Il ritorno del 'fantastico' quartetto
"I fantastici quattro e Silver Surfer", consentitecelo, è uno dei titoli più didascalici e pedanti dell'ultimo periodo.
E la pellicola non si discosta di molto dal trend di cui sopra, riuscendo addirittura a infastidire di più del suo già mediocre predecessore.
La trasposizione del fumetto si barcamena incerta sul tentare un'abborracciata lettura autoironica (ma il pur gustoso cameo di Stan Lee non è sufficiente) e il prendersi dannatamente sul serio, con quest'ultimo taglio di scrittura che finisce per prevalere, imbrigliando quella che è una sana storia per bambini in un caravanserraglio di situazioni improponibili se inserite in un determinato contesto, e per di più gestite male, generando il più delle volte perplessità o involontario umorismo.
Ovviamente la nuova minaccia da affrontare è il surfista argenteo come da titolo, antagonista da cuore d'oro (si perdoni il gioco di parole), araldo schiavizzato da forze ben più grandi di lui.
Solito esercito pasticcione, soliti connotati stereotipati dei quattro protagonisti, solito, sfacciato, richiamo all'unione che fa la forza, e solito vissero tutti felici e contenti velato da un'ombra che apre ad un futuro eventuale seguito.
Il minestrone è servito, e pure tiepido, appena scaldato, in modo da rendere ancor meno appetitoso il pasto. Tutto il film si snoda lungo una serie di situazioni, mal coordinate fra di loro, che vorrebbero celare dietro improbabili scambi di battute un qualche tipo di messaggio politicamente corretto.
Il regista costruisce un grande, disarticolato cartone animato, che presume di assurgere a film adulto, peccando di presunzione. Nulla fa intravedere un lavoro serio impostato sul fumetto, che pur qualcosa di interessante aveva da dire ai suoi lettori, né sul personaggio di Silver Surfer, uno dei più complessi e articolati di tutta la saga. Si procede lungo la linea del puro intrattenimento, in maniera talmente marcata che diverse sequenze appaiono inesorabilmente agli occhi di chiunque come un modo per allungare il brodo, per introdurre nuovi elementi in scena, al fine di tenere alta l'attenzione.
Dopo un po' il gioco stanca, per finire con l'annoiare, pur in presenza di un cast piacevole e collaudato che schiera come arma d'attacco la lanciatissima Jessica Alba (come se non bastasse imbruttita in sala trucco).
La trasposizione cinematografica dei fumetti ha per di più raggiunto un livello tale di maturazione (vedi diversi degli episodi della saga batmaniana, o gli Spider-man di Raimi) che un contenitore per lo più vuoto, come quello che la Fox ci presenta come lancio della stagione estiva, non può che deludere.