberg."

Il messaggio di speranza di Mary Poppins

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Il Ritorno di Mary Poppins: Emily Blunt è Mary Poppins in una scena del film

Nonostante sia una donna apparentemente "all'antica", Mary Poppins è ancora attuale, oggi come nel 1964, anno d'uscita del film originale, o nel 1934, quando P.L. Travers pubblicò il romanzo. Miranda è d'accordo: "Anche se il film è ambientato negli anni '30, la lezione di Mary Poppins si può applicare anche ai giorni nostri: lei prende ciò che è noioso e ci fa cambiare prospettiva su di esso. Ce lo fa guardare attraverso gli occhi della speranza, gli dà luce. Mary Poppins dice che se cambi il tuo punto di vista puoi cambiare il mondo: credo sia un messaggio davvero importante: sia che serva per far fare i compiti ai bambini, sia quando affrontiamo un momento difficile. La mia canzone preferita del film è Where the lost things go: è difficile parlare ai tuoi figli della perdita, del lutto e credo che questa canzone lo faccia con il giusto tatto, in modo che i bambini possano capire ed elaborare il dolore e andare avanti, spiegando che, fino a che avremo i nostri ricordi, quelle persone non ci lasceranno mai. Questo trascende qualsiasi epoca."

Mary Poppins Returns: una foto dei protagonisti del film
Mary Poppins Returns: una foto dei protagonisti del film

Come si può quindi seguire l'insegnamento di Mary Poppins e cambiare il proprio punto di vista sulle cose? Secondo Miranda: "Tutti nasciamo artisti e poeti: alcuni si specializzano in questo e altri crescono. Quando lavoro penso in continuazione alla piccola versione di me stesso: quando scrivo un'opera teatrale, o una canzone, mi chiedo sempre cosa farebbe impazzire il me di dieci anni e quello di sedici. A marzo ho scritto un brano per una raccolta fondi, organizzata da March for Our Lives, per chiedere il controllo delle armi negli Stati Uniti, e ho pensato: se fossi un ragazzo di oggi cosa vorrei sentire? Lo spettacolo che adesso è amatissimo dai giovani è Dear Evan Hansen: quindi ho chiamato gli autori e ho chiesto loro se potevo fare un mash-up di Dear Evan Hansen e Hamilton, cantandolo insieme a Ben Platt. Così è nato il brano Found Tonight, chiedendo direttamente al me di 16 anni cosa volesse sentire. Credo che Rob abbia fatto lo stesso con Il ritorno di Mary Poppins: si è chiesto cosa renda così magico il primo film vedendolo attraverso gli occhi di un bambino, perché tutti associamo Mary Poppins alla nostra infanzia."

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Il Ritorno di Mary Poppins Dick Van Dyke in una scena

Il Lin-Manuel Miranda di dieci anni e quello di sedici anni sono soddisfatti di Il ritorno di Mary Poppins? "Sono molto felici del film" ci ha detto l'attore con gli occhi che brillavano, proseguendo: "Sono fortunato perché ho anche un ottimo gruppo di controllo: ho un figlio di quattro anni, ha visto il film questo weekend: quando abbiamo cominciato a lavorarci ne aveva due, e ho visto i suoi occhi spalancarsi quando ha visto il papà ballare e passare per anelli di fuoco. Adesso ho conquistato talmente tanti punti come padre che mi basteranno almeno fino alla sua adolescenza. Poi dovrò pensare a qualcos'altro."

Lin-Manuel Miranda alla conquista di Hollywood

Lin-Manuel Miranda è un nome sempre più lanciato a Hollywood, dopo Il ritorno di Mary Poppins lo vedremo infatti nei panni di Lee Scoresby nella serie tv His Dark Materials, ispirata alla serie di romanzi Queste oscure materie di Philip Pullman: "Mi trovo nella posizione invidiabile di poter seguire i progetti che mi appassionano: questa era un'opportunità troppo buona da farsi sfuggire. Come recitare in His Dark Materials, tra i miei libri preferiti. In più scrivo costantemente: quando entro nella doccia, se non penso ai ruoli che devo interpretare, mi vengono in mente melodie e canzoni. Ho lavorato troppo duramente per diventare bravo a scriverle per fermarmi proprio ora. Ho cominciato che ero pessimo e ora sono molto bravo, credo sia il processo di ogni cantautore, quindi continuerò sempre a creare. L'importante è bilanciare le opportunità che mi vengono offerte e i miei progetti."

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Il ritorno di Mary Poppins: un momento musicale del film

Qual è quindi il segreto per scrivere una buona canzone? Per Miranda: "Ore e ore di scrittura di canzoni pessime! Tutti hanno un approccio diverso: ho letto, in un libro fantastico di Paul Zollo, Songwriters on songwriting, per cui ha intervistato chiunque, da Paul Simon a Madonna e Bob Dylan, che ognuno ha un modo diverso di vedere il processo. Una delle mie citazioni preferite è di Leonard Cohen, che dice che essere un cantautore è come essere una suora: sei sposato con un mistero. Sting invece direbbe che ha scritto migliaia di canzoni ma ancora non sa da dove vengono le sue idee. Io amo davvero raccontare storie: per me comincia sempre tutto con un personaggio e una storia. Non so come scrivere un singolo pop, così dal nulla: non è tra le mie capacità. Devo sapere chi è il personaggio, dove sta andando, cosa deve dire la canzone e poi diventa un enorme divertimento scriverla. Sta tutto nella pratica, è vero: ogni cantautore direbbe lo stesso."