Un film tanto atteso, una pellicola di cui si è parlato per più di sette lunghi anni e che avrebbe dovuto rappresentare il lascito di uno degli autori più influenti nel campo dell'animazione. Parliamo de Il ragazzo e l'airone, ultima fatica di Hayao Miyazaki che da anni si ripromette di andare in pensione, almeno finché, per nostra somma gioia, non subisce di nuovo il richiamo del lavoro, quell'esigenza che nel suo caso percepiamo come viscerale, di esprimere sé stesso attraverso immagini animate e uno stile che lo ha reso celebre e amato a livello globale. Presentato in anteprima italiana alla Festa del Cinema di Roma, in collaborazione con Alice nella Città, costituisce uno dei titoli di punta della manifestazione capitolina che più hanno attirato gli appassionati, mossi anche dalla curiosità per una produzione che fino a pochissimo prima dell'uscita nelle sale giapponesi, in estate, è rimasta avvolta nel mistero per lungo tempo.
Fino alla distribuzione in terra nipponica, infatti, non erano stati rilasciati trailer o immagini, a quanto si dice per richiesta di Miyazaki stesso che nel corso degli anni ha sempre mostrato una certa attenzione nel raccontare il suo cinema come un'esperienza che va vissuta pienamente nel momento della proiezione, in modo da lasciarsi stupire e trasportare dalla storia e dalle immagini senza sovrastrutture e preconcetti. In questa recensione de Il ragazzo e l'airone, quindi, cercheremo di comunicarvi tutta la meraviglia e la poesia di un film che ha addirittura superato le nostre aspettative regalandoci un viaggio maestoso nel tempo e nello spazio, un sunto perfetto del cinema del maestro dell'animazione che, senza retorica, parla veramente a tutti, a prescindere dall'età e dalle aspettative e che sarà nei cinema italiani grazie a Lucky Red dal 1° gennaio 2024.
Nella trama un viaggio straordinario
Mahito è un ragazzino che dopo la morte della madre fatica ad accettare la sua nuova vita. Trasferitosi in una casa fuori città circondata dalla natura, insieme alla seconda moglie di suo padre, il bambino si ritrova a dover frequentare una nuova scuola e a vivere sotto lo stesso tetto con persone tanto eccentriche quanto sconosciute. Ad attirare la sua attenzione fin dai primi momenti è però un airone cenerino che vola spesso intorno alla casa e che, dopo vari e molesti tentativi di avvicinarlo, lo conduce ad una costruzione abbandonata a ridosso del giardino, un luogo misterioso che sembra essere stato costruito da un antenato poi sparito nel nulla. Gli anziani abitanti della sua nuova casa sembrano custodire diverse storie che riguardano lo strano edificio, leggende che troveranno un fondamento quando, attraverso un passaggio segreto, Mahito giunge in un luogo che sembra fuori dal tempo e da quel mondo che lui conosce e che in qualche modo lo spaventa.
Una summa efficace del cinema di Miyazaki
A lungo si è parlato del fatto che Il ragazzo e l'airone sarebbe stato probabilmente l'ultimo film del maestro Miyazaki: il regista già in passato aveva annunciato diverse volte il ritiro, ma il richiamo del lavoro si era sempre rivelato troppo forte e forse, anche ora che il regista ha superato gli ottant'anni, non è ancora pronto per appendere al chiodo gli strumenti del mestiere. Nel vedere questo suo ultimo lavoro ci siamo infatti resi conto che non è per nulla assimilabile a quel lascito testamentario tanto ipotizzato, ma che è al contrario un sunto del suo cinema, un condensato delle tematiche a lui più care che alla fine non negano un'apertura verso il futuro sia tecnica che narrativa.
Il forte spirito antibellico, l'attitudine a costruire mondi fantastici e affascinanti, il folklore e la fantasia che si fondono a quella poesia narrativa che si palesa in ogni lavoro, sono elementi che ricorrono tutti, uniti come pezzi di un puzzle ad un altro aspetto caro al suo cinema: la narrazione dell'infanzia, un periodo di giochi, di scoperte e formazione, un momento nella vita in cui da un gioco si può dare vita ad un intero universo, anni preziosi nei quali l'innocenza infantile si scontra con la durezza e i dolori del mondo. Hayao Miyazaki qui non è solo autore ispirato e regista sapiente ma, forse per la prima volta in modo manifesto, anche un nonno che parla ai nipoti attraverso immagini ed oggetti noti. Lo fa attraverso il viaggio di un eroe in formazione, un'avventura in grado di comunicare a tutti gli spettatori, specialmente i più giovani, per dirgli che il mondo con le sue storture è anche il risultato di come noi plasmiamo la realtà con le nostre azioni.
Una realizzazione impeccabile
Può sembrare quasi superfluo, visto gli standard altissimi a cui ci ha abituato lo Studio Ghibli e l'autore stesso, ma ci teniamo a sottolineare anche l'elevata qualità tecnica con cui è realizzato il film. L'animazione a mano è l'assoluta protagonista: lo stile inconfondibile del maestro crea immagini vive, suggestive e potenti in cui una CGI estremamente discreta lascia spazio al disegno e all'animazione tradizionale che raggiunge livelli elevati anche in relazione alle precedenti opere dello studio. Tutto è in movimento, il fuoco, l'aria, l'acqua, elementi che si combinano in immagini armoniose, fluide e vivide frutto di un'indubbia cura maniacale, di un lavoro duro e certosino che però risplende sul grande schermo della sala. Il ragazzo e l'airone è quindi un'esperienza visiva ed emotiva dalla quale vi consigliamo di lasciarvi trasportare senza distrazioni, con lo spirito d'avventura e la curiosità di un bambino.
Conclusioni
Riassumere in poche parole questa recensione de Il ragazzo e l’airone non è semplice ma possiamo affermare con convinzione che questo rappresenta un sunto del cinema di Hayao Miyazaki, delle sue tematiche e del suo stile visivo. L’autore vi inserisce un messaggio che affida in modo particolare alle giovani generazioni ma che è fruibile a tutti gli spettatori a prescindere dall’età. Ottimo come sempre il livello tecnico delle animazioni che qui raggiunge l’eccellenza anche in relazione agli altri titoli dello Studio Ghibli.
Perché ci piace
- Le tematiche care al regista, sviluppate ancora una volta in modo impeccabile.
- La storia, commovente e appassionante.
- Le animazioni che qui raggiungono un’incredibile qualità.
Cosa non va
- Non siamo riusciti a trovare nessun significativo difetto a quest’opera che possa influire sulla visione.